Creato da Katya_lsb il 18/02/2009

Hikikomori fan

C'è solo una cosa buona,la conoscenza; e solo una cattiva,l'ignoranza

 

 

Odio chiama odio

Post n°32 pubblicato il 13 Agosto 2010 da Katya_lsb
 

Leggo "Amichevole finisce in rissa",e ciò almeno 3-4 volte quest'estate; leggo "Vescovo ausiliario di Salisburgo definisce la tragedia alla recente Love Parade una punizione divina"; leggo sui forum in rete così come sui vari social network insulti e minacce per i più disparati motivi,dalla religione alla politica passando per la musica o lo sport. Cosa hanno in comune tutti questi esempi? L'odio. Poco importa il perché; oggi ci sono mezzi a disposizione per interagire davvero con tutto il mondo,eppure la gente è sempre più lontana. Io non sono pacifista nel senso stretto del termine,ma credo nel potere della parola e del comunicare civilmente; ma da sempre purtroppo esiste una sorta di strategia dell'odio che fa si che gruppi di persone rimangano uniti solo di fronte ad un nemico comune,che diventa strumento di coesione e al tempo stesso obiettivo. Questo si nota per esempio nelle curve degli stadi così come negli strali delle gerarchie ecclesiastiche,in passato come ora,o nei comizi di certi politicanti con poche idee ma sbagliate. D'altronde si sa,è molto più complicato ed impegnativo perseguire delle mete costruttive; vuol dire confronto,dialogo,comprensione,uno sforzo immane per chi è abituato semplicemente a puntare il dito. E questo non è solo comodo,ma un vero e proprio bisogno,una necessità in quanto gruppo ma forse ancora di più per il singolo,che fuori dal branco diventa solo un disagiato senza gli strumenti necessari sopracitati per rapportarsi al prossimo con il dovuto rispetto. L'odio è ignoranza in questo senso,si preferisce vedere ciò che ci divide dagli altri piuttosto che ciò che ci accomuna; un'ignoranza voluta e fortemente radicata,che non vuole porsi di fronte allo specchio negli occhi dell'altro per non mettere in dubbio i propri ideali,il che fa già di questi qualcosa di vacillante. La persona davvero sicura di ciò in cui crede ha solo da guadagnare nell'ascoltare pareri diversi,per rafforzare la propria visione di vita o magari rendersi conto che va invece limata qua e là. Personalmente preferisco avere ogni giorno una lezione da imparare e progredire di conseguenza piuttosto che credere di essere nel giusto a prescindere e rimanere sempre lo stesso idiota.

 
 
 

Avere fede allunga la vita...ma manda in pappa il cervello!!!

Post n°31 pubblicato il 13 Agosto 2010 da Katya_lsb
 

Oh my God...sì è proprio il caso di dirlo! La notizia: il CNR (ehi niente meno!),tramite un questionario sulla religiosità su 179 candidati che avevano subito un trapianto di fegato,è giunto alla sconvolgente conclusione che chi non ha fede ha un rischio di mortalità post-trapianto tre volte superiore di chi crede. Santa Madonna e San Gennaro pure...e io che non ho fatto manco la prima comunione! :) Allora,da 'infedele' agnostica quale sono,permettetemi qualche domanda: 1) Chi vi ha commissionato una simile nefandezza? La Padre Pio Spa? 2) Solo un caso e nessuna connessione col fatto che ultimamente stiano di nuovo uscendo in edicola vari santini,madonne,rosari,ossa dei santi? (ops scusate...quelle non ancora) 3) Perché cavolo il sondaggio l'avete fatto solo ai trapiantati di fegato?? Forse la fede agisce solo su quell'organo? Ah beh ne saranno felici i devoti alcolizzati!! Non so come funzioni,spero non abbiano utilizzato soldi pubblici per arrivare ad una conclusione così geniale...più che una ricerca scientifica sembra uno spot dell'8x1000. Grande idea: ora facciamo tutti come i condannati a morte,convertiamoci! Tanto questo ci stanno dicendo,e manco troppo velatamente,i signori del CNR...atei incrociate le dite,se vi capiterà di dover fare un trapianto siete fottuti!! Ora seriamente,che la fede possa 'aiutare' a guarire (vuoi per una sorta di effetto placebo o chissà) ci può stare,ma è evidente che questo è il solito test pilotato per avere il risultato voluto. Mi spiego: non dico che l'esito sia falsato,manipolato o quant'altro,ma che non c'è certezza sulla reale correlazione dei fattori 'trapianto' e 'fede'. Sarebbe come dire,che so,che il cellulare provoca incidenti perché il 99% delle vittime lo possiede o che i divorzi dipendono dalla tv perché ogni coppia ne ha almeno una in casa. Va beh che siamo vicini a Ferragosto,ma per favore non mandate i vostri cervelli in ferie!

 
 
 

Storia di una roccia che si sgretola e del suo dolore

Post n°30 pubblicato il 10 Febbraio 2010 da Katya_lsb
 
Tag: amore

Ci sono momenti in cui semplicemente non ce la fai; chiamalo crollo di nervi,se vuoi. Scoppi in un pianto sommesso perché nessuno,nemmeno Dio,ti senta. Nessuno sa,nessuno deve sapere,che anche le rocce piangono. E lo fanno pensando al loro amore,ad ogni istante di vita che la malattia le sta portando via per allontanarla ancora di più da te. Nessuno capisce,perché la roccia ha un cuore di granito fuori,sputa controvento senza timore; è una solitudine così totale la sua da far paura alla più nera delle notti senza luna. Una superficie ruvida su cui porta i mali del mondo,la sola certezza; quell'orgoglio,sia tu benedetto mio orgoglio,che ti fa stringere i denti fino a farli sanguinare,perché per niente al mondo puoi mollare,non importa se devi lottare per dieci,cento o mille. Tutto ciò che voglio è dirti quanto ti amo,anche una volta solamente guardandoti negli occhi,prima che...non ci voglio pensare. Non devo pensare. Nuoce gravemente alla salute. La roccia non ha paura,di niente e nessuno,perché quando tocchi il fondo puoi solo risalire; ma mi sento come un piccolo sasso in mezzo al mare in balia delle onde,senza poter fare nulla se non guardarti affondare. No. Non deve succedere,non lo permetterò. La roccia si illude di poter controllare tutto e tutti,forte e sicura come un dio dell'Olimpo nella sua possente immobilità. Ma il mondo gira,anche senza di te; la gente muore,anche se ci sei tu. Allora la tua fierezza,le tue ferme certezze,il tuo spirito guerriero a cosa servono? Se non potrò regalare un solo giorno in più al mio amore,forse niente; ma almeno lascia che io ti doni,fino a quel momento,una vita intera,la mia. Fanne ciò che vuoi; trafiggi il mio cuore,crocifiggimi per i miei peccati,ma non lasciarmi qui fuori a gemere: così non mi proteggi dal male,mi uccidi milioni di volte,quanti i respiri che ci separano.

 
 
 

We are family

Post n°29 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da Katya_lsb
 

Molti conoscono questo famoso brano,suonato e ballato in ogni disco a cavallo tra gli anni '70 e '80. Certo il concetto di famiglia in generale da allora (fortunatamente) si è allargato,anche se non tutti probabilmente se ne sono accorti...personalmente,ho sempre pensato che famiglia è dove c'è amore. Incuriosita dal successo ottenuto in patria e da alcuni trailer,ho voluto concedere un pò del mio tempo (circa 20 minuti) alla visione della prima puntata di una nuova serie,che fa dell'attuale concetto di famiglia il suo filo conduttore: "Modern Family". La tv ci ha mostrato nel corso del tempo una moltitudine di famiglie e affini,spesso a dir poco particolari,come ad esempio i becchini di "Six feet under",il poligamo di "Big love",per non parlare dei cartoon cult dei Simpson o dei Griffin. "Modern family" tocca,senza voler anticipare la trama,varie tematiche del quotidiano vivere all'interno del microcosmo familiare; lo fa non solo con un'umorismo delicato e non volgare,ma con un'intelligenza e una sensibilità che non ti aspetteresti da una commedia. Le scene e le battute esilaranti non mancano; questi figli e questi genitori vi faranno vedere la famiglia sotto un'altra luce. Per niente perfetti,deliziosamente caratterizzati,i protagonisti si lasciano seguire nelle loro vicende (sotto forma di fittizio documentario) con piacere e complicità. Di certo sconsigliato a coloro che ancora credono di poter mettere paletti all'amore,che si tratti di razza,differenza d'età,orientamento sessuale etc. O magari,per la stessa ragione,proprio a loro lo dedicherei,con la speranza che possano riuscire a vedere finalmente al di là di ogni preconcetto,perché sopra ogni cosa ci dev'essere l'amore della famiglia,anche e soprattutto nel rispetto dell'unicità di ogni suo membro.

 
 
 

Talk shock

Post n°28 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da Katya_lsb
 

Ore 17.30: mi prendo un attimo di relax,accendo lo stereo,c'è John Legend ft. Andre 3000 con "Green Light",mentre me la canto guardo che fanno in tv (più che altro la programmazione delle partite del "Six Nations" di rugby,forza Galles!). Arrivo sui canali nazionali: su 2 di essi parlano dello stesso argomento,Morgan e il suo problema con la droga. Non ho messo l'audio,e non sono per nulla interessata ad ascoltare,preferisco ancora sentire della buona black music. Ma quello che mi è sempre saltato all'occhio di questi programmi è come siano pieni di ospiti riciclati,ex star di ex programmi di successo,o ex amanti di qualcuno in vista,o ex...qualsiasi cosa. Oggi ospiti di talk show. Oggi quelli che si permettono di puntare il dito. Che poi,a me che mi frega che fa questo la sera per sballarsi? Mi viene da dire poveretto se ha bisogno di certi 'aiuti' per affrontare la vita,ma certo è mica l'unico. Fai il cantante? Mi deve piacere quello che suoni,come canti,la tua vita privata sono c...i tuoi. Ci sta,noi artisti abbiamo un'esistenza fuori dagli schemi,che poi mica la gente comune è 'pulita' come si vuol far credere. Per chi non lo sapesse,la famiglia del Mulino Bianco non esiste; solo che non fa notizia se nessuno ti conosce. Veramente,con tutti i problemi reali di cui trattare,non dovrebbe fare notizia a prescindere. Lo stesso per esempio dicasi delle famose 'notti brave' di Ronaldinho o la scappatella di Terry,capitano della nazionale inglese di calcio,o delle numerose amanti del noto campione di golf Tiger Woods. Questi hanno pressapoco la mia età,vero sono miti ed esempi,ma pur sempre esseri umani. Non mi risulta che in altri settori il datore di lavoro si possa impicciare della privacy di un dipendente. Eppure è pieno di gente qualunque che si 'nutre' di scandalucci,senza rendersi conto che chi ha veramente problemi sono proprio loro,senza una vita abbastanza interessante di cui occuparsi.

 
 
 

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