mi chiamano Khadim

leccherò i petali


Lascia … che queste mie umili labbra sfiorino … che la mia indegna lingua s’insinui. Voglio vestirmi di te … o mia regina. Voglio rubarti … per volteggiare fra le stelle e cosi abbracciati, volare lontano … lontano … lontano … verso l’estasi. Desiderio prepotente … di leccare la tua rosa … ora, così pregna d’umori saporosi e profumati … frutto d’incontri traditori con maschi frettolosi e distratti presto dimenticati. Voglio asciugare gli umori che scendono copiosi … lungo le tue ignude gambe. Umori … preludio d’orgasmo ambito che la mia lingua ti farà dono. Ora… il desiderio di questo tuo devoto servo muterà in palpitante pene che si unirà alle ardenti labbra nell’ accarezzare la tua deliziosa rosa. Il bocciolo. Nel leccare i deliziosi petali per carpirne avidamente il succo. Poi … danzerà,felice dentro … dipingendo di sensualità le vellutate pareti del tuo paradiso, del mio paradiso, del paradiso di tutti . E cosi … mi scoprirò nascituro dentro a te. Da li farò una carezza al tuo cuore. Da li bacerò la tua anima,la tua essenza che si lascerà abbracciare, stringere,assimilare alla mia, apparentemente diversa, ma così uguale, in uno spazio infinito di tempi rallentati, in una luce calda ed avvolgente. In quello spazio … in quel tempo … sarai regina. Sarai madre. Regina dell’ umanità intera. Madre dell’amore.