mi chiamano Khadim

camminare...volare


L'amore cammina con i piedi per terra, passi pesanti sulla nostra realtà, orme profonde nel nostro essere gioie, ma anche dolori. L' amore... ha occhi per vedere, orecchie per ascoltare, mani per accarezzare. Vuole i sapori, i profumi... è concreto, consapevole, qualche volta può far correre... qualche volta saltare e cosi regalarci quella sensazione di volare. Volare. Ecco volare... sempre più in alto, sempre più su. ed allora scoprire che l'amore ci frena, ci tiene legati ad una corda che come fosse un elastico c’illude di poter spiccare il volo, ma nel più bello. inevitabilmente, ci riporta a camminare...camminare...camminare. Ma io voglio volare. Voglio volare... voglio vedere... cosa c'è lassù, oltre le nuvole, oltre il cielo e da lassù vedere giù e lasciarmi andare in una picchiata. Un tuffo ad occhi chiusi nello spazio infinito. Voglio sentire l'aria che mi arruffa le penne, mentre precipito giù verso quel puntino lontano... la mia realtà. Come fossi quel gabbiano. Voglio sentire i brividi che mi scuotono, l' ebbrezza che mi stordisce. Non dite a quel gabbiano che è pazzo. Non dite a quel gabbiano che potrebbe sfracellarsi. Morire. Lui lo sa. Lui ha scelto cosi.