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Post n°59 pubblicato il 09 Luglio 2010 da superciccio710
Tag: aggiornamenti, AMBULANZE, bambino, carcere, cittadino, democrazia, dignità, diritti, etica, figli, figlio, genitore, Giustizia, governo, INFERMIERI, informazioni, Italia, lavoro, libertà, malato, MEDICI, morale, OSPEDALE, padre, Palermo, povertà, regole, Repubblica, SANITà, SANITà PUBBLICA, servizio pubblico, sicilia, sicurezza, solidarietà, stanza, STRUTTURA OSPEDALIERA, tasse Per chi ha affrontato un ricovero in ospedale, sa che non è un’esperienza piacevole sia per i fattori emozionali nell’affrontare un ambiente diverso da quello abituale o per l’ansia sull’esito di esami od interventi, sia per fattori pratici come la convivenza con dei perfetti estranei, le poche attività non legate al ricovero ospedaliero, e così via. Immaginate come tutto ciò può amplificarsi per un piccolino di 2 anni e mezzo che qualche minuto fà giocava tranquillo col suo cuginetto e dopo poco si ritrova in un ambiente estraneo con tizi che ti stringono, ti mettono aghi nelle braccia e ti incerottano il braccio. Il piccolo si chiede “Chi sono questi?..Che cosa vogliono da me? …Perché papà lascia che mi facciano del male?”. Tutto questo è già parecchio straziante e per un genitore è una sensazione indescrivibile: un misto tra tristezza, senso di impotenza, pietà e miliardi di altre cose. Ora immaginate di aggiungere a tutto ciò la scoperta di essere in una struttura che non può garantire una’assistenza adeguata che supporti lo strazio di un ricovero pediatrico. Una struttura ospedaliera ridotta all’osso dove ad una necessità di ricovero si contrappone la mancanza di posti letto e quello che di meglio possono darti è una brandina nel corridoio del reparto di pediatria. Una struttura ospedaliera povera in tutto tanto che se serve misurare la temperatura al bambino, l’infermiera ti chiede di conservare l’adattatore auricolare MONOUSO per la misurazione della temperatura, cosicchè si potrà utilizzare la prossima volta. Un’ospedale talmente povero che per andare a fare un’esame diagnostico il bambino è costretto a scendere dal reparto di degenza al reparto di diagnosi con la flebo attaccata al braccio perché non ci sono i tappini per chiudere l’accesso venoso e quindi la flebo non può essere staccata neanche momentaneamente. Un Ospedale talmente ridotto all’osso che se il bambino vomita sul pavimento la sera, non esiste un’addetto delle pulizie che pulisca e sei costretto a farlo da solo dopo aver assistito il bambino in tutto e per tutto senza mai avere l’aiuto di un’infermiere, di nessuno! Una struttura talmente mal organizzata da destinare a stanza di degenza per un bambino di 2 anni e mezzo (che è già stato per un giorno in corridoio), una stanza di 3 metri per 2 con sbarre alle finestre, pareti spoglie e rovinate dai buchi, con i tasselli ancora attaccati ai muri, una scrivania in alluminio tutta ammaccata, una sedia rotta, un lettino in un angolo… senza un quadro, senza aria condizionata, senza televisore, senza frigorifero.. senza amore. Se per caso qualche persona che sfortunatamente avesse avuto a che fare con un carcere leggesse la descrizione che ho fatto di quella stanza di ospedale, probabilmente non troverebbe alcuna differenza con la cella che l’ha ospitato spero per un breve tempo. Ecco, quando si decide di far stare un bambino di 2 anni in una stanza simile a quella dei carcerati in isolamento, credo che si tocchi il fondo… non ci sia più spazio per le parole ma solo per l’indignazione e lo schifo; ti accorgi davvero di essere solo e indifeso in un sistema che non cura più la dignità della persona e che non ha più pietà. Ti rendi conto che qui a Palermo, in Sicilia viviamo in una realtà paradossale dove se chiami il 118 arrivano 2 o 3 ambulanze contemporaneamente con 3 o 4 persone a bordo e poi arrivi in ospedale e manca anche il tappino in plastica per chiudere un accesso venoso o il reperibile per fare un EEG in urgenza e ti chiedi ma come è possibile che succeda ciò? Ed ecco che ti vengono in mente le tante campagne elettorali, quando i politici promettono posti di lavoro a destra e a manca per qualche voto. Il risultato: 70% di badget per la sanità siciliana và a portantini e ambulanzieri e il resto se lo spartiscono i vari presidi ospedalieri… e a me tocca vedere mio figlio, malato rinchiuso in una stanza di carcere duro, senza un’adeguata assitenza, senza attenzione e riguardo che meriterebbe un bambino piccolo. Come genitore e come cittadino una volta di più mi sento davvero solo in un paese di merda! |
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