Post n°1025 pubblicato il
24 Maggio 2007 da
Quentin_Tarantino0
Quentin Tarantino colpisce nel segno. Belle ragazze,
splatter e citazioni per una giostra irresistibile sulla Croisette.
Cannes per ora non sbaglia un colpo. Persino Tarantino, oltreoceano annunciato come
disastro e fallimento nel ticket di Grindhouse con Robert
Rodriguez, colpisce nel segno. Quentin, che non si priva del vecchio vizio
di un cameo (qui è un avventore ubriaco e molesto e, ahinoi, invecchiato), è in
formissima e trova anche il tempo, forse, per designare un erede: quell’Eli Roth
regista di Hostel qui in una breve
apparizione come attore. Death Proof strappa risate e applausi,
divertito e divertente gioco del regista, come sempre, con il cinema e con il
pubblico. A partire dai titoli di testa e di coda, collage quasi emozionante di
diversi film, fino ai fotogrammi mancanti (sul più bello) che simulano un film
vecchio e non restaurato. La struttura è (sempre più) semplice: due capitoli
quasi speculari, in ognuno ci sono quattro donne e un lupo cattivo. Nel primo
le “sventole” sono la diva di periferia Jungle Julia (Sydney Tamiia
Poitier), l’amica più intelligente e sensualissima danzatrice Arlene (Vanessa
Ferlito), la
vanesia Shanna Banana (Jordan Ladd)
e l’invidiosa Pam (l’ex strega Rose McGowan).
Nel secondo se si esclude che la diva, Lee (Mary Elizabeth
Winstead), è anche vanesia e che non ci sono invidie i ruoli sono gli
stessi ma le attrici diverse: Abernathy (una Rosario Dawson
da infarto in tutti i sensi), Kim (Tracie Thoms)
e Zoe (Zoe
Bell). Il lupo cattivo è uno stuntman fallito, un Kurt Russel grandioso
(bentornato Jena) e le insegue con una macchina, la Death Proof (a prova
di morte) appunto, per ucciderle. Insomma Duel è diventato kitsch e ha
trovato il suo autista. Se nel primo episodio le donne sono belle e innocue,
nel secondo Mike Le Cascade (Russell) troverà pane per i suoi denti. Quentin è
colorato e allegro, più del solito, il suo citazionismo ha il ritmo di una
mitragliatrice. Ci si diverte, per il gusto dello splatter e del grottesco, i
pregi e i difetti del pulp director sono all’estremo, come già del resto in Kill Bill. Certo, ora
sappiamo che capolavori di finzione e struttura narrativa coerente (anche se
scopiazzata) come Le iene non ce li regalerà più. Ma pazienza, il luna
park di Pulp
Fiction è aperto e le sue giostre, anche se grezze, sono irresistibili.
Inviato da: Magie
il 08/08/2013 alle 11:24
Inviato da: marilena
il 13/06/2012 alle 18:15
Inviato da: Dino Abbruzzese
il 12/01/2010 alle 14:29
Inviato da: Dino Abbruzzese
il 13/11/2009 alle 21:39
Inviato da: dino abbruzzese
il 07/11/2009 alle 17:17