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MONDO DI KINDERELLA

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MARE DISPERATO (28)

Post n°1817 pubblicato il 06 Maggio 2014 da kinderella.lilla

Quanta fatica costava a Gianela, dover soffocare i suoi sentimenti e la grande gioia per l'attesa del prossimo incontro con Paolo! Si augurava ci fossero buone nuove. Gli occhioni, se pur bistrati di nero, erano raggianti e più verdi che mai, sembravano punteggiati da miriadi di stelline.

Era ben cosciente del pericolo che correva, se fosse andato storto qualcosa; ne sarebbe andato del suo futuro, se non della sua vita stessa. Aveva imparato ad essere più paziente che mai, anche se lei, paziente lo era di natura. Si comportava come al solito e come al solito, doveva subire le insane attenzioni di Fernando, che la riteneva di diritto; la sua donna! Quello zotico puzzone, aveva meno intelletto di un cinghiale e non avrebbe mai potuto rendersi conto, dell'abisso che li separava! Pazienta e sorridi saggia Gianela. Sembrava quasi che Fernando e madama, cominciassero a fidarsi di lei, addirittura: madama, credeva che Gianela stesse bene con Fernando e lasciò perdere le sue mire su di lei.

Quella mattina, Gianela fece addirittura una carezza su un braccio a Fernando, che stava svegliandosi e ricambiò anche lui, tentando un ebete sorriso, lei si alzò e fece la doccia prima di fare colazione.  Poi, tutti fuori al lavoro, ma per Gianela, sarebbe stato l'ultimo giorno!

Con Paolo, erano d'accordo che sarebbe passato l'indomani: mercoledì pomeriggio. Avvampò, quando si fermò un'auto che non conosceva ed inaspettatamente, alla guida c'era Paolo.

Lui, Paolo, nei giorni passati in preparativi, aveva studiato le mosse degli sfruttatori e notò che al mattino, erano meno presenti. Forse per non dare nell'occhio, perchè c'era più passaggio della polizia stradale ed era pericoloso per loro, così si rintanavano nella bettola a giocare a carte e bere.

Salì su quell'auto, con le guance color porpora e le gambe tremanti, l'auto s'inoltrò come di consueto nel viottolo di campagna, non proseguì fino al filare degli alberi, ma bensì: tagliò per una stradina sterrata per non tornare indietro mai più! Così, ebbe inizio il viaggio della rinascita di Gianela.

"Scusami se non ti avevo avvisata e ti avevo lasciata credere che fosse per domani, ma temevo che la tua emotività, potesse tradirci. Ciao piccola, buon viaggio verso il tuo nuovo futuro."

Così dicendo l'attirò a sè baciandole gli occhi bagnati dalle lacrime di gioia, che rigavano il viso di bambina, celato dietro al cerone su cui il cajal, creava solchi neri sul suo bel visino. Aveva quasi 16 anni e Paolo, per il momento si accordò con Don Bruno, l'avrebbe accompagnata nella comunità  che il Parroco aveva creato, anche con l'aiuto dei suoi parrocchiani più generosi, tra i quali: i genitori di Paolo. Affidarla alla comunità, era l'unica soluzione possibile per ora, in attesa dei documenti e del permesso di soggiorno, inoltre: avrebbe potuto imparare un mestiere.

Erano le 11.00 quando giunsero alla parrocchia di Don Bruno, che li accolse con un caldo abbraccio ed il sorriso sulle labbra:

"Ciao, benearrivata, sei la benvenuta! Io sono Don Bruno, Paolo mi ha raccontato tutto di te e finchè non saranno  pronti i documenti che ti permetteranno di stare in Italia, potrai stare qui al sicuro con le altre ospiti. Vedrai: ti troverai bene e Paolo potrà venire a trovarti due volte la settimana. Certo: ci sono regole ed orari da rispettare."

Gianela, non riusciva a spiccicare parola, ma di slancio: abbracciò il Prete che l'aveva accolta con affetto paterno. Nel frattempo, Don Bruno aveva dato voce ad una ragazza di colore, che stava in disparte e la pregò di accompagnare Gianela al suo posto-letto, nella camerata e di procurarle qualcosa da mettere ed il necessario per l'imminenza. Salutò ed abbracciò Paolo, che commosso le disse:

"Vengo a trovarti giovedì, spero che ti troverai bene, altrimenti fammi chiamare da Don Bruno. Capito? Io ci sono e ci sarò sempre, per qualsiasi cosa avrai bisogno: fammi chiamare."

Le mise in mano dei soldi che lei tentò di rifiutare con sguardo rattristato:

"Sciocchina... ti serviranno per prenderti l'occorrente per le prime necessità.... Dài, fammi un sorriso, dopodomani ci rivediamo, sta tranquilla."

La ragazza di colore, si presentò mentre l'accompagnava attraverso ad un cortile, in un fabbricato contiguo alla casa delle Suore.

"Shakila", così si chiamava la nuova compagna di Gianela ed era Nigeriana. Anche lei era stata salvata da Don Bruno, dalle grinfie di una pericolosa banda di suoi connazionali e lei lo adorava.

Al primo piano, entrarono in una camerata dove c'erano due fila di letti, almeno una ventina, tra i quali, c'erano una sedia ed un comodino ed ai piedi del letto: una cassapanca. C'era profumo di bucato e di pulito, Gianela ne inspirò a pieni polmoni sentendosi al sicuro. Il suo letto era alla fine della fila di sinistra e nella parete di fronte, c'era  un enorme armadio.

Faceva fatica a capire l'Italiano di Shakila, che le chiedeva di cosa avesse bisogno subito, mentre l'accompagnava a farle vedere i bagni ,nello stesso piano.

"Sapone, dentifricio e... un asciugamano e qualcosa di decente da mettermi addosso. E' possibile?"

"Vieni. Nella tua cassapanca c'è quello che ti serve per la toilette, nell'armadio c'è della biancheria intima ed abiti, prenditi quello che ti va bene e lo tieni sempre nella tua cassapanca."

Tutto quello che occorreva alle sfortunate ragazze della comunità, erano offerte dalle generose parrocchiane ed alcune di queste, davano lezioni di studio e lavoro, c'erano sarte, magliaie e parrucchiere, che insegnavano loro, gratis. Gianela si chiuse in uno dei bagni, c'era una fila di docce chiuse da una tenda. Si deterse con cura, lavò i capelli e li asciugò con la spazzola avuta in dotazione. S'infilò una gonna longuette ed una camicetta a di cotone bianche a mezze maniche, trovò un paio di espadrillas del suo numero, color tortora come la gonna e le indossò felice. Andò a specchiarsi allo specchio incastonato in un'anta dell'armadio, quello che vi vide riflesso la stralunò e quasi non si riconobbe. I capelli erano lisci e soffici, struccata e "vestita" era un'altra, e l'immagine riflessa allo specchio: le piacque! Shakila ritornò per accompagnarla al refettorio al pianterreno, un allegro vocìo le accolse e tutte le ragazze la salutarono, ragazze multirazziali, anche loro raccolte dalla strada.

C'erano quattro lunghi tavoli, le ragazze si misero in fila col piatto in mano davanti al bancone dove distribuivano il pasto. Shakila le fece posto accanto a lei.

Gianela non conosceva fiabe, ma era certa di essere entrata in una favola.....

*Gi*

Too be continued.....STEL

 
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Io ti verrò a cercare.

Lo sai che lo farò!

Ma la domanda è:

"Tu faresti lo stesso

con me?"

E' questo che devi capire.

Perchè un giorno la

smetterò di inseguirti.

Alda Merini

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   ^_^   SMILE ^_^

Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi.....

C. Chaplin

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 gino

GAB

 

 

 

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