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Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 05 Novembre 2007 da equipoA
 

Spazi di cinematografia indipendente
Nuove forme per produrre ma soprattutto nuovi modi per distribuire i film indipendenti, quelli che purtroppo, i rinomati e “chiacchierati” tradizionali festival di oggi, li vedono da molto lontano o come attenti e arrabbiati spettatori.

Roma ha trovato spazio anche per loro all’interno della prima rassegna
sul (e per) il Cinema Indipendente dal curioso titolo Nuovo Cinema Condiviso che si è tenuta a Roma proprio a partire dal primo giorno dopo il Festival Internazionale di Roma, 28/29 e 30 Ottobre, date scelte non per casualitá dal collettivo Kipiunehapiunemetta e da Off, quotidiano di spettacolo per sfruttare l’onda d’interesse del pubblico amante del cinema in ma anche di quello out, ovvero fuori dagli schermi e normalmente escluso dalle classiche programmazioni e palinsesti tv.
Celebrati quindi esempi mastri della produzione indipendente:
Zero Investigation on 9/11
di Franco Fracassi, Shooting Silvio di Berardo Carboni, Le ferie di Licu di Vittorio Moroni, Craj, domani di Davide Marengo ma anche Santacrasito di Flavio Parente e Isola Femmina di Gaspare Pellegrino e Corrado Fortuna.
Tre serate dedicate al dibattito, all’approfondimento e alle proiezioni gratuite non solo dei film ma anche di chicchè introvabili, cortometraggi e vere e proprie provocazioni sperimentali. Come il video bomba I cento autori che punta il dito sulle contraddizioni dello star sistem del cinema Italiano.

Zero, proiettato per la prima volta dopo la presentazione ufficiale al Festival di Roma, ospiti il regista Franco Fracassi e il primo produttore Thomas Torelli.
Una produzione che fa scuola: costi altissimi e canali alternativi. Pensate a quanto valgono testimonianze ed immagini top secret. Un grande succeso, una sfida, un film che fa paura perchè smonta radicalmente, con la sicurezza di fonti originali, di indagini e di testimoni scomodi, la versione del governo Bush sull’attentato alle torri gemelle per opera dei terroristi islamici.
Un rassegna che ha sfidato i lunghi dieci giorni di monopolio mediatico del Festival di Roma, senza aver paura di non offrire ai giovani ed intraprendenti registi e produttori, il classico red carpet. Al contrario, gli organizzatori e il Linux Club, location perfetta che ha ospitato l’evento, han saputo creare la giusta atmosfera, familiare e attenta, giovane e dinamica. Si è parlato di cinema, di Italia ma non solo, anche di come giovani e deteminati ragazzi hanno lottato per il loro film: lo staff di Vittorio Moroni per esempio, ha girato le piazze del Bel Paese con una carovana, dal nord al sud, vendendo i biglietti sia via web sia di persona a potenziali spettatori riempiendo così in anticipo le sale o allestendo loro stessi sale all’aperto. Oppure Isabella Arnaud e Federico Rosati, tra i protagonisti di Shooting Silvio che, attraverso l’organizzazione di vere e proprie feste, son riusciti a coinvolgere giovani e non, e a raccogliere parte del budget necessario alla realizzazione del film di Berardo Carboni. Ma soprattutto, dopo la sfida dei costi di produzione (350 mila euro) non si son persi d’animo e si son cimentati, con un esito importante, nella distribuzione, altra grande incognita del sistema cinematografico Italiano. Sull’onda del “come affrontare i colossi della distribuzione” son intervenuti ospiti specifici e battaglieri: Alessandro Contessa di Pablo produzioni (che ha curato la produzione di uno dei film in rassegna: Craj, domani di Marengo) e Alessia Lepore, giornalista e critico cinematografico (Filmaker magazine). Insieme per un progetto nuovo, come dicono loro stessi “non contenti delle difficoltá di
oggi per fare cinema in Italia, ci siam buttati in un’altra avventura, forti di una storia unica e tutta Italiana” È in arrivo Focaccia Blues, la storia del panettiere di Altamura che ha scacciato la Mac Donald grazie alla mistica ricetta dell’impagabile focaccia pugliese. “Quando alla base c’è una storia bella e forte bisogna credere sino in fondo al progetto e andare avanti perchè trovi il suo spazio nella gabbia delle mayors. Io credo fortemente nel mio lavoro…” commenta fiducioso Contessa che crede nelle produzioni giovani ed offre agli spettatori della rassegna un quadro realista, che può apparire amaro, ma che lascia trasparire il desiderio di sfatare i miti di quei produttori improvvisati e registi del momento, i protagonisti dei palinsesti di oggi. “Prima - continua Contessa - i produttori erano coloro che piú credevano nel progetto e per questo investivano, per il cinema e per l’arte che ne è parte. Oggi ti ritrovi a chiedere fondi ad amministratori locali, a funzionari del Ministero dei Beni Culturali o imprenditori che cercano profitti su profitti. Una cosa è certa: non bisogna perdersi nei meandri dei fondi pubblici nè tantomeno aspettare quelli Europei”. “Non esiste piú il dialogo con gli esercenti. Coloro che possiedono i cinema oggi o son stati inglobati dai Multicine o fan parte di circuiti impenetrabili che prenotano le sale di anno in anno da chi, i boom del botteghino te li puó sicuramente preannunciare” lo incalza Alessia Lepore, che ha scritto la sceneggiatura di Focaccia Blues, “ma non è questo che spaventa la nostra piccola produzione indipendente. Quello che piú mi fa rabbia è che all’estero ci adorano e invidiano la nostra arte e il nostro cinema. Centinaia sono gli i registi e gli attori che han trovato affermazione in terre lontane per tornare gloriosi in Italia. Io peró non voglio andare in un altro Paese per dimostrare di essere qualcuno”.
La rassegna ha dato spazio a tutti per raccontare e per avanzare proposte e suggerimenti. Un pubblico attento ha interagito. Sinceramente non ho presenziato il Festival di Roma ma non só quanti spettatori abbiano potuto chiedere a George Clooney come ha trovato i fondi per il proprio film. “Famo la festa der Cinema ma c’avemo i buchi ne le strade”. Niente di piú vero. Ma forse son troppo bresciana per azzardare critiche. La nostra bella Italia è piena di esempi di ció che brilla all’improvviso e scompare altrettando all’improvviso, di giovani artisti che vivono nell’ombra e aspirano al riconoscimento ufficiale.
Nuovo Cinema Condiviso ha raccolto ció che sotto i riflettori non ha trovato spazio organizzata dal collettivo Kipiunehapiunemetta,  un gruppo di giovani che ha voluto dar spazio ad altri giovani come loro per produrre arte e son determinati ad andare avanti nei loro progetti.
Ogni film una storia, ogni storia mille risvolti.

Adesso sta a loro, senza dubbio gli auguriamo che un giorno il destino gli apra le porte magiche del red carpet ma nello stesso tempo ci chiediamo: sará veramente un bene per loro essere presi sotto la sicure ali protettive delle mayors di oggi, Medusa o Paramount che dir si voglia?

Erika Gerardini

 
 
 
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Data di creazione: 28/02/2007
 

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