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tremendina pensiero

il blog di Kishanna Conan Doyle

 

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la mamma che non si è rifatta una vita

Post n°24 pubblicato il 31 Luglio 2009 da kishanna
 
Foto di kishanna

Qui da noi c’è ancora il mito del posto fisso. Ho sentito in tv di una madre che ricatta il figlio perché il ragazzo vuole lasciare il posto in banca per lavorare su una nave da crociera. Sinceramente non sopporto quel tipo di genitori che decide la vita dei propri figli come fossero una proprietà da gestire. Decidono la scuola, decidono l’abbigliamento, decidono il lavoro, magari decidono anche la fidanzata e ogni settimana gli stilano un ruolino di marcia su quante volte può fare sesso con lei.

Questo tipo di madre è un modello vecchiotto, per la verità, ma ancora molto in auge in Italia: la madre che-si-è-sacrificata e non-si-è-rifatta-una-vita per i figli. Ossignore che noia! La  tipica madre italiana, quella che vediamo nei film americani, la cui immagine virtuale è: fazzoletto in testa e aria umile e stanca perennemente stampata in faccia.

La madre che magari è rimasta sola (vuoi per divorzio, vuoi per vedovanza) e riversa sui figli ansie e desideri. Quella che pretende di decidere ciò che deve fare della sua vita un’altra persona e quando questa non si rivela una specie di cagnolino adorante e ubbidiente comincia a ricattarlo con i sentimenti e con i rimpianti: io non mi sono risposata per te, io ho lavorato 16 ore al giorno per te, io ho fatto tanti sacrifici perché ti volevo medico o direttore di banca. 

Ecchissenefrega non ce lo metti?

Questo è il tipo di madre che non ha voluto rifarsi una vita. Riversa le sue aspettative di vita su un figlio e quando questo non risponde al modello che lei si è costruita comincia una vera e propria guerra d’odio e ricatti.

Ma i figli non ci chiedono di programmare loro la vita, i figli non hanno bisogno di scarpe di marca:  i figli vogliono il nostro amore e le nostre attenzioni. Mille volte meglio mettersi accanto a loro ed aiutarli a fare i compiti che lavorare due ore in più per comprargli il cellulare d’ultima generazione. Le cose non potranno mai sostituire l’amore di un genitore. Se certe madri cominciassero ad accorgersi che un figlio è una persona diversa, con i suoi sentimenti, obbiettivi e desideri, senza scaricargli addosso le proprie ambizioni, forse tanti ragazzi vivrebbero meglio la loro adolescenza ed crescerebbero con più rispetto per se stessi.

 
 
 
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