Creato da kit_1809 il 28/08/2006
E pensare che dormivano in convento (La Casta)

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MISTERO BOFFO

Post n°127 pubblicato il 06 Settembre 2009 da kit_1809
 

Chissà che avrebbe da dire Travaglio, oppure il buon Santoro, circa il diritto di cronaca e la oramai “prostituita” libertà di stampa. Mi riferisco ovviamente al caso Boffo e ai suoi sviluppi drammatici, derivati dall’articolo di Feltri e dal suo certosino lavoro giornalistico. Peccato che a cadere nella trappola sia stato un esimio giornalista factotum, eminenza grigia della CEI, primo tra tutti i lapidatori del Presidente, insieme all’instancabile Mauro di Repubblica e agli innominabili direttori dell’Unità e Manifesto.

 

Tutti adesso parlano di rappresaglia, di sporco lavoro, di subdoli metodi, mentre fino a qualche giorno fa, quando a finire sotto il tiro delle mitraglie comuniste era finito il Berlusca, nessuno ha alzato un dito a sua difesa, nessuno si è appellato al civile confronto: contro il Presidente del Consiglio si può e si deve tutto e ci si appella spesso al principio della libertà di stampa, che la sinistra, però distorce e consuma a proprio comodo.

 

La storia delle veline ha fatto il giro del mondo, sputtanando Berlusconi e soprattutto il nostro paese. Bastarono le registrazioni e qualche foto della D’Addario per dimostrare quello che non c’era bisogno di dimostrare e vale a dire che al premier piacciono le donne: una simile storia portò però alla ribalta anche i vertici dell’ex premier D’Alema, quando 2 squillo entravano a Montecitorio e si congiungevano carnalmente con un “personaggio importante”. L'inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi dopo con la condanna ad un anno (previo patteggiamento) della sola maîtresse che organizzava gli incontri con i politici. Già, già…

 

Il tentativo oramai palese (vista anche la clamorosa gaffe di D’Alema in periodi non sospetti…) di disarcionare Silvio a mezzo stampa, sta fallendo miseramente, anche se dei rigurgiti oramai settimanali provenienti da insospettabili ambienti come l’Azione Cattolica, alimentano uno scontro tra chiesa e governo, nell’attesa che il PD si pronunci sul nome del nuovo segretario (che nascerà anche questo morto…). Gli strascichi provocati a livello internazionale, non sono certo stati trascurabili, ma alla sinistra di questo poco importa: il buon nome del paese è salvo se ad essere infangato è quello del presidente del consiglio.     

 

In un paese normale (tanto per citare D’Alema), lo scoop giornalistico di Feltri, con tanto di prove inequivocabili (e non chiacchiere come quelle di Mauro e soci…), non avrebbe provocato alcuna reazione, se non una certa curiosità su come una notizia come questa, fosse potuta restare anonima per così lungo tempo. Il responsabile della comunicazione CEI, Boffo, è un omosessuale (e fin qui nulla di male…) che molestava la moglie del suo promesso fidanzato e fino l’altro giorno, lanciava strali e pontificava il comportamento amorale del Presidente del Consiglio, dalle colonne del giornale da lui diretto. Se sparare strali non è reato – in virtù della tanto vituperata libertà di stampa – non penso lo sia nemmeno riceverli, tanto più per una faccenda realmente losca, al contrario delle festicciole del premier, che è stata abilmente celata dai servizi “segreti” vaticani.

 

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”, diceva Giovanni sul Vangelo e a guardar bene, non so se i vari Mauro (che compera case in nero…) e lo stesso Boffo (molestatore e pontificatore), possano millantare il ruolo – oltre che di giornalisti – anche di educatori.

 

La libertà di stampa è per tutti e di tutti: vogliono farci credere che non si può sparare addosso a Berlusconi (quando in realtà lo fanno da sempre…) senza subirne le conseguenze, mentre la realtà è che l’intelligencija comunista non ama essere contraddetta e soprattutto sputtanata, come successo ad Ezio Mauro e a Boffo. Anche la sinistra ha scheletri negli armadi che adesso qualcuno (coraggiosamente!) porta alla luce…

 

Tempi duri per la storia della superiorità morale della sinistra…

 
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LA VALLE DEL RODANO...

Post n°126 pubblicato il 06 Settembre 2009 da kit_1809
 

Farei bene a starmene di più all’estero: l’ultima volta Paradisi procedette contro gli “intoccabili” del CSOA; mentre questa settimana, è scoppiata la bomba Rodano. Quando varco il confine insomma, succede sempre qualcosa di pepato ed allora ho deciso di comprar casa fuori, così magari potrei anche vedere Mangialardi perdere le elezioni.

 

Se da un lato una sconfitta elettorale del PD susciterebbe grande clamore, dall’altro non vedo invece giustificazioni nel polverone sollevato dalle rivelazioni (più che fondate!) sul conflitto d’interessi del nostro sindaco: tutti conoscono il marito, le sue numerose attività e le altresì numerose partecipazioni in progetti connessi agli enti – più o meno indirettamente.

 

Coraggiosi speakers e rampanti giornalisti hanno denunciato in passato – più o meno velatamente – queste connessioni, finendo spesso citati in giudizio. Adesso, grazie ad un’azione più coordinata, ma pur sempre coraggiosa, il bersaglio è stato centrato pur senza effetto sorpresa.

 

Rimango dell’avviso che il conflitto di interessi c’è ed è pure enorme, ma non dimentichiamoci che i senigalliesi lo sapevano e lo sanno a tutt’oggi. Prova lampante di quello che dico, sono i voti (pur in calo…) raccolti dall’Angeloni nell’ultima consultazione, dove fu ben evidente un lievissimo travaso di elettori di centro e di centro-destra, verso il PD. Questo certifica che un nutrito gruppo di persone di centro-destra, magari bene in vista e attive negli ambienti imprenditoriali, preferisce votare PD per non andare in contro a problemi di “convivenza” con l’amministrazione comunale. Mai più opportuno fu il detto degli imprenditori nostrani: “Noi stiamo con chi vince!”.

 

At the end, penso che l’uscita allo scoperto di alcuni valorosi, possa giovare al “cambiamento”: non in modo determinante, ma certamente rilevante.

 
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La regina è nuda, il Re pure...

Post n°125 pubblicato il 27 Agosto 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Forse troppe righe sono state sprecate per la telenovela CSOA, ma i fatti successi recentemente (mi riferisco all’azione coraggiosa e sacrosanta di Paradisi e la ridicola replica dell’amministrazione), mi hanno convinto del contrario: continuerò a scrivere della clamorosa ingiustizia perpetrata dal CSOA ai danni di tutti i cittadini, finché sarà necessario (salvo dimissioni dell’Angeloni perché in quel caso il blog lo butterei nel cesso), finché non succederà qualcosa… 

Non volevo credere alla notizia riportata su tutti i giornali con cui il nostro sindaco, con la solita maestria e trita retorica, trasformava un caso eclatante di malgoverno ed ingiustizia nazionale, in un banale ed increscioso episodio, riconducibile al caso. Avete ancora tra le mani l’osceno articolo di replica del Comune di Senigallia? Scorrete la prima riga, lì c’è già la soluzione all’enigma e la prova che questa giunta amministra qualche altra città: di certo non Senigallia! 

“…L’amministrazione comunale a seguito dell’esposto…”. A seguito dell’esposto? Lo so che sarete sorpresi e vi sarete già precipitati sulla tazza del cesso a vomitare, ma è tutto vero: DOPO 5 ANNI di azioni dimostrative senza autorizzazione del Mezza Canaja, occupazioni pagate a caro prezzo (magari a fini elettorali, quella penale che il comune dovrebbe pagare per l’occupazione delle Ex Colonie Enel potrebbe pure evaporare…), affissioni abusive, manifestazioni illegali con somministrazione di cibo e bevande, campeggio non autorizzato, musica a gratise (e la SIAE??), etc., l’amministrazione procede con le dovute verifiche dopo l’esposto del consigliere Paradisi. Vi sembra possibile? DOPO 5 ANNI! Ci voleva l’intervento di scienziati, che so il C.S.I., la C.I.A., oppure qualche sensitiva, per capire cosa succedesse là dentro? Ma fateci il piacere! Tutti, inclusa l’amministrazione, sapevano cosa succedeva là dentro, anche perché era alla luce del sole. E non venitemi a dire che dalla strada non si vedeva il campeggio, il traffico di bottiglie e pietanze e il mega-palco allestito addirittura sulla spiaggia… 

Alcuni fedelissimi (spero pochi) avranno chiuso entrambi gli occhi passando lì davanti, ma a gran parte dei Senigalliesi il sopruso commesso e l'arrogante menefreghismo, non va giù. Il comune ed il suo sindaco, sono colpevoli di omessi controlli, punto. DOPO 5 ANNI, chi amministra la città, non può limitarsi a guardare, per poi attivarsi solo a seguito di un esposto! Pensate un po’ se il consigliere Paradisi non avesse fatto nulla, sarebbe un illecito pensare che anche quest’anno l’avrebbero passata liscia?

 

Che ridere! Ai comuni mortali basta invece una festa in casa e musica un po’ alta, per incorrere nella censura e nei severissimi e celeri controlli riservati dalla nostra amministrazione alle attività commerciali e produttive e ai residenti. 

L’inganno è stato scoperto, i colpevoli sputtanati. Nessuno potrà impedire che si faccia chiarezza sulla “zona franca del CSOA” e sull’appoggio passivo che l’amministrazione ha dato per agevolarne la nascita: o si torna alla legalità, processando i colpevoli o ci divertiremo a fare anche noi gli stessi giochini…

Chissà quali perle di saggezza ci riserverà Mangialardi sull'increscioso episodio...

 

 
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Il CSOA ha vinto! L'amministrazione al guinzaglio...

Post n°124 pubblicato il 15 Agosto 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Senigallia si arrende. Simultaneamente alla partenza elettrizzante del Summer Jamboree, si consumava ieri sera qualche chilometro più giù, la vittoria degli illegali sui legali, dei disonesti sugli onesti, degli incivili sui civili. I nuovi kapò rossi, al servizio del comunismo ideologico più bieco, sono riusciti nel loro intento: fare il cazzo che gli pare, infrangendo quante più leggi possibili, senza ricevere alcuna sanzione. 

Già dalle 19, su una parte di spiaggia del lungomare Marconi, di fronte all’oramai nota Ex Colonia Enel, gli irregolari del CSOA mostravano i muscoli all’amministrazione e alla cittadinanza, allestendo un mega palco con tanto di service per l’amplificazione, in occasione del concerto che si sarebbe tenuto di lì a poco. Oltre la beffa dell’occupazione dello stabile (oramai storia nefasta per l’Angeloni e per Senigallia), del campeggio abusivo, della somministrazione illegale di cibo e bevande (e aggiungerei droghe), i nuovi comunisti de noantri, rinvigoriti dal silenzio dei nostri amministratori, hanno completato con la musica all’aperto il loro percorso illegale e abusivo. I passanti assistono incuriositi all’ennesima presa per il culo, senza peraltro capir bene cosa stia succedendo; alcuni senigalliesi (pochi!), pedalano e scuotono la testa; per altri (forse qualche genitore o qualche elettore PD) è una festa e salutano i preparativi con sorrisi e cenni d’approvazione. 

I vigili sono impegnati (come non mai) in centro a far rispettare i divieti ai bikers e mettere ordine. Ce ne sono abbastanza e per la prima volta la loro presenza è utile: vigileranno sul traffico, sulla marea di gente che ondeggia per i vicoli e le piazze e magari – come spesso succede – multeranno qualche negoziante perché ha affisso qualche manifesto pubblicitario sulla propria vetrina, senza l’apposito permesso.

Sapete che per le affissioni di materiale pubblicitario nelle vetrine, esiste un regolamento particolare, che obbliga il negoziante al pagamento di una tassa supplementare? Vale a dire: se voi fate stampare 100 manifesti e ne fate affiggere 98, per piazzarne un paio nella vostra vetrina dovete chiedere un particolare permesso e pagare una tassa diversa da quella solita dell’affissione. Oppure sapete che nelle attività commerciali, se ascoltate la radio (anche a volume basso) o mettete qualche CD, arriva poi l’omino della SIAE che vi chiede dei soldi? V’immaginate che danno ai diritti d’autore che fa uno che vende mutande, o meglio ancora casse da morto, se ascolta un po’ di musica in negozio? Immaginate poi cosa potrebbe succedervi se vi mettete in testa di somministrare bevande o addirittura alcolici senza le previste licenze… 

Ebbene, questa miriade di leggi e leggine comunali che vessano i commercianti, i titolari di esercizi pubblici e tutti coloro intendono fare qualcosa durante il periodo estivo (che siano privati oppure ad esempio bagnini) non valgono per i figli di papà del CSOA, o meglio: nessun omino SIAE, nessun vigile, nessun carabiniere dei NAS e nessun libero cittadino, ha voglia di andarsi ad impicciare di quello che fanno questi qua, perché oltre alle possibili rappresaglie (magari anche fisiche) dei capelloni, potrebbero anche inimicarsi le ire della giunta, che se da un lato esecra i comportamenti degli stessi, dall’altro fa finta di non vedere ed evita lo scontro con il gruppo nichilista. 

Occupazioni, proclami, auto-regolamentazioni, minacce all’amministrazione, minacce ai non allineati, violazioni di legge a ripetizione, prepotenze: questi sono i caratteri distintivi delle iniziative del CSOA, sempre silenziosamente avallate dalla vigliacca amministrazione, che nelle nuove vesti di Robin Hood da Senigallia (l’altro veniva da Nottingham), ruba ai commercianti, ai contribuenti e agli imprenditori, per dare agli irregolari e ricchi figli di papà del CSOA (ogni entrata mancata è sempre e comunque un danno per tutti!). Avete già ascoltato magari la famosa frase di qualche amministratore: “Tanto se nessuno li denuncia non possiamo fare nulla”. Peccato che le cose non stiano proprio così e non coincidano con quanto succede ai commercianti se non rigano diritto: se lasciano incautamente un manifesto appeso in vetrina, senza il sigillo comunale, arriva in un baleno il vigile o il messo che batte cassa per conto della Luana. 

La legge cari miei, non è uguale per tutti… specialmente a Senigallia. Chissà se gli organizzatori del Jamboree avrebbero potuto permettersi il lusso di saltare qualche permesso o non pagare la SIAE. Fossi in loro, il prossimo anno, farei tutto al risparmio come fanno “quei bravi ragazzi” del CSOA.

 

Il comportamento del CSOA, con il complice silenzio dell’amministrazione è intollerabile: è giunto il momento di intervenire… Ci stiamo organizzando!

 

 
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Intervista a 3 famiglie: i punti deboli del nostro turismo

Post n°123 pubblicato il 14 Agosto 2009 da kit_1809
 

Turismo, che fare? L’amministrazione, in virtù dei dati in proprio possesso, dichiara l’ennesimo successo della stagione turistica 2009, in barba ai gufi e ai disfattisti che parlavano e parlano ancora di profonda crisi del settore.

 

Un unico e fondamentale dato dovrebbe far riflettere i nostri amministratori: i turisti stranieri sono scomparsi. Prima di analizzare questo fenomeno – che l’amministrazione snobba scientemente – bisognerebbe anche chiedersi come mai il turnover dei nuovi arrivi, in altre parole di chi viene in vacanza qui per la prima volta, è da record negativo. Chi viene per la prima volta a Senigallia (esclusi gli attratti dal Summer Jamboree), nel 90% dei casi, non torna!

 

Potremmo dibattere a lungo sui due fenomeni, ma anziché ascoltare chi di promozione turistica non sa nulla (e ce ne sono molti nella nostra amministrazione), ho condotto una mini intervista ai pochi turisti presenti nello stabilimento balneare che da oltre 10 anni ospita me e la mia famiglia.

 

La famiglia di fronte al mio ombrellone vive a Bologna. Lui 46. Lei 45. Parlo con lei perché il marito gioca a pingpong con il figlio. Impiegata, 2 figli: uno di 6, l’altro di 5 anni. Discutiamo della crisi economica, poi affrontiamo l’argomento turismo. E’ la prima volta che viene a Senigallia, su consiglio dei suoi suoceri, che vengono da noi fin da giovani. Per la vacanza in un normale 3 stelle (come ce ne sono tanti sul lungomare…), spende 260€ il giorno pensione completa: ovvero, 75€ il giorno lei e il marito e 55€ i bimbi. Quando le chiedo come sta andando la vacanza, mi risponde bene, ma precisa anche che il prossimo anno se ne tornerà a Marina di Ravenna, dove era andata per 6 anni. Sostiene che le strutture romagnole hanno molti più servizi – dai giochi per i bambini, a spazi per il relax degli adulti, bici gratis con seggiolino per i più piccoli, etc. – a costi più contenuti. Oltretutto, aggiunge, spesso fa la doccia fredda, a causa del sottodimensionamento (questo lo immagino io) dell’impianto dell’acqua calda, che non riesce a smaltire le richieste dei clienti nell’ora di punta. Le bici ci sono, ma sembrano quelle che gentilmente usano i titolari dell’albergo e sono peraltro senza seggiolino.

 

La coppia che ho di fianco invece, viene da Bergamo. Lei è una bella gnocca e anche lui se la cava. Loro spendono un po’ meno, anche se i 65€ mezza pensione sembrano ugualmente tanti per quel “bugigattolo”. Anche loro sono venuti su consiglio di amici e partiranno (pentiti), prima del Jamboree. Dicono che tra noi e Riccione c’è un abisso e non si tratta della spiaggia – che dicono essere uguale, eccetto che per qualche metro di sabbia in meno – ma del contorno e dei servizi di cui sopra.

 

La coppia di Biella invece, viene da noi da moltissimi anni: eredità dei loro genitori. Poi non hanno più cambiato. Hanno oramai molti amici, ma ammettono che prezzi e servizi, non sono all’altezza. Dicono che oramai si sono assuefatti e non vogliono cambiare, ma i loro figli (ora 24 e 30), hanno resistito solo pochi anni ed adesso vanno in Romagna.

 

Riassumendo. Senigallia è cara, gli hotel non sono all’altezza, con strutture ed impianti vecchi ma prezzi alti. Non regge il paragone con la Romagna che ci surclassa in tutto. I nuovi turisti vengono per curiosità o su consiglio di chi invece a Senigallia viene da una vita. Molti di questi non tornano più ed in ogni caso chi prima andava in Romagna, giudica la ricettività Senigalliese ben lontana dagli standard dei piadinari. I turisti non ci sono, penso per gli stessi motivi: quando la Spagna faceva il pieno (come continua a farlo ora), tutti si chiedevano il perché… Il rapporto costo/servizi è diventato fondamentale e Senigallia non è certo Riccione…

 

Per completezza, riporto la risposta della signora bolognese alla mia domanda su chi le avesse consigliato Senigallia: “Beh, sono stati i miei suoceri. Loro oramai sono abituati e non hanno figli al seguito. Una famiglia ha esigenze diverse. Pensi che non hanno nemmeno le bici con i seggiolini per i bimbi. Alle 19,00 facciamo sempre la doccia fredda, perché tutti tirano acqua calda a quell’ora. Allora adesso stiamo in spiaggia più a lungo, così quando torniamo riusciamo a farla calda. Mi spiace, ma il prossimo anno ce ne torniamo a Marina di Ravenna… il paragone non tiene”.

 

Io non faccio il politico, ma le carenze del nostro turismo sono queste e possono in ogni caso essere colmate. Chi è pagato per fare proposte e amministrare… lo faccia!

 

Amen

 
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Fermare il CSOA si può

Post n°122 pubblicato il 14 Agosto 2009 da kit_1809
 

Un modo per metterla nel culo ai furbetti del CSOA ci sarebbe… I “borghesi rossi” ben presto perderanno il loro immobile con vista sul mare e – appare assai chiaro – che stanno cercando la loro nuova sede da dove continuare a gestire le loro attività illegali. A proposito, parlando con un amico, mi diceva che nessuno ha il coraggio di denunciare questi qua, per paura di rappresaglie, ma basterebbe una semplice “denuncia contro ignoti per occupazione abusiva del suolo pubblico”, che scatterebbe immediatamente il sequestro dell’immobile. Tutti gli altri capi di imputazione (numerosi), salterebbero fuori semplicemente a seguito del dovuto sopralluogo. Strano che a nessuno sia venuto in mente… 

Dicevamo che a causa del cambio di residenza, i finti comunisti stavano cercando la nuova residenza per il cazzeggio. Continueranno ad occupare finché l’Angeloni o il prossimo sindaco non calerà le brache come il solito, accettando l’ennesimo ricatto della potente lobby. L’unico modo per metterla nel didietro ai “guevarini”, è legale e indolore: basta, infatti, che le numerose associazioni che sono presenti nella nostra città, che non hanno ancora trovato sede, facciano formale richiesta per poter utilizzare questi immobili alla mercè dei disgraziati. Se l’immobile è privato, il proprietario (speriamo!), farà la normale denuncia di occupazione; se sono del comune, l’ente sarà costretto a deliberare a favore di chi – legalmente! – ne ha fatto richiesta d’uso (e loro non faranno mai richieste…). 

Lo stato di terrore in cui viviamo (è incredibile che, infatti, che nessuno si voglia impicciare di questi qua per paura di rappresaglie) non è più tollerabile e se è vero che eventuali azioni restrittive contro il CSOA, potrebbero provocare reazioni pericolose, questo disinteresse per ciò che fanno e per i soldi che ci costano (le loro azioni NON sono a costo zero per le casse comunali!!), è veramente nauseante. 

Faccio pertanto appello alle persone di buona volontà, affinché fermino con ogni mezzo le losche attività della “Squadraccia Rossa”, con i mezzi che la legge ci mette a disposizione.

 

 

 

Mentre vi scrivo continua impunita la manifestazione del CSOA, senza che l’amministrazione abbia mosso ancora un dito. Chi legittima l’illegalità è un illegale lui stesso! Dietro al silenzio delle istituzioni c’è il chiaro intento di far smorzare la polemica e salvare il culo ai futuri elettori… Appare chiaro, infatti, che CSOA e parenti, appoggeranno la lista Mancini. L’apparentamento al ballottaggio è cosa difficile ma assai necessaria, per evitare che le “pericolose destre” prendano Senigallia. Mangialardi dovrà andare a Canossa e chiedere l’appoggio di RC per vincere le elezioni ed eventuali rappresaglie alla grande famiglia comunista – di cui i guevarini fanno parte – potrebbero far saltare il tutto. E’ per questo che nei prossimi mesi il CSOA batterà cassa e l’amministrazione dovrà chinare il capo, proprio per evitare che RC vada da sola anche al ballottaggio (sempre che riesca…).

 
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Senigallia: la bottega dell'illegalità

Post n°121 pubblicato il 13 Agosto 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Il silenzio assordante dell’amministrazione sull’ennesimo insulto alla legalità mi fa veramente incazzare. Possibile che nemmeno ad un commerciante, nemmeno ad un povero Cristo con le palle piene, sia venuta l’idea di fare un denuncia contro ignoti (che poi ignoti non sono…), dopo aver assistito al solito teatrino dei figli-di-papà-comunisti-in-cerca-di-un-posto-al-sole-in-questa-difficile-società? Possibile che l’amministrazione, tanto solerte nel rompere i coglioni ai bagnini o ai titolari di ristoranti, per un festa un po’ troppo chiassosa o per l’occupazione del suolo pubblico in una serata particolarmente affollata, tolleri che dei buontemponi con i portafogli gonfi, possano fare il cazzo che gli pare, oltretutto in barba alle più elementari regole? 

Anche quest’anno i figli dei progressisti de noantri (molti di questi fanno sfoggio dei propri ideali online e pontificano “sullo stare al mondo”), hanno infranto un paio di chilometri di leggi, senza che a nessuno fosse venuto in mente di controllarli (se lo avete fatto fatecelo sapere!): affissioni abusive (coglioni coloro che ancora le pagano!), somministrazione bevande e cibo (altro che HACCP, NAS che rompono i maroni e i tanto noiosi scontrini!), campeggio (lì sì che ci sarebbe da ridere), etc. etc. etc. 

Per questo, per altri enne motivi e soprattutto perché mi stanno sulle balle, credo che tutte le persone di buona volontà, intelligenti e non allineate, potrebbero disubbidire alle regole di cui sopra, senza incorrere in nessuna sanzione, visto che c’è già un precedente bello e buon non sanzionato (avvocati di buona volontà cercasi…). 

Ho deciso! Nella città col più alto tasso di disoccupazione nella provincia di Ancona, c’è bisogno di una proposta imprenditoriale: la chiamerò J’abus! Campeggio abusivo, su suolo abusivo, con somministrazione di bevande e cibo abusiva e discoteca abusiva. Per la pubblicità… affissioni abusive e stampe manifesti con tipografia progressista, abusiva! Sarà un successone e sono convinto che troverò anche molti soci. 

Buone vacanze a tutti!

 

 

 
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LA CITTA' IDEALE E L'INTOLLERANZA DELLA SINISTRA

Post n°120 pubblicato il 12 Agosto 2009 da kit_1809
 

La cosa che veramente non capisco e mi manda in bestia, è come sia possibile che Senigallia abbia (da sempre!) questi amministratori. La cosa ancor più assurda, più inverosimile, è come sinistra (nessun altro oltre a lei ha mai governato qui), goda ancora – nonostante problemi e conflitti interni sempre crescenti – di un consenso sufficiente, sia per amministrare sia per fare i cazzi propri. 

Non credo che la colpa di ciò possa imputarsi alle opposizioni (alcune veramente scarse) che si sono succedute nel corso degli anni; tantomeno credo abbia rilevanza la scelta del candidato a sindaco: Senigallia è l’esempio evidente, il modello regional-comunista, di una politica basata sul soddisfacimento economico e affarista dell’elettore. Indi per cui chiunque voi metteste alla guida dell’opposizione, risulterebbe o un signor nessuno (e quindi non votabile), o un’affarista di destra (quindi non votabile). 

Il popolo dei fiancheggiatori (in calo in questo periodo di vacche magre…), è un universo alla prese con un gran mutamento: se prima la sinistra a Senigallia riusciva a fare politica nelle strade, nei bar, nei circoli, oggi non ci riesce più. La connivenza tra politica e affari è più forte oggi che mai e per questo motivo i compagni non hanno più avuto bisogno della solita politica: chiedere voti e convincere l’elettorato, non è più lo sport regionale. Oggi si vince con un appalto, un accordo commerciale, un cambio di destinazione d’uso, un portale per il turismo sovvenzionato… etc. Tant’è che ai comizi elettorali, la sinistra non fa il pieno perché non ne ha bisogno e la destra nemmeno, perché non si fanno affari con coloro che perdono… 

Questo modo di operare, scardinato e sconfitto in molte amministrazioni marchigiane, resiste ed è ancora in salute a Senigallia. I sindaci che rappresentano la sinistra – ora PD – sono addestrati nella gestione degli affari e nell’opera di distribuzione degli appalti: a nessuno di loro è richiesto di fare il politico e nessuno di loro è preparato a farlo. Ecco la ragione dell’apparente calo di consensi, legato all’affare Sacelit e alla complanare: quando c’è di mezzo il capitale famigliare e la salute, i cittadini sono più sensibili. Sarebbe auspicabile che anche sui temi dell’occupazione e l’edilizia popolare, gli elettori facciano dei ragionamenti analoghi: ma per qualche astruso motivo, non sembrano essere interessati… 

Cosa potrebbe fare dal canto suo l’opposizione? Beh, innanzitutto dovrebbe strutturarsi, organizzarsi e dare l’idea che in ogni caso a Senigallia si può vincere. Per fare questo – come accennavo – va bene qualunque candidato, ma meglio se un professionista stimato, lontano dalla politica e dalla gestione degli “affari” senigalliesi. In alcune realtà (vedi Ostra e Ostra Vetere), la ricetta ha funzionato: nel primo caso, c’è stato un semplice avvicendamento, tipico delle democrazie occidentali (esclusa Senigallia ovviamente); nel secondo caso, dopo secoli d’immobilismo, un candidato esterno, è stato ritenuto idoneo e super partes per rilanciare l’immagine della città (ma entrambe le campagne elettorali, sono state all’insegna della massima correttezza e Bello si è esclusivamente concentrato sull’esposizione del programma e delle proposte per attuarlo, mentre a Senigallia si trascende spesso).

Potrebbe bastare? Sicuramente no! Ma è certo che scendere in polemica con chi amministra appalti e voti come fossero numeri, è sempre controproducente. 

La grande delusione – che resta e che fa male – riguarda la cecità completa dello zoccolo duro dell’elettorato comunista, che, nonostante non sia quello che partecipa alla spartizione della torta, se ne sta alla finestra denigrando l’opposizione, nell’attesa di mettere la croce sulla scheda elettorale, su qualunque candidato il PD proponga (votando se necessario anche Agnoletto!). 

In questi giorni abbiamo assistito ad un calo consistente negli arrivi: è innegabile e inconfutabile! Ascoltando però le voci degli amministratori e molti dei loro elettori, tale dato, può semplicemente essere giustificato dalla crisi economica, dalle politiche del governo, dalla sfortuna e dalle bugie dell’opposizione, che vede crisi, invece del pienone. Bene. L’articolo apparso oggi su Vivere Senigallia, a firma Marcantoni, voleva proprio affrontare l’argomento, evidenziando le carenze dei nostri servizi, come i parcheggi, la viabilità e costi in primis (lo aggiungo io…). Ma (udite udite!), c’è qualcuno che arrivato addirittura a confutare la realtà e vedere ciò che non si può vedere: Senigallia è vuota! Vuota come non mai prima d’ora e se la crisi ha avuto i suoi effetti, la mediocrità dell’offerta turistica senigalliese, l’impossibilità di fare due salti fino l’alba e i prezzi da capogiro, hanno fatto il resto. 

L’amministrazione invece vede un boom senza precedenti, suffragato da dati di fonte incerta e difeso da qualche sfigato qua e là, che pur di esorcizzare una possibile sconfitta elettorale, dice bugie grandi come case.  

Nei giorni feriali i ristoranti sono vuoti, gli alberghi non hanno ancora fatto il pieno, le spiagge semi-deserte e si trova ancora parcheggio lungomare, perfino nelle aree non a pagamento. Se poi volessimo affrontare il problema turisti stranieri (statistiche di cui non parla mai nessuno e limitate agli ultimi anni), ci accorgeremmo che a Senigallia sono quasi in sostanza scomparsi, mentre in altre realtà marchigiane, continuano ad andare (vedi Gabicce, San Benedetto del Tronto, etc. 

Mi domando se gli elettori di sinistra (tra cui figurano percentuali interessanti provenienti dal centro-destra, proprio a giustificare il connubio politica-affari), che da anni preferiscono non cambiare, abbiano mai pensato alla possibilità di un cambiamento (almeno per curiosità). Perfino le più grandi dittature sono crollate eppure la sinistra senigalliese, spesso in fallo proprio nella gestione progressista della cosa pubblica (come l’occupazione, la casa e la salute pubblica), riesce ancora (speriamo per poco) a calamitare consensi.

 

4 consigli all’opposizione:

1. Se esiste veramente (come sembra), questo patto scellerato tra politica ed affari, va smascherato! La procura della Repubblica ha spesso evitato di indagare su affari al limite della legalità realizzati in passato da questa amministrazione (e continuati anche nel presente). Abbiamo bravi avvocati e il periodo è propizio… spariamo le nostre cartucce, ma evitiamo di farlo durante la fase conclusiva della campagna elettorale: lì si dovrà parlare solo del programma.

2. La politica non è l’arte di arrangiarsi. La macchina elettorale va messa a punto con strategie scrupolose: ufficio stampa, una task force che si occupi di comunicazione, un’altra che segua i rapporti con i compagni di viaggio (civiche, Lega, UDC?), un’altra che pianifichi la strategia politica, un’altra che si adoperi per la conta dei voti, attività scomparsa, ma d’indubbia efficacia, etc.

3. La sinistra proporrà almeno 1000 pagine di programma e  999 di esso, saranno dedicate alle cose fatte: cagate di cane raccolte, agli alberi potati, kg. di sabbia setacciati, etc. Stiliamo una pagina di programma con 10, massimo 20 obiettivi concreti per il miglioramento della città e spieghiamo come intendiamo raggiungerli. Torniamo a parlare alla gente tra la gente! Bisogna riprendere le piazze! La forza di Berlusconi è stata proprio questa e a Senigallia non ci siamo riusciti: il PDL sembra lontano, irraggiungibile…

4. Darei anche una rinfrescata all’immagine del partito: il PDL ha dei personaggi abbastanza singolari al proprio interno, poco propensi al dialogo e assai logori. La conta dei voti va fatta dopo e non è detto che rinunciando (oppure depotenziando) ad un candidato che porti 60, non se ne trovi un altro che porti 100. 

La città fantastica che l’Angeloni dipinge nelle sue omelie, esiste solo nei sogni della sinistra. Il sistema per la prima volta nella sua storia evidenzia delle. L’odio e il disinteresse mostrato dall’Angeloni nei confronti di chi dissente e l’arroganza con cui ha amministrato, dovrebbe far riflettere anche il più partigiano degli elettori, ma… tant’è…

 
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RAM: C'ERAVAMO SBAGLIATI! CHIEDIAMO SCUSA

Post n°119 pubblicato il 10 Agosto 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Siamo stati i primi a scagliarci contro l’amministrazione per la destinazione d’uso del più noto monumento senigalliese. La rotonda, per chi non lo sapesse, rappresenta Senigallia e ciò che ne rimane: i lontani fasti degli anni d’oro della “spiaggia di velluto” sono oramai un lontano ricordo e la rotonda, rappresenta al meglio l’amministrazione soporifera dell’Angeloni. 

Detto questo, intendiamo scusarci per gli attacchi gratuiti partiti dal nostro blog: la rotonda sarà pure un monumento funebre, un inno alla narcosi farmaceutica, un’ode “all’etere dietilico”, fatto sta, che l’assurda politica gestionale della RAM (rotonda a mammeta) ha salvato delle vite umane! 

Come potremmo mai scusarci con l’amministrazione Angeloni, che, grazie ad una previsione quanto mai ardita, è riuscita ad evitare il peggio? Cosa sarebbe successo ai malcapitati ficcanasi, se la rotonda fosse stata aperta al pubblico? Quale prezzo avremmo pagato, se l’amministrazione avesse ceduto ai ricatti dei blogger nazisti, che chiedevano di rivedere le politiche di gestione dell’immobile? 

Grazie a Dio non ci hanno ascoltato e grazie a Dio potremo ancora permetterci di risparmiare sull’intonaco…

 
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Luana e il paese delle meraviglie

Post n°118 pubblicato il 08 Agosto 2009 da kit_1809
 
Foto di kit_1809

Sulle condizioni del turismo senigalliese, ogni tanto se ne sente una: qualche giorno fa, uno sprovveduto oratore della “parrocchia Angeloni”, ci aveva addirittura stupito, con le nuove statistiche sulle presenze di turisti a Senigallia, tanto che avevamo pensato in molti che parlasse di un’altra città. Così, tanto per verificare, figlia a bordo, mi sono preso la briga con la mia bici, di pedalare per tutto il lungomare, arrivare al foro, attraversare il centro (scendendo civilmente), tirar diritto per la chiesa del portone, poi altra deviazione per Via Capanna. Ciò che ho visto è storia e contraddice clamorosamente quanto vanno dicendo: sempre che non ci siano alieni tra noi (forse Monachesi…), alle 12,40 di oggi si poteva toccare con mano la pochezza della programmazione turistica senigalliese… 

Ore 12,30 si parte. Il giro inizia da Bano: fettuccine al nero di seppia e quell’odore di frittura, sono gli ingredienti necessari per portare a termine la missione, visto che i miei polpacci sono fatti per tutto, tranne che la bici. Mia figlia è su di giri, tanto che scalcia delicatamente le mie ciambelle, un po’ come il fantino fa assaggiare il nerbo al cavallo. Paso adelante ma non troppo… 

Ore 12,32. Primo ristorante. Non faccio nomi, altrimenti mi censurano. Conto una decina di persone, incluso un barboncino e il suo whisky sour. Lui ci invita al tavolo, il padrone No.  

Ore 12,34. Il secondo ristorante è vuoto. Gli ombrelloni in battigia, sono quasi tutti aperti, ma contando bene le “zocche”, ipotizzo che vengano aperti più per fare ombra che per ospitare clienti. I ragazzi si danno da fare con gli strofinacci e un paio tirano di camel all’esterno. Ad essere buoni conto 7 persone. Mia figlia dice sei, ma non si accorge che dietro ad una tenda si è imboscato uno pseudo-turista.  

Ore 12,38. Il ristorante più grande che incontriamo sembra un museo: conto 15 persone, ma le sue dimensioni suggeriscono ben altri numeri. Il boss chiacchiera con un avventore e gli consiglia la prenotazione, per evitare la ressa. 

Il giro continua così, non ve la faccio lunga. In tutto 20 minuti. Sul lungomare alle 12,45 ho contato una media di 20 persone per ristorante, con i picchi più alti verso la rotonda. E’ chiaro che a Senigallia si pranza con gli orari di Barcellona (quindi alle 3 o le quattro del pomeriggio), ma non penso che la media si sia poi alzata di molto. 

Le cose sono due: 1. Senigallia è vuota; 2. è piena ma tutti mangiano per strada. Secondo me, la verità sta in mezzo: Senigallia è vuota, punto. E’ inutile affermare il contrario. I pendolari sono il 90% sul totale, gli altri sono senigalliesi. I primi si arrangiano con due pezzi di pizza o ciaffame vario; i secondi mangiano a casa. 

Adesso vado: faccio un salto al mare a vedere cosa succede. Il 10 agosto comincia la “Festa del Ciarpame 2009”. Sono passato di lì prima dell’una e non ho visto nessuno intento alla messa in sicurezza degli impianti o a dare una sistemata: la festa dell’illegalità avrà luogo anche quest’anno, con i vigili a guardare e l’amministrazione in ferie. Evviva!

 
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