Creato da Massimiliano_Kosovo il 20/10/2005
Racconto del mio anno di servizio civile in Kosovo

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« Meglio coglioni che Berlusconi!Ritorno in Kosovo...di nuovo! »

E' ora di tornare a casa!

Post n°56 pubblicato il 06 Aprile 2006 da Massimiliano_Kosovo

Bilancio di 6 mesi in Kosovo e ritorno a Gavi

 Ricordo come se fosse ieri il giorno della mia partenza ad ottobre: il mio entusiasmo misto all’incertezza, la mia gioia per la scoperta di un mondo nuovo unito alla tristezza per l’abbandono di quello vecchio. Da quel giorno sono passati quasi sei mesi, mezzo anno, e ciò vuol dire che sono arrivato alla metà del mio cammino in Kosovo.

Tra pochi giorni tornerò in Italia per elezioni e per le vacanze di Pasqua, ma sto utilizzando il tempo che mi separa dal ritorno a casa per fare un’analisi intermedia del mio progetto, del mio lavoro, della mia situazione, insomma, della mia vita qui a Pristina. Questo processo di analisi è importante perché serve a fermarsi un attimo, a ragionare a mente fredda, a capire a quale punto del cammino si è arrivati e come bisogna andare avanti. Spesso, infatti, i ritmi quasi frenetici della mia vita attuale non mi consentono di riflettere molto, perché semplicemente mi devo muovere, devo agire, essere attivo. Ma poi arriva il momento in cui sento il bisogno di dire: “Basta. Aspetta un attimo. Devi pensare con calma”. Prima di ritornare a casa è per me sempre tempo di bilanci: in qualche modo cerco di spiegarmi i motivi per i quali ho vissuto all’estero altri mesi della mia vita, cercando di analizzarmi in modo oggettivo.

A livello generale posso ritenermi senza dubbi soddisfatto della scelta fatta l’anno scorso di venire in Kosovo per un anno. Se già le altre esperienze di vita all’estero mi avevano “aperto” mentalmente all’Europa, questa non fa che rafforzare il mio desiderio di continuare a esplorare il “vecchio” continente, non solo nella sua parte occidentale, più conosciuta e a me vicina, ma anche quella orientale, in questo caso i Balcani. Qui in Kosovo ho conosciuto una parte di Europa molto diversa, con una storia sempre in bilico tra Occidente e Oriente, tra Roma e Costantinopoli, tra cristianesimo e islam. La storia dei Balcani è affascinante e violenta, caratterizzata da alti e bassi, da civiltà e barbarie, da pace e molte guerre. In questi mesi ho cercato sempre di leggere, di informarmi, di parlare con le persone, di viaggiare e di riconoscere i segni di questa storia. Questo può sembrare un interesse personale o un hobby, ma non lo è. La conoscenza della realtà presente tramite il passato è contemporaneamente un requisito e una carta vincente per svolgere bene il mio lavoro. Io sono venuto qui per cooperare, per collaborare: ciò presuppone un rapporto tra me e gli altri. Questi “altri” molto spesso sono le persone locali, e non si può pensare di lavorare con i Kosovari senza sapere cosa è successo in questa terra negli ultimi anni. Per questo motivo, è molto importante anche cercare di imparare la lingua locale: a poco a poco e con mille difficoltà io sto cominciando a parlare e a capire l’albanese. Questo mi sta aiutando molto ad integrarmi, a farmi conoscere ed accettare. La conoscenza delle lingue si sta rivelando fino a questo momento la mia arma in più nel lavoro: negli ultimi mesi ho avuto moltissimi incontri in varie scuole, ministeri, organizzazioni, ecc e poter parlare, a seconda dell’occasione, in inglese, tedesco, francese e albanese (con tutti i miei limiti) mi ha permesso veramente di dialogare, capire, scambiare informazioni. Inoltre, anche il mio ruolo di professore d’italiano sta procedendo bene: il primo corso è finito a febbraio e adesso sto insegnando in due nuovi corsi, di primo e secondo livello.

Nonostante i molti lati positivi, ci sono stati anche alcuni problemi: il Centro Don Bosco è in una fase di sviluppo difficile, non ci sono molti studenti, il rapporto con gli altri professori non è proprio idilliaco e così via. Quindi, c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare la situazione, a poco a poco. In compenso, però, il rapporto con gli altri colleghi italiani è molto buono e permette di avere una base solida sulla quale fare affidamento nei momenti di difficoltà.

In tutti i casi, il lungo inverno kosovaro è ormai finito e in pochi giorni si è passati dalla neve al sole caldo (più di 20 gradi!). La ricomparsa del sole e del bel tempo mettono di buon umore; con l’ora legale le giornate si sono allungate moltissimo: il risveglio di primavera è cominciato e fa dimenticare le lunghe giornate di freddo e vento gelido.

Ma ora è non è più tempo di pensare al passato, perché il presente chiama ed è già quasi il momento di rifare le valigie per tornare a casa. Gavi, la mia famiglia e i miei amici mi stanno nuovamente aspettando e non vedo l’ora di partire. Anche se le vacanze, lo so già, voleranno via in un attimo, adesso riesco a stento a contenere l’emozione. Partendo, però, saluterò il Kosovo in un modo diverso, perché, ormai, questa terra (non si può ancora definire stato!), mi è entrata nel cuore. Arrivederci Kosovo e, finalmente, eccomi Italia, sto tornando a casa!

 
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