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Utopia delle Sapienze

Post n°4 pubblicato il 04 Novembre 2014 da rudiger666

Un regista famoso ha fatto un film sulla Grande Guerra. Siamo nel 2014, ricorrono quindi i cento anni dallo scoppio di quella guerra. Il regista famoso ha detto che ha fatto quel film per dichiarare ai ragazzi morti cento anni fa in battaglia, nelle trincee, tritati dalle mine e sbriciolati dall'artiglieria, le ragioni della loro morte. Sì, perchè nessuno aveva detto loro come sarebbe andata a finire quella storia. Ma non voglio annoiarmi con la scarsa vittoria di Vittorio Veneto. Ormai molti di quelli della mia età sanno bene che quella guerra noi non l'abbiamo vinta, ma direi piuttosto, pareggiata. Insomma una vittoria oltraggiata dal trattato che ne seguì alla fine.
Ci dettero poco di quel che avevamo chiesto per schierarci con la Francia e l'Inghilterra, tradimmo il trattato con gli Austriaci ed i Prussiani, grazie anche ai socialisti come Mussolini e Fiume e Nizza ci vennero negate.
Ora il famoso regista sembra che sia cascato dal pero. I contadini che hanno combattuto quella guerra non sapevano nè leggere nè scrivere, e mica erano cittadini. Li chiamavano sotto le armi, di leva o richiamati, e loro andavano, senza sapere perchè, come avevano fatto anche i loro genitori contadini. Naturalmente, sotto sotto, la propaganda diceva che ai contadini avrebbero dato la terra, come al solito, da lavorare come sempre, ma sua, alla fine della guerra, tolta ai padroni, nobili o borghesi.
Con questa storia della terra, in parecchi hanno fregato i contadini. Bisognò che arrivasse il Piano Fanfani, per vedere qualche contadino lavorare la sua terra, ma l'abbandonò quasi subito per buttarsi nell'industria. La terra è bassa, diceva un mio nonno, Narciso, contadino, morto nel 1927 per setticemia. In guerra era stato ferito al ventre ed era stato a reggersi le budella per un paio d'ore prima di venir soccorso e ricucito. Il regista famoso stia calmo. Non è un oracolo.

 

 
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