In questi giorni, nei numerosi contatti per la mia campagna di candidato al Comune di Roma, mi trovo davanti gente disgustata da troppi anni di politica corrotta e del privilegio alle spalle della gente.
E tuttavia non mi stanco di ripetere che il fatto che la politica sia stata usata male e per procurare vantaggi personali in luogo del benessere condivisibile generale, a danno della crescita culturale del paese, non autorizza minimamente a detestare una disciplina che è nata per promuovere la civiltà dei popoli.
Voglio rammentare che i nostri Antichi Avi Greci inventarono la democrazia in un mondo esclusivamente barbaro e selvaggio.
Pur con dei limiti, la democrazia rimane in assoluto l’unico modo di governo accettabile, se mai richiede l’impegno e il contributo di tutti.
Vorrei qui ricordare due cose: Le parole di Kennedy, che sia come sia , ha pagato con la vita la sua dedizione alla democrazia e alla sua difesa:
NON CHIEDERTI COSA PUO’ FARE IL TUO PAESE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE!
E poi non posso non commuovermi ogni volta di fronte al manifesto dell’umanità, che inneggia all’indipendenza e mette la felicità al primo posto:
Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i
vincoli politici che lo avevano legato ad un altro ed assumere tra le altre potenze della
terra quel posto distinto ed eguale cui ha diritto per Legge naturale e divina, un giusto
rispetto per le opinioni dell'umanità richiede che esso renda note le cause che lo
costringono a tale secessione. Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se
stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro
Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca
delle Felicità.
I nostri padri e i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto duramente tanto per l’indipendenza che per la democrazia.
E’ nostro dovere di figli, nipoti e pronipoti adoperarci perché la nostra azione politica possa essere giusta e realmente risolutiva dei problemi sociali e individuali.
E’ facile criticare la politica standone fuori, come se i politici dovessero essere i genitori del popolo bambino e........cambiargli i pannollini.
La politica siamo noi e sta a noi rifondarne i principi più salutari per il benessere collettivo.
Voglio anche dire che il movimento che stiamo fondando per la buona politica avrà uno stile e una condotta che rifletteranno le sue componenti e la sua base.
Dunque impegniamoci tutti per coinvolgere in questo progetto entusiasmante di riforma della nazione e delle città il maggior numero di persone e di cervelli, perché stili e comportamenti non discendano più dall’alto ma siamo espressione democratica e collettiva.
Chiudo con Giorgio Gaber che cantava: Libertà è partecipazione (non è stare sopra un albero).
Con amore,
Peter
Info al sito http://www.petercapra.eu