dai che è quasi Natale

Post n°24 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

sono due giorni che non pubblico niente.

perché scrivo, rileggo, poi mi accorgo che forse non dovrei rendere pubblici pensieri, anatemi, ragionamenti.

eppure mi sono letteralmente sfracassata gli zebedei di essere politicamente corretta.

non è da me.

so essere educata, gentile, diplomatica, accomodante, comprensiva.

ma solo perché in 32 anni ho capito che è molto più facile trattare con la gente mettendo in campo queste doti.

quindi ci sta, che chi mi conosca ora mi creda così. 

ma quando scrivo Giada scalpita, quando scrivo non riesco a pensare al quieto vivere. 

quando scrivo dipingo quello che vedo, e non sempre vedo belle cose.

quando scrivo sanguino un po, e su quello non posso mentire.

lo so  che abbiamo un circolo arci,  che va be che non è un locale pubblico ma si ha a che fare comunque con un pubblico. .che legge, che osserva,  che giudica, cataloga e decide del tuo futuro come attività. 

lo so che dovrei pensare di non dar fastidio a nessuno scrivendo.

lo so.

ma che palle fare la buona, quando ho fanculivari che filtrano dai sorrisi. 

quindi, chiederò al consiglio;  ma probabilmente scrivendo qui mi libererò di un po di roba che sta in cantina.

liberissimi di offendervi.

 

sottofondo: pioggia (ancora? )

sul comodino: il club dumas

 

 
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finestre al crepuscolo

Post n°23 pubblicato il 28 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

oggi pensavo a quanto mi piace l'ora del crepuscolo invernale.

alzo gli occhi e vedo finestre illuminate, vedo persone che tornano dal lavoro e rientrando accendono il riscaldamento.

tendine che tentano di nascondere pezzi di vita che si incastrano, a volte graffiandosi,a volte con spazi incolmabili.

le luci nelle case degli altri mi hanno sempre attratto.

dai lampadari puoi capire molte cose, di chi abita in questi nidi.

dal calore delle lampadine, dalla lunghezza delle tendine della cucina.

a volte vedi un bimbo col naso appiccicato al vetro, che mi vede e mi saluta.

io gli faccio una linguaccia e ridiamo, io vicino alla mia macchina e lui su, al secondo piano.

immagino la sua cameretta, vedo una mongolfiera luminosa appesa al centro della stanza. quando mi fermo ai semafori mi guardo attorno e sbircio nelle finestre, negli androni illuminati dei condomini, dove la luce delle scale ha il timer, e quando si spegne rimane sui gradini il profumo della signora appena rientrata dopo una giornata di lavoro, gli ormoni dell'adolescente che sta correndo giù due gradini alla volta per rubare un bacio al morosino.

la luce si spegne ma la vita rimane, impigliata negli odori e negli spigoli.

tra poco in quelle finestre vedrò lucine intermittenti e alberelli di plastica al profumo di bosco.

il Natale mi rende inevitabilmente curiosa.

Poco centra con l'Inventario, ma da Salò a Rezzato c'è un pò di strada e un po di finestre illuminate.

 

Sottofondo: you make me feel (like a Natural woman) versione di nonsochi

sulla scrivania rossa: il progetto di Cantoterapia di Silvia Dallera

 
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libri&misteri

Post n°22 pubblicato il 25 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

Comincio a leggere " Il club Dumas", preso in prestito dalla libreria dell'Inventario.

È una libreria strana,  la nostra. 

L'ho creata con un pensiero: salvare i libri.

Perché,  con mio grande orrore,  ho scoperto che ci sono persone che buttano i libri.

Allora ho chiesto di portarli da noi, che da noi saranno protetti e staranno all'asciutto. 

Certo,  alcuni titoli non dovrebbero nemmeno esistere, a mio avviso ad esempio Moccia e Fabio Volo e Melissa P. per citarne alcuni: che però non mi sono sentita di buttare nel fuoco acceso del camino come qualcuno aveva suggerito domenica.

Se esistono liste della spesa camuffate da libri è perché qualcuno li legge e li compra.

E io adesso guardo questo titolo e mi chiedo da che casa venga,  dove sia stato fino al mese scorso. 

 Mi chiedo se è stato un regalo di natale o un ricordo di una ex. Se chi ce l'ha portato l'ha letto,  se gli è piaciuto. Se immagina che ora lo stia leggendo io. 

 

 

 

Credo metterò in piedi un gruppo di lettura all'Inventario.  Da bambina era uno dei miei sogni, un club privato di lettori e scrittori, sede centrale la casetta sull'

 

albero.

 

 

sottofondo: in una cuffia qualcosa dei Sentenced, che concilia il sonno

 

 

sul cuscino: Il club Dumas di Arturo Perez-Reverte

 

 
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memoleDark al banco

Post n°21 pubblicato il 21 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

Mi ricorda Memole.

Un folletto vestito di nero, con i capelli lunghi e biondi, due occhi grandi e labbra sottili colorate di viola.

Un basso che sembra più grande di lei, un nome che è metà del mio.

MI piace, questa donnina che mi chiama per nome, che beve mojito e ha un cappello strano.

Se ne sta al banco e sembra sputata fuori da un racconto invernale, fuori fa freddo e lei dondola a ritmo di blues, tiene il ritmo con la cannuccia sul piatto dell’aperitivo.

Mi fa pensare alle luci di Natale, e lei vestita di nero che si staglia sul bianco della neve.

La immagino che scrive poesie, che vive in un appartamento all’ultimo piano di un palazzo alto, e dalla sua finestra vede i tetti della città, vede le altre finestre illuminate.

Una sigaretta spenta tra le labbra, una piantina solitaria sul davanzale.

Lei rimane al banco e tiene il ritmo, forse quello che immagino è semplice poesia.

Ma mi piace pensare che quando uscirà di qui, dopo aver suonato per noi, ritornerà in una storia in bianco e nero dove c’è sempre musica.

 

Sottofondo: “headturner” Joss Stone

 

Sulla scrivaniaRossa: Americano e locandina della serata / Fogazzi&Bellan Duo

 
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valutazioni

Post n°20 pubblicato il 21 Novembre 2014 da lascrivaniadiGiada
 

all' alba delle 3 mi ritrovo a pensare che forse dovrei rendere pubblico anche "altro".

mi piace pensare che ci siano persone reali che leggono ciò che scrivono e poi passano all' Inventario,  e danno un volto e una voce a queste parole. 

ho sempre considerato la scrittura come il miglior terapista in circolazione,  che c'è sempre, in qualsiasi ora del giorno e della notte.  non si fa pagare a ore. e soprattutto non richiede un pagamento in conio vigente.  per ascoltarti la scrittura chiede molto più dei soldi. chiede tempo, chiede coraggio.

a volte non ho voglia di scrivere perché questo mi obbliga a fermarmi, zittirmi, guardare.

e ultimamente fermarsi a riprendere fiato è un lusso che mi sto concedendo poco. perché ci vuole coraggio e dedizione per guardare e non giudicare,  solo osservare e riportare segni tangibili, per non dimenticare,  per capire. molte cose si capiranno in futuro,  nel frattempo io continuo a metterci un po di Me.

ps. La cena del 21 dicembre si farà,  i dettagli li abbiamo decisi insieme. Finalmente. 

sottofondo: Davide che dorme le sue solite tre ore a notte

sul comodino: spray al propoli che il mal di gola incombe

 

 

 
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