Se ora, in questo momento, mi dovessero dire “ehi tu guarda che la fine del mondo è tra nove giorni!!!” il primo pensiero sarebbe proprio quello di cosa indossare per l’occasione. Si perché metti che si son sbagliati, che qualcuno si salva, e visto che fa un freddo boia sarebbe meglio un bel paio di scarponi, pantaloni pesanti, un maglione spesso e un giubbotto impermeabile, con nello zaino delle calze di riserva, qualche maglietta e un costume per l’estate, magari anche un paio di infradito giusto per….
Poi a freddo sto discorso andrebbe in soffitta. Sarebbe l’ultimo dei pensieri. Prima di esso procurarsi una bella cena per quel giorno e festeggiare la dipartita con la pancia strapiena. E non sarebbe per nulla il pensiero principale.
Sicuramente in nove giorni non potrei recuperare un’intera vita, perciò niente moglie e figli, niente laurea “ad Honorem” (beh forse per questa potrei anche farcela, non so in che ma potrei anche comprarmela come han fatto in molti), niente cura dimagrante, nemmeno smettere di fumare. In fondo nove giorni son veramente pochi per mettere in ordine le fila di una vita.
Beh però bastano per dire in faccia al capo su ciò che penso, prenderlo pure a botte se ci scappa, fare sesso con le colleghe che ti piacciono, magari anche con la vicina di casa. Penso anche che inizierei un ferreo regime di droghe e alcol e cercherei di non dormire fine ad allora. Sicuramente andrei anche al mare, forse aspettando li la fine. Non so perché ma il mare mi darebbe quella giusta tranquillità per quell’istante. Non ammazzerei nessuno, sarebbe come fare un regalo a chi reputo non degno di esistere, meglio che schiatti nella massa, cosi da non ricevere nessun memoriale a ricordo. O una lacrima.
Fare sesso… ah già l’ho già detto. Meglio ripetersi prima di scordarselo in quei convulsi momenti.
Mi piacerebbe dire un’altra volta “ti amo” con l’enfasi struggente di quando ero innamorato. Però non so se sarebbe positivo. Sicuramente ne vale la pena ma sarebbe doloroso non godere poi del tempo trascorso a ricordarselo negli anni a venire. E poi rovinerebbe la “festa dell’ultimo giorno di vita”, pieno di viscerali perdizioni e orgasmici piaceri del corpo e della mente.
Ma sapete che vi dico? Che forse quella sera starò a tavola con la mia famiglia, come quelle volte che raramente accadono ultimamente. Si, il piacere della tranquillità, del buon cibo, delle chiacchere fatte sorridendo, leggendo negl’occhi non la rassegnazione di una vita vissuta e terminata, ma di vederla finire con le persone che piu ami.
Ora che ci penso mia madre come da ragazzino mi vorrà vestito decentemente… allora… che mi metto?
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