MY CHEMICAL ROMANCE

30 minuti

La mattina...

... il suono della sveglia, un'abile mano decisa che ti afferra per la spalla e ti riporta ad un nuovo giorno. Un giorno che ha all'inizio il sapore dell'ignoto, del nuovo. Ti alzi nostalgico dal torpore del letto e vaghi tra le venature del legno del parquet senza vedere nitidamente la porta del bagno. Il mondo intorno a te sembrerebbe non esistere se non fosse per la luce già calda che si insinua tra le gelosie. Questo è l'unico momento che ti prendi cura di te stesso senza troppi pensieri, con la calma dei movimenti e dei profumi che si sprigionano dallo scorrere dell'acqua. Incominci a vedere meglio, a vederti meglio, a camminare più sicuro e libero e a sentire il brivido dell'aria più fresca di una finestra aperta, cosi per abitudine, per lasciar andar via la coda della notte.

Il tutto dura una mezz'ora. I pensieri ritornano, quelli invecchiati il giorno prima, e ti ricordano tante cose. Troppe. Come il desiderio di accendersi una sigaretta.



30 minuti. Un tempo limitato tra l'onirico riposo e la realtà. Una realtà apparentemente immutabile nei contenuti ma interpretata da sempre nuove comparse. Attrici ed attori che che nella tua personale commedia, nel tuo romanzo "chimico", si susseguono senza influire sulla direzione della trama ma semplicemente ora rallentandola, ora velocizzandola, lasciando un sapore diverso che sembra rinvigorire speranze e desideri. Ma alla fine ci si accorge che si aromatizza ciò che è un surrogato. Merluzzo che sa ora di granchio ora di aragosta. O tiepida acqua che sa di fragole o di cannella.

La vita sincera la vivi solo in quei 30 minuti.