Creato da labbrasilenziose il 04/04/2009

MY CHEMICAL ROMANCE

IN QUESTA VITA SELVAGGIA NON PUO' ESSERE TUTTO UNA COINCIDENZA

 

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Hell is time

Post n°766 pubblicato il 02 Maggio 2012 da labbrasilenziose

L'inferno. Nell'immaginario l'inferno è un luogo dove le anime bruciano per espiare le proprie colpe, nel tormento totale, nella disperazione priva di speranza, dove la calma e la tranquillità o un briciolo di serenità sono le vere uniche utopie.
Non è cosi. L'inferno è presente nelle nostre vite ogni giorno. E non è solo tormentato e disperato ma può avere la forma della tranquillità e della calma, del silenzio e della solitudine. L'inferno è una faccia della stessa medaglia, una medaglia chiamata Tempo. Secondi, minuti, ore, giorni, anni... misure che servono non solo per definire scadenze o ricordi, eventi o fatti quotidiani, ma anche attimi di disperazione e sconforto, di attese vane e riflessioni su errori e insuccessi o semplicemente guardare sparire quello che la vita ci ha tolto.
L'inferno sta nel silenzio di una stanza, nello scorrere del tempo che sembra non avere essenza mentre una pistola viene appoggiata alla tempia. L'istante del tamburo che gira, un botto e ritorna il silenzio. Una vita spezzata in una pozza di sangue che si espande fino a riflettere le pareti bianche ormai rosse. Luce che diventa oscurità.


Eccolo l'inferno.


Nella testa e nei pensieri di un sorriso che non c'è più. Di tanti sorrisi che non ci saranno più dispersi ormai in una porta che si apre che rompe per qualche secondo il silenzio rosso di una notte intera. E un uomo che guarda quello che il tempo gli ha regalato. I ricordi di un figlio cresciuto ormai affogato nella sua disperazione che in quell'attimo preciso contaminerà anche lui. E una domanda che dannerà l'anima per l'eternità... perchè?






No l'inferno non è un luogo. E' il tempo che lo crea dentro noi attraverso i nostri pensieri, ciò che ci accade, e nel modo in cui affrontiamo i problemi, le disgrazie, i fallimenti, le malattie. Che sia nella tranquillità di una stanza, nel silenzio della solitudine, nel bordello di un pub, nel sapore amaro di un bicchiere, nell'attesa di un qualcosa che ci faccia cambiare la via del futuro. O nella certezza che sarà sempre cosi.
Dimenticandoci che l'inferno è come la peste...

























Addio Fabio...................

 

 
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O. il 05/05/12 alle 21:29 via WEB
ciao, un abbraccio O.
 
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