sempre me stessa
...ma in continua evoluzione...« mitica |
marta aveva un grosso problema: non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. solo in un modo riusciva: cucinando. lei riusciva a preparare gustose pietanze con aromi che si diffondevano ovunque e si infiltravano sino in fondo al cuore. e cosi', dopo l'ennesimo fallimento sentimentale, decise di dedicare una serata alla cosa che piu' adorava fare: preparare del cibo per i suoi invitati. mentre i suoi occhi sgorgavano lacrime, le sue mani impastavamo, mesciavano, condivano, speziavano abilmente come solo lei sapeva fare. la sua cucina era un esplosione di odori, colori e sapori. a tavola aspettavano in silenzio religioso le pietanze preparate con tanto amore. il profumo poteva distinguersi anche altrove, per le strade del piccolo paese in cui viveva....e portato dal vento, anche in quello vicino. tutti serravano gli occhi e dilatavano le narici per riuscire ad assaporare cio' che non potevano toccare. ed ecco alzarsi le narici di un vagabondo che vagava ormai da giorni, anzi, da tempo in cerca del nulla piu' assoluto. con l'istinto che solo le persone di strada riescono ad avere, segui' l'aroma sino alla destinazione sconosciuta. marta gli apri' la porta. gli fece talmente pena quell'uomo che decise di farlo entrare e farlo sedere al suo tavolo con gli altri. lui capi' da dove proveniva quell'essenza che seguiva...era la pelle di quella donna...un misto di crostata di mirtilli, pomodoro fresco con basilico, cannella e peperoncino. si sedette alla sua tavola senza coplimenti e porto' alla bocca la pietanza pronta. fu cosi' che si innamoro' perdutamente di quella zuppa .....e si accorse che non poteva piu' fare a meno di quella donna. marta.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
https://blog.libero.it/ladiabla/trackback.php?msg=8223129
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun Trackback
|
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
Inviato da: kingle
il 31/03/2012 alle 16:10
Inviato da: philrep
il 03/01/2010 alle 19:34
Inviato da: cesarexxxxxx
il 03/01/2010 alle 18:07
Inviato da: De_Blasi.A
il 16/11/2008 alle 00:17
Inviato da: ventodamare
il 16/09/2008 alle 10:30