LA FORMICA ROSSA
Il blog de La formica con un'idea sociale - gruppo studentesco nato in Università Cattolica, sede di Milano
LA FORMICA CON UN'IDEA SOCIALE
La formica con un'idea sociale è un'associazione studentesca di centro – sinistra, area democratica, <che si riconosce nei valori civili e cristiani di democrazia e di libertà e che rispetta i diritti fondamentali dell’uomo espressi nella Costituzione italiana> (tratto dall'articolo 1 del nostro Statuto).
Autonomi e indipendenti, crediamo che alla base di tutto ci debbano essere: confronto, dialogo, tolleranza, rispetto e solidarietà; sosteniamo il partito democratico, appoggiamo la politica dell'Ulivo e siamo fortemente europeisti.
Per tutto ciò che riguarda i temi etici professiamo la libertà di coscienza. Proprio perché crediamo nei valori sopra elencati, non vogliamo seguire una linea comune sulle questioni etiche: a queste proprio non si può estendere la legge della maggioranza. Dunque ognuno sarà libero di esprimere la propria opinione in merito: cercheremo, in questo modo, di rispettare il più possibile le idee altrui e di migliorare attraverso il dialogo, visto non come una perdita di tempo, ma come fonte di arricchimento. Solo così si può dare il giusto valore all'individuo e solo così l'individuo può essere veramente libero.
Come ogni gruppo speriamo di crescere e di migliorare. Per farlo abbiamo bisogno anche di te. Puoi contattarci all'indirizzo laformicademocratica@libero.it
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Israele sarà l’ospite d’onore alla Fiera del libro di Torino. E fioccano le polemiche. I contrasti con la Palestina e la conseguente politica dura adottata dagli israeliani sono una cicatrice profonda. E gli intellettuali si dividono. Una parte di questi ritiene che tale invito sia non solo fuori luogo, ma anche ingiusto nei confronti dei palestinesi, e vuole boicottare la fiera. Un’altra parte reagisce alle polemiche boicottatrici con una serie di vezzeggiativi quali antisemiti! Nazisti! E via dicendo. Una terza parte ancora, poi, non si allinea preferendo stare a guardare.
Ecco cosa penso io a proposito. Tutta quella serie di vezzeggiativi cui facevo riferimento poco prima (nazista, antisemita…) è spropositata e offensiva; per quanto riguarda il nazista, bhe, credo che questo si commenti da solo.
La fiera del libro non è una fiera della politica. E ha peso politico limitato. Tuttavia io non avrei invitato Israele da solo. La storia di Israele, anche letteraria, è strettamente legata a quella della Palestina: sarebbe stato più fruttuoso invitare i letterati e gli intellettuali di entrambe le parti, concedendo loro l’opportunità di dialogare e di confrontarsi. Permettendo alla letteratura di superare quegli ostacoli che con gli occhiali della politica sembrano decisamente molto più alti e ingombranti. Nonostante ciò, resta un'ottima occasione per affrontare una questione di interesse mondiale.
La fiera del libro è una fiera culturale. Gli intellettuali, ancor meno i letterati, non possono essere responsabili di scelte politiche, non sono uomini d’azione. Tuttavia spetta a loro scegliere se accettare l’invito a queste condizioni - accettando così di rappresentare Israele - o se, considerando Israele uno stato razzista, rifiutarlo (come nel caso di Shatta). L’invito di Israele è assolutamente legittimo, oltre al fatto che fa discutere: tutti parlano della sua condotta politica e non è che lo stato israeliano ne stia traendo una gran pubblicità.
Siete convinti che Israele non meriti di essere l’ospite d’onore? Disertate la fiera! Punto e basta.
Mi piace l’idea di creare una fiera del libro alternativa. Limitarsi a condannare Israele è troppo facile. Proporre soluzioni alternative, bhe, questo è decisamente più difficile, ma è anche assolutamente alla portata degli intellettuali “boicottatori”.
J. V.
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