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nessun insegnamento

Post n°37 pubblicato il 25 Settembre 2010 da lakota55

I concetti che assimiliamo sono forme del mondo che ci turbina attorno e che manteniamo attivo attraverso l' incessate lavorio della mente. Quando la mente si calma il turbinio di forme e suoni può anche continuare ma perde consistenza. Quando riusciamo ad entrare dello stato di pura esistenza "IO SONO",  ci si rende conto che nulla di ciò legato all' idea di essere corpo è reale, anche le più intime convinzioni sono bagliori fuggevoli.

Negare l' idea-di-Dio è naturale per il Buddha, stabilizzato nello stato di pura consapevolezza di sè. "IO SONO"  e solo "IO SONO" è autenca adorazione.

Quelli che sono legati alle convinzioni prodotte dalle loro menti, quelli che pensano di essere salvati dalla fede che la mente produce sono lontani dall' esperienza  di "IO SONO ESISTENTE".

Anche quelli che vanno da Maestro a Maestro, cercando quello che ha parole migliori prima o poi dovranno parcheggiare la mente nello stato fondamentale "IO SONO", se non vogliono spendere inutilmente la loro vita.

Nessun insegnamento, nessun Maestro può salvare un corpo che è nato solo per morire.

Nessun insegnamento, nessun Maestro può salvare un' anima sostenuta da una momentanea identificazione della Pura Consapevolezza.

 
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la non-abitudine

Post n°36 pubblicato il 24 Settembre 2010 da lakota55
Foto di lakota55

La ricerca in sè stessi non è un compulsare concetti su concetti, accumulare nozioni di ogni tipo per poi catalogarle secondo i più svariati criteri. La ricerca arriva ad un buon punto quando la mente riesce ad acquietarsi sulla semplice sensazione "IO SONO". Provare a stabilire uno stato costante di pensiero "IO SONO" semplificato da ogni associazione con verbi di azione. "IO SONO" e basta. E' l' idea minima di cui ha bisogno il sistema nervoso per mantenere la sua funzione vitale essenziale. Ogni stimolo sensorio volto a sostenere lo stato fondamentale della consapevolezza: "IO SONO". Stabilizzarsi in questo pensiero troppo semplice non è semplice, perchè l' abitudine ad identificarsi in ciò che si fa vuole prevalere; il sistema nervoso abituato a sostenere un costante frenetico lavorio non riesce a stare fermo; si agita, producendo continue aggiunte all' idea di "IO SONO... " ...  "IO SONO ... questo ... quello... ecc". La consapevolezza dell' "IO SONO" è continuamente provocata dalla complessità delle proprie abitudini comportamentali.

A questo punto si dovrebbe introdurre una non-abitudine, ossia l' arresto dell' idea di "avere abitudini".

 
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filosofia personale

Post n°35 pubblicato il 23 Settembre 2010 da lakota55

Nietzscheè il più personale dei pensatori. Egli ha attinto alla sua personalissima esperienza l'affermazione , che ogni filosofia è stata finora « l' autoconfessione del suo autore ed una specie di mémoires involontarie, e che « nei filosofi non esiste assolutamente nulla di impersonale»

La più alta forma di filosofare è visualizzare il proprio "IO SONO".

La consapevolezza di ogni cosa muove da una banalissima realtà: IO ESISTO.

La maggior parte dei pensieri che ingombra la mente non è rivolta all' IO come ESISTENZA fondamentale ma all' IO agente.

 
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il palcoscenico

Post n°34 pubblicato il 18 Agosto 2010 da lakota55
Foto di lakota55

L' anima incarnata nel corpo esperimenta l' infanzia, la giovinezza e la vecchiaia; poi riprende un altro corpo. L' uomo che ciò conosce non trae alcun smarrimento" (Bhagavad-Gita II°, 13)

 

"... che importa ciò, se i morti di oggi rinascono in novelli corpi? Avviene propio come sulla scena tra attori: quello che poco prima è stato ucciso, mutato il costume e rinnovata la maschera, riappare. Si dirà, però, non è morto veramente costui. Ma nessuno muore perchè il morire non è altro che permuta del corpo - come nella veste sulla scena ... Proprio come sui palcoscenici dei teatri, così si vuole pur mirare uccisioni e ogni genere di morte e conquiste di città e saccheggi: tutto ciò va considerato come una trasposizione di scena e un mutare di costumi; persino lacrime e lamenti sono fittizi. Perchè anche qui, nelle singole sorti della vita, non è già l' uomo vero, l' intima anima umana, che s' affligge e si lamenta ma solo l' uomo esterno, che è un' ombra e che crea tutte le sue parti sul palcoscenico del mondo" (Plotino, III Enneadi: 2-XV)

 
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la realtà

Post n°33 pubblicato il 03 Agosto 2010 da lakota55

la REALTA' tiene infinite possibilità ed alla fine si comporta come le si chiede

 
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