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Forza ragazzi

Post n°892 pubblicato il 21 Settembre 2009 da lalla8521

Alessandra Vaccari
KABUL

«Fate attenzione all'auto bianca. Auto sospetta. Tracciante, attento». Ore 16.08, salgo sul Lince, denominato «Scorpio 2», con la «mia» pattuglia per andare a Paghman, a ovest di Kabul. Il giorno dopo la strage dei nostri ragazzi, siamo di nuovo sul Lince. Sono qui a Kabul per raccontare cosa fanno i militari italiani in Afganistan.
Ero venuta soprattutto per i militari veronesi, o comunque di stanza a Verona, ma l'attentato dell'altro giorno ha stravolto oltre alle loro vite anche i miei programmi. Ci chiamano giornalisti embedded, espressione inglese per dire che siamo «aggregati» ai nostri contingenti.
Viviamo con loro un periodo limitato di tempo. Salgo con quattro militari, gli stessi che il giorno dell'attentato sono stati a recuperare i mezzi distrutti, che ora sono sotto sequestro alla base di Camp Invicta e che verranno esaminati nei prossimi giorni. I risultati dei rilievi formeranno un fascicolo da consegnare al magistrato militare.
Sono con il mitragliere Fabio Armento, 24 anni, che nonostante il cognome poco veneto è di Vicenza. Lui è quello che nei Lince sta con la testa fuori. Il ruolo che impressiona di più. Poi c'è il conduttore, il caporalmaggiore Fabio Farinelli, 26 anni, di Perugia. I due Fabio sono alla prima missione sul teatro di guerra. Poi ci sono il radiofonista Luigi Galassi, napoletano, 27 anni, alla quarta missione così come il comandante della squadra Costantino Oriente, 29 anni, di Campobasso. Tutti del 186° Reggimento paracadutisti Folgore.
Era importante uscire con loro oggi. Quasi un attestato di solidarietà. Prima della partenza, c'è stato il briefing davanti alla cartina stradale con le vie che avremmo dovuto percorrere. Un po' di chiacchiere per fare un briciolo di conoscenza. Di lì a poco questi uomini saranno i responsabili anche della mia vita. E sul Lince non ci sarà tempo di parlare, dovranno stare attentissimi.
Siamo partiti un'ora dopo il previsto, perché in una delle strade è stata organizzata una manifestazione pro Palestina che ha coinvolto tremila persone. Il primo allerta arriva a meno di 200 metri fuori dalla base, perché alcune auto parcheggiate ai lati della strada fanno temere il peggio. Come l'altro giorno, solo che allora non c'è stata la possibilità di accennare a una reazione.
Il capo della squadra di soldati continua a lanciare messaggi ai suoi uomini. Automobilisti da far spostare, obiettivi da controllare, movimenti sospetti. Oggi non è una giornata particolarmente calda, ma sotto al giubbotto salvavita la temperatura è elevata. Insieme percorreremo, alla fine quasi un centinaio di chilometri, in mezzo alla paura e imbevuti di sudore. È di questo che sono intrise le nostre bandiere: di sudore e di sangue degli uomini che per queste bandiere combattono.
Oggi, come dicono questi uomini, si esce anche per quelli che non ci sono più. Per continuare quello che stavano facendo loro. I nomi delle vie si susseguono: Highway 1 e 7, Labbi, Blair, ma ci sono anche la Modena e la Verona. Il paesaggio da questo finestrino blindato si vede soltanto la vita che scorre laterale.
Attraversiamo quartieri costruiti su case di fango e paglia, con bambini sudici che saltano sull'immondizia cercando qualcosa da mangiare. Poi arriviamo in un altro quartiere moderno, pieno di luci da assomigliare a un lunapark, dove ci sono alcuni hotel molto lussuosi. Andiamo avanti tra un avvertimento e l'altro.
Il paesaggio cambia in continuazione. Quella che resta uguale è la povere continua che si appiccica addosso ai nostri corpi. La sento persino scricchiolare sotto le dita sul block notes su cui mi ostino a prendere appunti. I momenti peggiori sono negli spazi angusti, nelle vie strette. Chiunque passi può essere un pericolo.
Alle 18.30 arriva l'allarme che più fa paura: «Auto sospetta, possibile attacco suicida su autobomba. Rivolto forze Isaf o folla civili». Lo stesso allarme del giorno dell'attentato. Vabbè, sono qui. Se è destino per oggi sono pronta. Ma oggi per i due Fabio, per Gigi, per Costa e per me non è destino. Le comunicazioni sono ancora più strette. L'attenzione sembra ancora più alta.
Ci protegge il Lince, che è il nostro mezzo migliore, tant'è che gli americani volevano riprodurlo, volevano il progetto. Niente da fare: lo produciamo noi, ma lo vendiamo. Questi soldati che vi viaggiano e che hanno in dote anche la mia vita, sono professionisti preparati. Sono parà. E già questa è una buona garanzia. Fin da piccoli sognavano di fare quello che stavano facendo. Si sono addestrati e allenati per fare questi pattugliamenti.
Il nostro è un esercito di gente preparata, di professionisti al più alto livello. I nostri militari dicono che qui in Afghanistan sono ospiti. Pattugliano di continuo perché debbono far capire agli abitanti che non ci sono soltanto i talebani, e che non è vero che loro, i barbuti, controllano il 78 per cento del territorio. Ci sono anche le forze Isaf, impegnate a portare la pace.
Quando il nostro Lince passa, i bambini alzano il pollice. Niente a che vedere con le immagini del neorieletto, e non senza sospetti, presidente Karzai, la cui immagine si incrocia ogni mezzo chilometro, con l'indice sinistro puntato, non si capisce verso chi. Quasi un monito alla popolazione ad andare a votare. Mentre passiamo col Lince, il cielo di Kabul è lattiginoso, come spesso accade all'imbrunire. È piovuto, ma soltanto qualche goccia.
Dalla mia visione laterale del mondo di oggi, dentro al Lince, continuo a vedere bambini che giocano con gli aquiloni. I più fortunati li hanno colorati. Altri sono di carta velina trasparente.
Sono convinta che questo piccolo pezzetto di libertà riconquistata ai talebani sia anche merito dei nostri militari. I «barbuti» non volevano che si giocasse con gli aquiloni. Oggi, invece, le anime di carta volano leggere in cielo.

"Reportage di una giornalista de "L'Arena" in visita ai nostri soldati a Kabul.
Tra loro è presente un amico...
Ragazzi, siete il nostro orgoglio!!!"

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Commenti al Post:
dolcemonella_2007
dolcemonella_2007 il 21/09/09 alle 22:54 via WEB
ciau lalla!!!!!!!! mamma mia davvero una vita che non ci si beccava!! vabbè ci riaggiorniamo velocemente!!! kiss
 
 
lalla8521
lalla8521 il 22/09/09 alle 10:42 via WEB
Eh già, davvero un sacco. Colpa mia, con la testa sono ancora per aria...bacio
 
raffranchecca
raffranchecca il 27/09/09 alle 17:17 via WEB
è importante leggere qste cose...per avere bene un'idea di ciò che succede lì e di ciò che i ragazzi fanno!ti abbraccio buona serata e buon inizio settimana!
 
 
lalla8521
lalla8521 il 28/09/09 alle 15:27 via WEB
Peccato che ci si ricordi di loro solo quando succedono fatti spiacevoli..un abbraccio e buona settimana anche a te
 
hector67
hector67 il 02/10/09 alle 12:12 via WEB
Ciao Lalla è un po che non ci vediamo ...bellissimo reportage e forse ti piacerà la poesia che ho appena dedicato alle famiglie dei nostri ragazzi caduti. Ti sapetto per unirci tutti intorno a loro. Ciao ti abbraccio. Ettore
 
 
lalla8521
lalla8521 il 02/10/09 alle 14:12 via WEB
E' vero, un sacco di tempo che non ci si sente...sono poco presente ultimamente..uffi..dovrò rimettermi in carreggiata
 
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