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Post N° 168

Post n°168 pubblicato il 04 Maggio 2006 da quotidiana_mente
 
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Oggi è una splendida giornata, di quelle che invogliano a “marinare” l’ufficio. Mi chiedo e mi domando perché non fosse difficile “marinare” la scuola ed invece diventa un’impresa ardua non recarsi in ufficio ogni mattina. Senso di responsabilità? Anche durante il periodo scolastico era un’allieva responsabile, ma qualche “marinata” l’ho fatta. Così, per provare l’ebbrezza della banale trasgressione.
Fuori dalla finestra, la giornata è veramente splendida. Diventa difficile persino trovare una nuvola in un cielo terso come quello di questi ultimi giorni. Il tepore inizia a farsi sentire e tutto diventa, almeno in apparenza, più facile.
Oggi è il compleanno di uno dei miei fratelli, uno dei tanti della tribù. Lui è il penultimo. Nato mentre mio padre era già partito per l’altrove. Ed è strano, fu strano il suo incontro con nostro padre. Non aveva traccia di quella figura, non riconosceva quella figura. Per anni, non avrebbe ascoltato nessuna parola pronunciata da mio padre, l’unico suo riferimento era mia madre. Furono anni di contestazioni eppure lui era “piccolo”, furono anni di quasi liti, perché lui non litigava, si chiudeva in un mutismo tutto suo ma non eseguiva nessun ordine che venisse impartito da mio padre. Mia madre arrivava e, con la sua voce bassa e tranquilla, chiedeva la stessa cosa e lui scattava: come un soldatino obbediva e basta. Ricordo quel periodo perché trovavo quella situazione alquanto strana. Ma, a mia volta, ero “piccola”, troppo giovane per capire il motivo di quei contrasti furibondi da parte di mio padre e così pacati da parte di mio fratello. Avrei capito ma molto dopo, solo anni dopo.
Lentamente, con il passare del tempo, tutto si placò come per magia. Lui iniziò a non mettere più in dubbio la figura paterna, forse ne aveva solo preso atto. Non saprei ma, di colpo, tutto rientrò nella normalità del rapporto padre-figlio.
Quello che mi stupisce è, era, la capacità di ribellione in un bambino così giovane, aveva un anno e mezzo quando incontrò, per la prima volta, mio padre. Tuttora rimango meravigliata di quella ribellione così decisa e allo stesso tempo così pacata.
Gli anni sono passati, lui è cresciuto, siamo cresciuti. Ora, è padre di due meravigliose bambine e, faziosità a parte, riconosco che è un padre eccellente: sempre presente ma senza soffocare. E’ un vero piacere vederlo giocare, parlare, educare le sue figlie: pacato come sempre, fermo nei suoi proponimenti ma mai intransigente. Mi chiedo se questo suo atteggiamento sia dovuto ai suoi turbamenti di bambino. Non saprei.

Dedico a mio fratello la canzone che tanto lo tormentò. Dedico a mio fratello la canzone che più ha odiato e che ancora odia. Ma sono sua sorella e le sorelle se non sono dispettose non sono sorelle fino in fondo.
A te, Fernando, con il mio amore di sempre.

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