Un fatto è assodato: la TELECOM è democratica. Non è, in fondo, un fatto da poco.
Da ben tre giorni due delle quattro linee telefoniche dell’ufficio sono guaste. Niente segnale acustico in entrata e il silenzio più totale in uscita. Una pacchia a pensarci bene, niente telefonate di spacciatori di servizi a gogò, niente confusione con un’altra società che ha la nostra stessa denominazione e con un silenzio semi totale si lavora meglio. Almeno io lavoro meglio.
Dalla prima segnalazione all’ufficio preposto è stato accertato che il guasto dipendeva da una porta alla centralina “su strada” della TELECOM e che c’era solo da aspettare l’intervento di un tecnico, perché non si poteva fare nulla da “remoto”. Massimo 48 (quarantotto) ore e tutto sarebbe stato ripristinato. Sono piuttosto ottimista e ho sperato.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Qualche e-mail da fornitori e da colleghi inizieranno ad arrivare con la convinzione che fossimo già in congedo pre-natalizio oppure scappati con il malloppo. All’ennesima telefonata alla TELECOM, la risposta è stata la stessa: massimo 48 ore e tutto verrà ripristinato.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Alla scadenza, ero pronta: telefono in mano, numero di pratica in testa, pronta ad aggredire verbalmente l’operatore. E avviene il miracolo: l’operatore è così gentile ma così gentile che è impossibile aggredire proprio lui. Inizia con le scuse a nome suo, a nome del gruppo, a nome di tutti ed io, come un baccalà, rimango (quasi) muta al telefono, come le linee non funzionanti. Mi assicura che entro le otto ore successive, tutto verrà ripristinato, che posso stare tranquilla, che non ci sono problemi. Giurin giurello? Giurin giurella, risponde lui.
Poco dopo, arriva il Gran Capo e decide che lui sì che sarà in grado di convincere il primo operatore a sistemare tutto e subito. Che lui è tutto di un pezzo e che la Telecom dovrà provvedere in tempo reale. Lo guardo, così, con un fare molto ma molto compassato. E chiedo se il suo secondo cognome sia Tronchetti Provera. Mi fulmina e se ne va a telefonare.
Torna quasi subito con l’aria tipica di chi ha vinto non solo una battaglia ma la guerra. Decido di lasciargli ogni illusione.
Ho appena inviato un fax di protesta alla TELECOM, ormai le 48 e le successive 8 ore sono belle che passate e nulla è successo. Fax che contiene le solite minacce: mancato guadagno, mancata immagine per la società (nostra e loro) e che se non verrà fatto qualcosa, ci sarà anche un mancato guadagno per loro per via di una (ipotetica) causa. Come se fosse una novità.
Poi ripenso ad un servizio di Report sulle centraline “in strada” e… c’è solo da sperare che il fine settimana porti consiglio ma soprattutto un miracolo.
Siamo un ufficio, altre due linee sono disponibili: non oso immaginare chi vive in posti isolati, magari persone sole, persone anziane che hanno bisogno di essere collegati con il resto del mondo e mi chiedo come mai il servizio non sia più efficiente o efficace o tutti e due.
Però, hanno dimostrato di essere democratici: nemmeno le ire del Gran Capo hanno smosso nulla.
Inviato da: cassetta2
il 06/12/2020 alle 19:25
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il 18/03/2013 alle 21:27
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il 09/08/2012 alle 22:09
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il 05/09/2011 alle 16:12
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il 28/08/2011 alle 09:40