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Post N° 360

Post n°360 pubblicato il 12 Giugno 2007 da quotidiana_mente
 





Avete mai viaggiato con un passeggero che assomiglia non all’originale ma all’imitazione che ne viene fatta?
Sfido chiunque a stare di fronte ad un personaggio simile ed a rimanere impassibile. Ho passato cinque ore con il terrore che lui iniziasse a dire: “Bru’, ah Bru’!”, che era l’ultima imitazione vista in televisione.
Era identico all’imitatore, parlava persino come lui. Era solo un po’ più giovane. Cinque ore di viaggio e cercare di non ridere. Cinque ore e cercare di non sentirlo mentre parlava al cellulare. Cinque ore di quasi terrore. Sì, perché io avevo solo voglia di ridere. Cinque ore nascosta dietro ad un giornale o ad un libro. Cinque ore con gli occhi rivolti verso il tavolino per non dare inizio ad una risata senza fine. Cinque ore terribili.
Arrivata a Roma, ho dato sfogo alla mia ilarità repressa.
Quattro giorni di ferie e vedere che basta lasciare questa città per trovare il silenzio e la pulizia. Quattro giorni per dimenticare tutto, che poi non è vero, non si dimentica mai niente, nemmeno le scadenze fiscali regolarmente sistemate prima della partenza. Quattro giorni per dimenticare una collega che dopo sei giorni di ferie è tornata più imbestialita di prima. Quattro giorni per ricordare che la vita non è sempre quella che facciamo ogni giorno. Quattro giorni per ricordare che i ritmi possono essere diversi e che è facile adeguarsi. Quattro giorni per vedere ogni giorno come se fosse il primo. Quattro giorni per non dare importanza al sole che gioca con le nuvole e con le gocce di pioggia. Quattro giorni per bruciare le gambe dal ginocchio in giù perché solo quelle erano al sole. Quattro giorni a godersi il fare niente che poi nemmeno quello esiste veramente perché qualcosa si fa sempre. Quattro giorni per provare la nuova macchina digitale ordinata su Internet e arrivata da un paesino vicino a dove sono cresciuta in Francia. Quattro giorni per capire che leggere le istruzioni può risultare utile. Quattro giorni per respirare aria pulita dal vento. Quattro giorni per ricordare quanto è bello pedalare su piste ciclabili linde e perfette. Quattro giorni per ricordare il rispetto che hanno gli automobilisti verso i pedoni e i ciclisti. Quattro giorni per ricordare che attraversare sulle strisce pedonali è un diritto e non una concessione e che non serve fare gincane, perché le auto si fermano regolarmente. Quattro giorni per dimenticare le gincane fatte in bici o in a piedi e rischiare di essere investita appena arrivata alla stazione.
Quattro giorni per tornare con più sonno del giorno della partenza. Quattro giorni per ricordare quanto è bello tornare a casa, alla propria tana. Quattro giorni per pensare ai prossimi quattro o tre o due di giorni di ferie.





 
 
 
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