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Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...

 

 

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Post n°511 pubblicato il 26 Maggio 2009 da quotidiana_mente






Tanti anni fa, qualcuna mi ha chiesto, con mio immenso stupore, di fare da madrina al figlio appena nato. Ero stupita perché nessuna mi aveva mai chiesto qualcosa di simile. Mi sembrava una grande responsabilità e amando le sfide ho risposto di sì. Mi vedevo già, commossa, di fronte all’altare mentre il prete versava l’acqua sulla fronte del bebè. Si poteva fare, avrebbe bagnato la sua testa, mica la mia. Tutto era molto semplice, in fondo. Tutto sembrava semplice.

Qualche giorno dopo, la mamma del futuro battezzato mi disse doveva presentare un certificato al prete della sua parrocchia per dimostrare che i futuri padrini erano “buoni cristiani”. Non sono credente, non lo ero nemmeno all’epoca, ma mi sono sempre comportata da “buona cristiana”. Avendo intuito il mio pensiero, lei precisò che non era ammessa l’autocertificazione.

Per qualche giorno ho pensato a come aggirare l’ostacolo. Potevo provare dal parroco del quartiere e ci provai. “Non ho il piacere di conoscerla, non mi sembra di averla mai vista in chiesa”. Non aveva tutti i torti, nemmeno io lo conoscevo di persona, sì di fronte alla chiesa mi capitava di passare, mi capitava ancora più spesso di mandare qualche accidente al campanile per via del rumore sgradevole che ogni mattina fungeva da sveglia, ma altri contatti, in effetti, non c’erano stati. Continuai a meditare sul da fare ancora per qualche giorno. Così, a tempo perso.

Quell’estate andavo in vacanze nel mio paese d’origine e avrei provato a chiedere a mia madre un certificato di buona condotta (cristiana) presso il prete della sua parrocchia, che lei in chiesa, all’epoca, ci andava regolarmente da brava praticante.

Arrivò l’estate e arrivò il momento di fare la richiesta a mia madre. Lei non era entusiasta, dicendomi che il nuovo prete gli sembrava troppo “conservatore” e che forse non sarebbe stato così facile. Ricordai a mia madre che ero stata: battezzata, cresimata e avevo fatto anche la comunione, insomma le mie carte erano tutte in regole. Sì, vero, c’era quel piccolo dettaglio, del tutto trascurabile, della mia non presenza in chiesa da un po’ di anni, ma ero pur sempre una cattolica, apostolica e persino romana a tutti gli effetti, mica avevo abiurato niente!

Qualche giorno dopo, arrivò la risposta del prete: non mi poteva dare il certificato di buona condotta (cristiana) perché gli risultava che vivevo nel peccato, che non avevo ancora procreato e che se questa mancanza di figli fosse dovuta a qualche difetto (mio, ovviamente), beh, a lui dispiaceva ma che comunque lui era sicuro che così non fosse e che dunque oltre al peccato della convivenza si aggiungeva anche il peccato (più grave?) della mancata riproduzione.

Mia madre era arrabbiatissima con me per via della figura fatta con il prete. Non ho pensato, sul momento, di chiederle come faceva il prete a conoscere così bene la mia vita privata, vivendo io a oltre duemila chilometri di distanza, poi, mi sono detta che loro lassù hanno qualcuno che riferisce quanto avviene qua giù. Ero basita!

Qualche sera dopo, il prete si presentò a casa dei miei genitori per qualche futile motivo e ho approfittato dell’occasione per dirgli esattamente cosa io pensassi del suo comportamento. Sono stata, sicuramente, molto convincente perché lui stava cedendo; mia madre gongolava in un angolo ed io ho aggiunto che non mi interessava il suo certificato perché non volevo fare parte di un club simile. E questo è stato il mio ultimo incontro ravvicinato con un uomo di chiesa.

Non ce l’ho (più) con lui e nemmeno con la chiesa: seguono i loro dogmi ed io non posso fare niente, nemmeno ribaltare la situazione con il mio voto. O così o pomi’ ed io ho scelto pomi’.

Può anche darsi, che io abbia incontrato gli ultimi preti “reazionari”, chi lo sa? Il prete, quello portoghese, è stato una vera sorpresa, perché giovane e aveva vissuto a lungo in Germania per motivi di lavoro (era già prete?). Ho saputo, in seguito da mia madre, che lui si è “spretato” perché ha conosciuto una fanciulla e l’ha messa incinta e il che lo ha portato a una convivenza. Chissà se si è sposato di fronte a Dio e agli uomini…

La mia unica soddisfazione, a distanza di anni, è che il Portogallo si sta affrancando dalla chiesa, diventando sempre di più uno stato laico nel vero senso della parola.

 

(Ricordo tornato in mente dalla lettura del post di Poison_Dee)











 
 
 
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