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SIAMO AMATI CON LO STESSO AMORE CON CUI IL PADRE AMA GESU, SUO ETERNO FIGLIO, SIAMO O NO FORTUNATI?
Post n°736 pubblicato il 13 Dicembre 2013 da sebregon
14 DICEMBRE
SAN GIOVANNI DELLA CROCE (m)
Gv 15,9-17
Noi nulla sapevamo di questo amore rivelatoci da Gesù. Sul nostro orizzonte umano conosciamo sì gradazioni d’amore da quello degli sposi a quello dei genitori verso i figli o a quello vissuto nell’amicizia ma nulla sapevamo di un amore che attinge la sua forza su qualcosa che viene prima dei legami di sangue o di quelli puramente affettivi.
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. Questo amore arriva da lontano ed ha la sua origine in quello del Padre che ama Gesù. Della qualità di questo amore siamo investiti. Allora occorre chiedersi come può essere un amore così dal momento che noi conosciamo solo l’amore umano.
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Ed a questa domanda potremo rispondere solo contemplando la passione, morte e resurrezione del Signore. Sul monte Tabor Gesù parla della sua morte con Elia e Mosè e subito dopo si manifesta la voce del Padre che dice a Pietro , Giacomo e Giovanni di ascoltare il suo Figlio diletto. Il Padre dunque sa a che cosa sta andando incontro Gesù ed esortando i discepoli ad ascoltarlo ci introduce in una modalità d’amore per noi completamente sconosciuta.
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Quale padre infatti potrebbe facilitare la strada ad un figlio che mostra l’intenzione di fare passi che sicuramente lo porteranno alla morte? Quest’amore dunque segue strade diverse che nulla hanno a che fare con il togliere il Figlio dalla strada che liberamente ha deciso di percorrere.
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Allora deve essere un amore che va oltre ed altra cosa dall’esercizio che noi ne facciamo in ordine a quelle ristrette cerchie in cui lo viviamo. E’ un amore che è perfetto nel suo scambio dal Padre al Figlio e viceversa ma che non è perfetto come potremmo intenderlo noi e cioè come autosufficienza.
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E’ un amore invece che trova nel donarsi la perfezione della sua legge che non abbandona essendo capace di tenere forte in mano la vita: il Padre risorge Gesù. Ecco noi siamo inseriti in questo stesso amore che il Padre ha per Gesù e dunque come lui attraverseremo la morte fisica ma saremo tenuti saldamente nelle mani della vera vita del Padre.
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Gesù con queste parole non vuole introdurre i discepoli in filosofie esoteriche ma dà loro delle chiavi interpretative per affrontare e capire ciò che succederà dopo e cioè la sua morte e la sua resurrezione. San Paolo dice che se Gesù non fosse risorto allora cadrebbero tutte le sue parole e noi non saremmo costituiti come figli del Padre amati dallo stesso amore con cui ama il suo figlio Gesù. Ed in forza di questo amore eterno portato nel tempo che Gesù chiede d’essere ascoltato quando esorta i discepoli ad osservare i comandamenti del Padre suo che sono quelli di entrare in questo modo d’amore in cui il livello divino è il perno fondante e quello umano il chiamato a riceverne l’impronta e cioè di viverlo con la stessa sua dinamica: riceverlo e donarlo: amatevi gli uni gli altri».
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo che sei il perno di questo via vai d’amore infinito tra il Padre ed il Figlio aiutaci a viverlo sempre più profondamente e con sempre maggiore verità.
Gabriele Patmos
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