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« IL NOSTRO PADRE DIO CI A...EVITIAMO DI STARE IN MEZ... »

LE PROMESSE DI DIO, AVVERSATE SU QUESTE TERRA, SI REALIZZANO SEMPRE: TESTIMONE MARIA MADRE DELLA NOSTRA FEDE

Post n°773 pubblicato il 25 Marzo 2014 da sebregon

25 MARZO
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE 


 

 




 

 

Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Come riportare la meraviglia di questo evento nella nostra vita in modo che non rimanga solo un racconto bello, misterioso ma che alla fine potrebbe solo sfiorarci per un momento e non lasciare alcun segno duraturo nel nostro cuore? Noi credenti di oggi siamo preceduti da un credere della Chiesa che affonda nei secoli e quindi non siamo i primi a metterci davanti a questo evento tuttavia se non ci tocca come se fosse la prima volta ne perderemmo tutta il senso e  la forza per noi e per l’umanità.

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La prima cosa che dobbiamo notare è che un ‘qualcosa di grande’ arriva da una sfera non propriamente quotidiana. Si apre uno spazio di luce, l’angelo Gabriele, che viene inviato ad una creatura umana, Maria. Così per noi, in modi diversi e non così luminosi, arriva direttamente da Dio una chiamata, un’idea, un qualcosa che ci fa capire che la nostra esperienza quotidiana non è solo racchiusa nei limiti di questo mondo.

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Dobbiamo essere certi che è così ma nello stesso tempo prudenti e sempre nel timor di Dio per non scambiare ciò che è nostro con ciò che è di Dio. Noi viviamo nel già e nel non ancora, gia salvati ma ancora in questo mondo, già nella luce ma nello stesso tempo nell’ombra perché in questa ombra il nostro cuore deve essere provato per ottenere una maggiore fedeltà e luce e per non insuperbirci facendo del nostro cristianesimo una questione di parole e non di vera carità. Noi siamo salvi ma nello stesso tempo come Maria dobbiamo dire al Signore: “come avverrà questo?”, ma non come dubbio sul fatto che  questa salvezza avverrà ma per la consapevolezza  dei nostri limiti per poi continuare a dirgli come ha fatto Maria : «Ecco sono il/la servo/a del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

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Solo così potremo far nascere il Signore in noi ed in quelli che ci circondano sempre però secondo il suo volere. I figli di Dio infatti non nascono per la costrizione di qualcuno o perché qualcuno pensa che impegnandosi potrà farli nascere ma per puro dono del Signore e questa cosa per noi è grande anche se difficile da accettare secondo il nostro modo umano di intendere perchè vorremmo sempre un ritorno. E’ ‘grande’ perché, liberandoci da qualsiasi ritorno, non ci distrae dall’amare il Signore: sarà lui a pensare ai ‘ritorni’ quando e come vuole. Come del resto  ci ha insegnato Gesù : [37] Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. “(Gv ,4,37) facendoci intendere che nel suo regno occorre essere disposti a non raccogliere perché sarà affidato ad altri questo compito.

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Ma tornando a Maria, e alle promesse incredibili e grandissime che le fa l’angelo, dobbiamo dislocarci con Lei  nei momenti vissuti con Gesù durante la sua vita pubblica. Maria portava sempre nel cuore le parole dell’angelo Gabriele ma giorno dopo giorno una spada le trafiggeva il cuore perché vedeva che Gesù  era continuamente osteggiato, ed in alcuni casi  minacciato di morte, e perché doveva superare, con la forza incrollabile del suo essersi affidata a Dio, le idee che si era fatta sul  Figlio dopo quell’annuncio così incredibile dell’angelo: “Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

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Sappiamo infatti che le cose sono andate apparentemente in modo diverso perchè Gesù su questa terra non ha vuto alcun trono anzi la morte ma Maria, nonostante tutto, ha continuato a credere alle parole dell’Angelo. Ecco perché Maria è a buon diritto madre della nostra fede, perché è stata la prima ad averla, non cieca, dal momento che “conservava tutte queste cose, interpretandole nel suo cuore (Lc 2,19). Maria allora ci aiuta così a capire  che è nel conservare e nell’interpretare, e dunque nel proprio apporto personale, che sta la chiave per essere illuminati dall’Alto.

La nostra vita e la Parola

Spirito Santo, che sei disceso nella vergine Maria per darci il Figlio di Dio Gesù, discendi anche su di noi perché possiamo essere sempre disponibili a dire di sì ad ogni proposta che ci viene dall’Alto sempre con l’aiuto della nostra madre  Maria. 

Michele Sebregondio

www.montetabor.de

 
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