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DOPO L'ASCENSIONE SOLO LO SPIRITO SANTO PUO' ILLUMINARCI SULLA SUA VITA. A NOI SPETTA SOLO AMARLO E DESIDERARE DI CONOSCERLO
Post n°806 pubblicato il 29 Maggio 2014 da sebregon
VI SETTIMANA DI PASQUA - GIOVEDÌ
Oggi celebriamo la festa dell’Ascensione di nostro Signore Gesù in cielo e cioè il suo ritorno al Padre. Che cosa ha da dirci questo evento? Pensandovi mi è venuta l’idea che tutti i momenti della vita di Gesù sono stati da Lui pensati come se dovessero, messi uno accanto all’altro, corrispondere al modo profondo di come è strutturato il nostro spirito. Prendiamo appunto l’Ascensione e cioè la scomparsa definitiva dall’orizzonte di questo mondo non solo a motivo della sua morte effettiva ma anche del suo apparire da Risorto e vediamo come era proprio necessario questo passo e come esso ha una tremenda affinità a ciò che è propriamente nostro e cioè di noi esseri consegnati all’apparire in questo mondo in un certo momento e che continuiamo a vivere in altri momenti in modo che la nostra vita viva non solo di presente ma anche di tutto ciò che abbiamo vissuto nel passato.
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Ora a noi succede che non di tutto quello che viviamo nel presente abbiamo piena consapevolezza e che molte cose le capiamo solo dopo, anche dopo molti anni. Questo ci dice che la luce che tocca la nostra vita nel presente è molto più forte di ciò che capiamo ed abbiamo bisogno del tempo e cioè di rivederci in un momento posteriore per riuscire a cogliere la ricchezza di ciò che nel passato abbiamo vissuto. .
. E’ come se noi non riuscissimo nel presente ad essere completamente consapevoli di tutto il nostro essere. Ebbene questo succede a noi ma applicato a Gesù, che invece ha portato avanti la sua esistenza nella perfetta compresenza e potenza delle sue facoltà, significa che durante la sua vita terrena i suoi atti erano così densi di significato che non potevano essere capiti immediatamente, a parte il suo operare il bene che non poteva non essere visto e giudicato come tale, e dunque il suo sparire dalla scena di questo mondo somiglia proprio a ciò che succede a noi per la nostra vita e cioè che abbiamo bisogno di rivederla per capirla meglio e più profondamente di quanto magari ne avevamo coscienza al momento in cui la vivevamo. Uscendo allora dalla scena di questo mondo il Signore ci obbliga a ritornare alle sue parole ed alle sue azioni per farceli capire di più. .
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Tuttavia non ci affida questo compito come se lo potessimo risolvere ma ci lascia l’aiuto del suo Spirito perché corrisponda al nostro movimento verso di Lui. Lo Spirito Santo farà ricordare ai discepoli ogni parola ed ogni ed ogni azione del Signore e glieli presenterà secondo il modo con il quale Lui li ha vissuti. E per noi, che siamo suoi discepoli del secondo millennio, è la stessa cosa anche se non lo abbiamo visto di persona. Non possiamo entrare nel cuore delle sue parole e delle sue azioni se non veniamo aiutati dal dono dello Spirito Santo che Egli ci ha potuto lasciare grazie al fatto che ora se ne sta nel seno del Padre. Il suo essersene andato ci dice ancora che oltre alla ricchezza che ci ha lasciato c’è ancora un di più infinito e cioè la sua realtà divina in seno al Padre. Infinito e grande è il mistero di Dio e noi piccoli uomini siamo stati amati da tale infinità.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo illumina la nostra mente perché possiamo essere aiutati ad entrare nelle ricchezze che il Signore Gesù ci ha donato momento dopo momento durante la sua vita e mantienici umili perchè consapevoli di aver ricevuto tutto.
Michele Sebregondio
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