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PADRE NOSTRO LIBERACI DAL MALE PERCHE' COSì POTREMO UN GIORNO GIOIRE DELLA TUA PRESENZA
Post n°815 pubblicato il 19 Giugno 2014 da sebregon
XI SETTIMANA DEL T.O. - GIOVEDÌ
Mt 6, 7-15
Mi piacerebbe che nella la recita del Padre nostro si prendesse l’uso di introdurre dei leggeri movimenti che diano più anima e più corpo alla preghiera che il Signore ci ha donato. Si tratta di seguire il senso delle parole e di accordargli il movimento delle braccia. Noi siamo abituati ad alzare le braccia ed a tenerle ferme per tutta la durata della preghiera. Ora vi propongo i seguenti movimenti: all’inizio alziamo le braccia al cielo come se volessimo con questo gesto toccare idealmente il nostro Padre celeste, poi a seguire quando si dice: 'sia santificato il tuo nome' si elevano ancora più in su le mani come per sottolineare ciò che si sta dicendo e poi nel ‘venga il tuo regno’ si abbassano un po’ per indicare che il regno lo vogliamo qui sulla terra (tutto deve essere fatto in modo non esagrato ma sempre conseguente a ciò che si sta dicendo). Poi al 'sia fatta la tua volontà’ si alzano ancora le mani in modo impercettibile ed al ‘come in cielo’ si elevano un pò di più per indicare appunto il cielo e poi si abbassano per indicare la terra. Al ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano’, le braccia si portano all’altezza delle spalle e le palme delle mani vengono rivolte verso il nostro corpo. Al’ rimetti a noi i nostri debiti’ le mani si portano più in basso all’altezza del cuore in atto di penitenza e con le palme sempre rivolte verso il cuore poi al ' come noi li rimettiamo ai nostri debitori' le palme si girano verso l'esterno assieme agli avanbracci in modo da rivolgersi idealmente 'ai debitori'. Al ‘non abbandonarci nella tentazione’ o nella dizione corrente ‘non ci indurre in tentazione’ le mani si alzano e si allargano sul davanti con le palme in su verso il Signore e nel ‘liberaci dal male’ si abbassano come per mimare il momento in cui il male grazie all’aiuto del Signore sta andando via dal nostro corpo e quindi anche con un movimento di leggero scrollo. Ognuno poi può apportare delle variazioni a questo schema ma l’importante è entrare in quest’ordine di idee in modo che il ‘Padre nostro’ diventi non solo una preghiera della mente ma anche del corpo. Ripeto non c’è bisogno di fare gesti esagerati ma basta un leggero ed armonioso movimento e così si attiva meglio l’attenzione verso le parole che si stanno pronunciando e, dalla mia esperienza, la preghiera diventa più piena.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo che animi l’universo anima anche il nostro corpo in modo che ogni fibra del nostro essere si colleghi con il Padre celeste.
Michele Sebregondio
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