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ESSERE AMICI DI GESU' NON E' UN PRIVILEGIO MA SOLO LA CONSEGUENZA DI FARE CIO' CHE A LUI PIACE

Post n°922 pubblicato il 13 Maggio 2015 da sebregon

14 MAGGIO 
SAN MATTIA, APOSTOLO

 

 

  Gv 15, 9-17



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

Avevo 17 anni quando per la prima volta ho soggiornato una settimana a Taizé. Il mio interesse verso gli argomenti religiosi era molto tiepido ma ero molto interessato alla vita sociale ai contatti con i miei coetanei provenienti da tutta Europa.  Proprio in quella settimana ho partecipato all’incontro con il Fondatore della Comunità di Taizé Roger Schutz. Tornava da Parigi dove tra l’altro aveva assistito alla proiezione del film Jesus Christ Super Star.

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Il tema dell’incontro era centrato sulla fiducia e sull’amicizia. Con la sua mitezza e privo di qualsiasi ansia di convincere ha conquistato anche me. Parlava sempre di cose vissute e mai di teorie. I suoi scritti e la Regola di Taizé sono tuttora per me una fonte di nutrimento. Proprio da questi scritti traggo le poche righe che ancora oggi mi risuonano.  “Non a tutti è data un amicizia solida per una vita intera. Ma un tempo forte, un’esperienza di amicizia limitata nella durata, può segnare tutta un esistenza. Essa ricrea uno spirito altrimenti sconosciuto. Trasforma l’intimo della persona, la umanizza, le dà il senso dell’accoglienza.”

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Riflettendo sulle parole di Giovanni possiamo pensare  che questa sia stata l‘esperienza che gli apostoli hanno vissuto con il Cristo.

Livio Cailotto

 

 

 
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