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Post n°772 pubblicato il 21 Marzo 2014 da sebregon
II SETTIMANA DI QUARESIMA – SABATO
Lc 15, 1-3. 11-32
Perché il figlio più giovane vuole andare via di casa? Solo perché voleva viver una vita dissoluta? Forse, ma anche, perché no?, perché non trovava uno spazio vitale e significativo all’interno della famiglia. Il padre è vero se la cava dicendo che ciò che è suo è anche dei figli ma fatto sta che il lavoro doveva essere la cosa più importante da cui non si poteva scappare e gli amici non avevano una buona accoglienza se non si poteva far baldoria neppure con capretto del padre.
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. Di fronte a questo tipo di vita il figlio dice no anche perché non vuole diventare come il fratello la cui personalità gretta conosceremo bene alla fine della parabola. Il giovane va fino in fondo alla sua pazzia sperperando le sue sostanze e solo quando non ne ha più è solo allora che si trova davanti a se stesso in un momento di verità. Egli dunque vive due momenti di verità la prima quando non vuole stare più in famiglia e la seconda quando non ha più niente.Egli sa dunque che cosa non va nella sua vita ma soprattutto quando si trova nella più nera disgrazia è qui che riesce a rinsavire e ritrovare il bandolo della sua vita. .
. Sembrerebbe allora che sia meglio seguire i propri impulsi quando sono genuini perché, anche se possono portare a disastri, almeno aprono ad una verità sulla propria vita. No, non si può tirare mai una simile conseguenza perché il male è sempre male ed il bene risplende sempre e dunque da desiderare sempre . .
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Si può solo dire che all’inizio il giovane è stato attirato da un bene positivo e cioè la sua libertà ed il suo voler cercare una vera soddisfazione per la sua vita ma che lungo la strada, essendo uscito dal campo protettivo della famiglia, non ha saputo reggere la situazione e si è perso. Troviamo allora in lui nello stesso tempo positività e negatività ed è dunque questo miscuglio di valori e non valori che gli ha permesso alla fine di trovare la strada del ritorno. La parabola però è finalizzata ad esaltare la figura del padre che rimane sempre tale anche quando il figlio prende una strada che lui non desidera e vuole pure dirci che il nostro Padre celeste non ha paura dei nostri peccati, né si offende per i torti dei suoi figli ma sempre li aspetta per abbraccialli.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo, che sei perfetto conoscitore del Padre, aiutaci ad avere più coscienza del suo infinito amore in modo da non deluderlo mai con i nostri peccati ma se anche dovesse succedere di peccare spingici sulla via del la strada del ritorno come ha fatto il figliol prodigo.
Michele Sebregondio www.montetabor.de
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