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Post n°754 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da sebregon
Mc 7, 1-13 .
. Sembra che noi beneficiamo di questo modo di pensare quando tutto ci va bene ed è sotto il controllo razionale della nostra mente. Quando però le cose cominciano ad andare male anche la sufficienza con cui affrontiamo il reale comincia a naufragare. E così cominciamo a credere che affidandosi a metodi ascetici, ad esercizi fisici, alle mode attuali del mangiar sano e bilogico od a pratiche mentali di autorealizzazione possiamo uscirne alla grande. .
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Si cerca insomma di purificarci dal punto di vista fisico credendo così di meritarci una salvezza personale all’altezza degli umori del nostro tempo. Tutto ciò, pur apprezzabile sul piano prettamente umano, non ha niente a che fare con una vera liberazione. Per noi cristiani questa consiste nell’onorare Dio e nel servire i fratelli. .
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Non c’è altra strada maestra che possa condurci in un mondo spirituale di vera crescita e di profonda penetrazione della reale e dello svelamento del nostro compito esistenziale in questo mondo. Il Signore ci mette in guardia dalle tradizioni che sono solo umane e che spesso per tutta una serie di motivi legati ad incontri, mode ci fanno perdere tantissimo tempo. .
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Certo l’uomo di oggi è post-postcristiano ed è come vaccinato da tutto ciò che abbia l’odore religioso e di sacrestia ma questa è una malattia da cui guarire per capire che non si può gettare con l’acqua il bambino intendendo che le cose di Dio spesso sono portate da fragili vetri umani e che dunque occorre andare oltre i tradimenti. Occorre avere il coraggio iniziare daccapo e chiederci come sia possibile che il cristianesimo sia durato duemila anni se fosse solo una cosa umana, ed ancora chiederci quali sono stati i primi passi di questa storia sacra a partire dal popolo ebraico perché è da quell’inizio che si può a poco a poco capirci qualcosa. .
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Possibile che intelligenze di primo piano vissuti nei secoli abbiano creduto a delle favole e che noi, solo perchè riusciamo a raggiungere Marte ed abbiamo un sistema di comunicazione sempre più globale e perfetto, non sentiamo più il bisogno di confrontarci con il divino che solo può illuminare il senso della vita dalla nascita alla morte? .
La nostra vita e la Parola
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