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Post n°875 pubblicato il 31 Gennaio 2015 da sebregon
III SETTIMANA DEL T.O. - GIOVEDÌ
Mc 4,21-25 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Il cammino del discepolo di Gesù è quello di uscire a poco a poco allo scoperto e cioè di uscire progressivamente, o anche improvvisamente per un aiuto speciale dello Spirito Santo, dal buco dove gli piace rifugiarsi. Il buco può anche essere una maschera che lo nasconde agli occhi degli altri, una maschera che a poco a poco si è costruito e che non gli appare tale ma piuttosto un suo modo d’essere a questo mondo. . . . Venire allora alla luce significa lasciarsi indietro il proprio io costruito, e che ci vuole convincere d’essere proprio il nostro, per cambiare il livello della nostra attenzione spostandola su Chi può illuminare le nostre tenebre ed aiutarci a rendere di nuovo vivo ed umano il nostro volto. . . La luce proveniente dal volto e dalla vita di Gesù può operare questo miracolo perché se si insiste nel mettersi di fronte a Lui piuttosto che preferire le proprie caverne allora il cambiamento di vita avviene. E così non avremo più segreti da difendere o nostre ombre da avvalorare come luce perché la luce di Gesù nello stesso tempo che ci sana vivifica le cose buone che abbiamo mettendole in un cammino di vera liberazione. . . Il mezzo per entrare in questa avventura di luce è l’ascolto: ascolto della Parola e ascolto vero del fratello che significa accoglienza nel vuoto di noi che abbiamo preparato perché sia riempito dalla grazia di tutti coloro, divini od umani, ci vorranno beneficiare della loro visita.
La nostra vita e la Parola
Spirito Santo, che dimori nei nostri cuori, spingici fuori da tutte le pieghe dei nostri interessi o della nostra importanza personale, dove amiamo rifugiarci, in modo da diventare, il più possibile, un’ impronta della Tua luce.
Michele Sebregondio
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