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CAMBIAMO PARADIGMA: NON ANDIAMO IN CHIESA, MA CREIAMO COMUNITA' VIVENTI CHE POSSONO ANCHE SERVIRSI DI CHIESE DI PIETRA.

Post n°883 pubblicato il 13 Febbraio 2015 da sebregon

14 FEBBRAIO

SANTI CIRILLO, monaco e METODIO, vescovo

Patroni d'Europa (sec. IX)


  


 

 


 

 

Lc 10,1-9



In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

   

Come mai sono pochi gli operai? Come mai pur avendo un così grande maestro come Gesù sono pochi coloro che vogliono lavorare per Lui? Di chi la colpa? Forse della quantità enorme dei lupi che affliggono l’umanità’?  I lupi come i poveri ci sono sempre e dunque non si può dare la colpa ai lupi se gli operai sono pochi.

 

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Anzi potremmo dire che dove girano lupi feroci è anche più facile che vi siano più santi operai che li contrastano. L’abbiamo visto anche in Sicilia dove si sono affinate le armi contro la mafia e dove abbiamo un’alta sensibilità antimafiosa (Falcone, Borsellino, Puglisi e tanti altri). Gli operai sono pochi forse per la tiepidezza di un certo modo di vivere  il cristianesimo. Si crede che essere cristiani significhi andare a messa la domenica per togliersi il pensiero di un atto dovuto secondo un certo modo d’essere nella nostra società ( anche se ormai dei cristiani se ne sta perdendo il seme).

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Gesù dicendo che gli operai sono pochi sta profetizzando e cioè sta dicendo cosa avverrà nella chiesa dopo la sua dipartita. Ed allora occorre oggi chiedersi sul serio il perché di questa profezia. Ed è la chiesa che deve chiederselo, quella legata ai ministeri, ma anche coloro che sono semplicemente battezzati. Chiediamoci perché la gente viene allontanata piuttosto che cercata, chiediamoci perché la chiesa nelle sue parrocchie è diventata un circuito chiuso a beneficio di coloro che credono di conoscere Gesù perché se lo ripetono in tutte le salse.

 

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Gesù qui ci offre un modello in movimento di persone che vanno, si spostano e portano la pace. Noi invece andiamo a prenderla in chiesa la pace. Per carità va bene anche questo, ma bisognerebbe capovolgere la direzione  della relazione: non noi si va per stare assieme in una chiesa fisica, ma noi ci si disperde per annunciare il vangelo per poi riunirsi con Gesù come facevano i settantadue ed i discepoli dopo i loro invii missionari.

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Bisogna dunque partire da un modello diverso, da una preparazione ad alta forza di donazione: pensiamo agli astronauti. Questi non sono preparati per ciò che è la routine ma per il nuovo che sono chiamati a scoprire grazie alla sensibilità che hanno acquisito dalla loro preparazione. Non si tratta di preparare dei superdotati o delle eccellenze per intelligenza ma, cambiando paradigma, di un nucleo di persone che piuttosto che fare della chiesa fisica il centro del loro operare costruiscano delle comunità viventi come si farebbe, ad es, in una situazione di clandestinità.

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Naturalmente non per essere clandestini ma per avere un modo che sia dinamico, che si serva delle chiese solo in alcune occasioni particolari e che affidi l’essere cristiani più che ai certificati di battesimo alla testimonianza che di loro può dare la comunità d’appartenenza. Gesù parla di case, non di chiese e forse potrebbe essere una buona indicazione per cambiare il modo sul dove cominciare a parlare del Regno di Dio che è davvero vicino, oggi più che mai.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo, che guidi la chiesa suscita nei cristiani di oggi un nuovo modo di annunciare il regno di Dio in modo che possano aumentare il numero di coloro che si sentano investiti dalla premura di far conoscere il nostro grande e meraviglioso Gesù.

 

Michele Sebregondio

 
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