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GESU' "CHE E' " NON SI IMPONE E PATISCE L'ESSERE LASCIATO SOLO DAGLI UOMINI MA NON DAL PADRE

Post n°900 pubblicato il 26 Marzo 2015 da sebregon

V SETTIMANA DI QUARESIMA – MARTEDI’

 

Gv 8,21-30

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. 

 

Il vangelo di Giovanni, sempre più ‘intellettuale’ degli altri, pone in primo piano la domanda su “Chi è Gesù?”. E in questo brano la risposta è chiara nella sua enigmaticità.“Io sono” richiama la dichiarazione “io sono colui che sono” fatta da Jahvè a Mosè ((Esodo 3.14), quindi Gesù afferma di essere Dio. E chi non gli crede morirà nel peccato. Affermare di essere Dio (o di essere l’Essere) suona blasfemo, o quanto meno incomprensibile, ai giudei. Che non capiscono nemmeno i riferimenti al Padre fatti da Gesù, che ribadisce di essere stato mandato da Dio per annunciare la verità. Verità che, aggiunge, “renderà liberi”. Un brano difficile, duro, in cui Gesù ribatte alle accuse dei farisei che lo incalzano, prendendo alla lettera le sue parole che parlano invece su un piano diverso. Non è infatti in gioco una mera logica temporale: “Tu non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?” chiedono alla fine del brano, ingenuamente, i giudei. E Gesù ribatte: “In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono”. Su quell’ “Io sono” si gioca tutto. Credere o non credere, senza pretese di comprensione logica.

 

 

Alessandra Callegari

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Gesù confessa che fa sempre le cose che sono gradite al Padre e questa sua dichiarazione ci colpisce in profondità perché noi non facciamo quasi mai le cose che sono gradite a Dio. Il nostro punto di riferimento, ed è doloroso constatarlo, è il bozzolo che ci siamo costruiti lungo la vita  da cui  siamo condotti e stampigliati. E quanto sia grande questa forza che ci plasma e ci orienta lo vediamo dalla diversità dei mondi interiori delle persone. Ognuno di noi è così diverso da un altro che davvero dobbiamo prendere atto che nell’essere diversi tantissima parte lo dobbiamo a noi stessi. E qui non mi riferisco alla bontà che abita pure il mondo della diversità, ma la abita più nel farci sentire più simili che dissimili, parlo invece di quell’essere diversi che è frutto proprio del volerci creare da noi e non in ascolto del Signore Dio per farlo contento. Ecco questo nostro essere da noi è proprio quello che ci fa differenti da Gesù che in nulla s’era fatto da solo ma in tutto dipendeva dal Padre suo. Imparare da Lui l’umiltà per conformarci ai sui desideri ecco cosa ci può convenire veramente. Ed è stupendo sentire dalla sua bocca questa meravigliosa confessione che ci allarga il cuore perché lo riempie di luce magari abbattendo quelle nostre costruzioni a cui tanto teniamo. 

La nostra vita e la Parola

 Spirito Santo, abbiamo sempre bisogno del tuo aiuto per allargare le fessure  del nostro essere in modo che s’aprano spaziose finestre da cui può entrare la tua luce.

 Michele Sebregondio

 

 
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