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Il demone del Cuore - Favola

Post n°108 pubblicato il 08 Novembre 2008 da cleoniceparisi
 


Immagine di  Bruno Lomio


Il demone del Cuore


“Vedrai i sentieri diventare strada,
vedrai la strada divenire alato cammino
e tra i cieli Vedrai davvero.



Ci sono luci che non si accendono!


Disse una fanciulla con in mano una candela spenta.


Guarda questa candela non emana luce, e il buio di questa vita racconta alla mia anima quello che lei non vorrebbe ascoltare.


Non
basterebbe la candela che stringi tra le mani ad illuminare la tua
stanza, non è nella soluzione di uno dei tuoi problemi, che le luci
della tua vita si accenderanno. Devi solo attendere che sorga il tuo
sole, la luce del mattino penetrerà attraverso la finestra della tua
anima ed illuminerà a giorno ogni cosa.
Posa quella candela che attraverso il tuo pensiero mai riposa.


La
fanciulla prese la candela spenta, di quella sua speranza delusa e la
ripose in un cassetto, poi si avvicinò alla finestra dei suoi sogni e
attese che giungesse l’alba. Aveva compreso che non bastava la luce di
candela per illuminare le ombre presenti nella sua casa, attese e
comprese, che il dolore dell’incomprensione prendeva nel corso della
vita varie forme, per farsi che la mente umana lo riuscisse a scorgere.
Il demone del cuore, aveva migrato di forma in forma, affinché i suoi
occhi lo scorgessero.

———————————————————


Ti ho visto mostro della mia anima!


Disse la fanciulla.Una risata satanica la raggiunse dal buio della sua stanza.


Finalmente hai capito! Mi è piaciuto prenderti in giro lo sai? Sei proprio una credulona, la preda migliore per me.


E la voce demoniaca continuò a ridere.


Ho raccolto la tua sofferenza e la tua incomprensione e ne ho fatto la corona della mia vittoria su di te.


La
fanciulla calò il capo, quelle parole erano come spina nel suo cuore
provato, ma il dolore di una vita aveva forgiato una guerriera, e
rialzò il capo rapidamente, dicendo:


Non riuscirai a vedere la mia fine, ti schiaccerò, ti avrò sotto i miei piedi prima di quanto tu creda.


La
voce oscura, si ammutolì per un istante.E poi con voce meno certa, non
si aspettava che la fanciulla avesse in animo tanta guerriglia, disse:


Tu pensi di potermi distruggere?


E la fanciulla disse:


Sei
già morto, ma tu lo sai benissimo i tuoi sono gli ultimi disperati
tentativi, ormai ho scorto il tuo inganno e manca poco alla tua fine.


Sciocca e tu credi che io lascerò sorgere il tuo sole?


Non
sarai tu a far sorgere il mio sole tu non possiedi la superiore
visione, credi davvero d’essere quel sei il male? Invece sei uno
strumento per accendere il mio sole.


Zitta maledetta, zitta smettila di parlare prima o poi ti crederanno.


Lo so!


Disse la fanciulla.


Mi
crederanno ma soprattutto crederanno in loro stessi. Ma tu davvero
credi che tanta sofferenza fosse per niente? Vedi quanto sei piccolo e
sciocco, io sono qui per aprire uno sbocco.


Non ci riuscirai ti schiaccerò prima.


Sibillò il demone del cuore.


Affacciati meglio a quella finestra dove hai riposto le tue speranze e buttatici.


Non prima d’aver schiacciato te.


Disse la fanciulla e poi aggiunse:


Finirà
come voglio io, tu sarai illuminato dalla luce del sole e capirai
d’essere stato uno strumento nelle mani della luce, ho riconosciuto
l’inganno. Però complimenti per tanto tempo mi hai presa in giro,
attraverso mille episodi, mille volti, ed io che mi premuravo di curare
dei dolori che credevo a me estranei, ed invece eri tu che li
proiettavi attraverso i miei occhi eri tu che ammalavi il mio cuore.
Con quanta solerzia ti premuravi di crearmene altri quando vedevi
risolti i primi, ma in tutti ora riconosco la stessa matrice la tua.
Sia tu benedetto!!!


Benedetto? Dici?


Ma sei pazza?


No perché dici che sono pazza.


Sono stato il tuo aguzzino e tu dici sia tu benedetto?


Si
perché attraverso i tuoi continui e feroci attacchi, sono riuscita a
scorgere che il proiettore del male era dentro il mio cuore, ed è lì
che ti ho visto. Tu pensavi di distrarmi facendomi guardare fuori di
me, ed invece il tuo piano ha sortito l’opposta reazione, ho
incominciato a guardarmi dentro.


Il
dolore che i miei occhi scorgevano non era nel mondo, essi erano solo
la proiezione di un dolore molto più grande, eri tu demone del cuore,
il disamore che noi uomini riceviamo come eredità nel nascere. Tu sai
bene chi e cosa siamo, e che le ombre ci addolorano solo perchè la
nostra matrice è di luce.


La
fanciulla parlava con il suo demone, e piano, piano lo stesso diveniva
sempre più debole, e alla fine lo vide piccolo e accartocciato in un
angolo della sua stanza.


Dimmi la verità tu chi sei?


Disse il demone.


Come
hai fatto a vedermi? Sono secoli che vivo celato attraverso i volti del
prossimo e nessuno ha mai percepito la mia presenza, tu come hai fatto?


Caro
demone scorgo il tuo ego anche adesso, volevi che la sconfitta per lo
meno venisse attraverso qualche divinità incarnata, per digerire meglio
la perdita? Invece devo darti un ennesima delusione sono semplicemente
una donna.

Il mio è solo un percorso naturale, il cammino di ogni uomo che ama la
vita. La mia vita era troppo preziosa per lasciarmela portare via senza
combattere, ed io ti ho combattuto con le armi del cuore, la speranza,
i sogni e l’amore. Negli uomini c’è un grande potere, il potere della
comprensione.




Mentre la fanciulla parlava al demone, il sole stava sorgendo sulla
vita, colmando la sua stanza di luce, e il demone si dissolse come
polvere al sole. La sua vita era ormai immersa completamente nella luce
e una voce disse:


Se vuoi ora puoi accendere la candela.


E la fanciulla disse:


La candela? A che serve ora è giorno.

 
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