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Una magnifica pratolina - Favola

Post n°119 pubblicato il 14 Novembre 2008 da cleoniceparisi
 





Una magnifica pratolina


Il tuo errore è proprio in questo,
non hai saputo valutare chi ti valutava,
e ti sei sopravvalutata.


 

 

Mi trovi bella?


Chiese un fiore ad una coloratissima farfalla, la quale dopo averlo bene osservato disse:


Sei un magnifico fiore.


Ma
al fiore non furono sufficienti le parole della farfalla, e continuò a
fare la stessa domanda a chiunque le passasse vicino. Passò di lì un
colibrì vezzoso, il fiore lo scorse ed immediatamente gli chiese:


Mi trovi bella?


Il
colibrì che aveva la visione dall’alto delle cose, cercò di capire da
dove provenisse la flebile vocina che aveva a stento percepito, ma non
vi riuscì nonostante i suoi sforzi e riprese il volo.
La delusione
per il fiore fu grandissima, aveva bisogno di specchiarsi negli occhi
degli altri per alimentare nel quotidiano la sua autostima. Quel fiore
non possedeva ancora la dimensione del proprio essere, e continuò a
cercare instancabilmente ora dopo ora, giorno dopo giorno attraverso
tutti gli elementi della natura se stesso. Passò di lì una colonia di
formiche, e il fiore ci intravide una ghiotta occasione per saziare la
propria fame di certezze, e disse:


Mi trovate bella?


Le
formiche che avevano invece la visione dal basso delle cose, alzarono
il capo e videro l’alto stelo del fiore e i suoi vivaci colori, e
restandone estasiate dissero:


Fiore sei spettacolare, meraviglioso, immenso, divino!


Il fiore esultò dalla gioia, a quella risposta e prese ad impettirsi sempre più pensando:


Se
le formiche che sono tante hanno detto che sono spettacolare,
meraviglioso, immenso, divino, deve essere vero, che importa se uno
stupido colibrì non mi ha neppure degnato di uno sguardo.


Nella
bilancia del suo cuore ebbero più peso le parole delle formiche, che
l’indifferenza del colibrì, il fiore non sapeva che la sua bilancia
interiore era tarata male.


Giunse
infine un giorno molto speciale per l’intero prato, la figlia del re
andava in sposa, ed il sovrano per la lieta occasione, aveva ordinato
al proprio giardiniere di raccogliere i fiori più belli del suo
giardino, per farne il bouchet.


Sarebbe
stato davvero un grande onore, per i fiori del giardino appartenere al
bouchet della principessa, e tutti cullavano la speranza d’essere
scelti.


Ma
il giardiniere preso da tanta beltà e profumi, non riuscì a scegliere e
nel veder gironzolare una colorata farfalla lì nei pressi, disse:


Meravigliosa
creatura è risaputo che ai vostri occhi, i fiori più belli appaiano
nella loro intera e lucente natura. Potresti aiutarmi a non incorrere
in errore, posati sui fiori che ritieni unici, e meritevoli
d’appartenere al bouchet da sposa della principessa.


La
farfalla si sentì onorata di tale compito, e non esitò un istante,
prese a volare in tutto il giardino seguita dal giardiniere e ovunque
lei si posò il giardiniere raccolse fiore.
Il cestino fu riempito
in pochissimo tempo e il giardiniere tornò al castello felice, ma non
appena fu andato via, una voce disse:


Tutta colpa tua farfalla!


La farfalla volò laddove proveniva la voce dicendo:


Colpa mia?Colpa mia di cosa fiore?


Ti sei posata su tanti fiori e su di me no!!!


La farfalla ora aveva capito, il fiore era risentito per non essere stato scelto.


Eppure avevi detto che ero un magnifico fiore!!!


Aggiunse esplodendo in lacrime.


Si
l’ho detto, ed è vero mia cara, tu sei un magnifico fiore, ma sei una
pratolina, un fiore non adatto al bouchet di una sposa, sei un semplice
fiore di campo.


Io
ti ho ben osservata durante questo tempo, tu hai continuato a chiedere
a tutti gli abitanti del prato se ti trovavano bella, perché in te non
era ancora nata la consapevolezza del tuo essere, ma nel cercarti come
era giusto fare, hai commesso un grande ingenuità, non hai tenuto conto
di chi era a farti i complimenti.


Ti
sei affidata al giudizio delle formiche, che seppur alacri lavoratrici,
ed esempio di infaticabilità e organizzazione, sono pur sempre esserini
piccoli, era logico che ai loro occhi tu apparissi immensa e
meravigliosa. Il tuo errore è proprio in questo non hai saputo valutare
chi ti valutava, e ti sei sopravvalutata.
Il tuo cuore deve essere
bilanciere di giustizia e non cieco e sordo giudice, osserverai con gli
occhi, capirai con la mente, ma ascolterai col cuore, impara a muoverti
attraverso l’armonico ascolto e nel comprendere il prossimo, nel
valutarne la sua grandezza e la sua piccolezza, che avrai trovato la
dimensione del tuo essere.


Farfalla ma allora io cosa sono?


Tu
sei la luce che appare all’orizzonte del mare, tu sei l’aurora del
mattino, tu sei un cuore che palpita in cuore, tu sei una magnifica
pratolina, costruisciti e quel giorno non avrai più fame di certezze,
perché ti sarai trovata.


 
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