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La Questua n.0
“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non avere niente da perdere, e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca” Pier Paolo Pasolini Dalla Libertà alla Solidarietà Ringrazio di cuore tutte le Persone che hanno risposto con entusiasmo alla nascita della Sinistra dell’Italia dei Valori e che mi danno la forza per continuare a non rassegnarmi a tollerare ed accettare il male del mondo. Con il Numero 0 de “La Questua”, organo informativo ufficiale della Sinistra IdV, invito tutti a collaborare con il nostro giornale, ad inviarmi osservazioni, esperienze, denunce, commenti, notizie. Le nostre questue non subiranno il solito percorso mediatico, prima il sensazionalismo e poi l’oblio nel mare magno della comunicazione. Ritorneremo sine die, con pazienza insistente, sulle questioni che ci indignano e che infuocano la passione del nostro fare politica. Quando ci siamo iscritti all’Italia dei Valori, siamo diventati “Gabbiani”. Il gabbiano del nostro simbolo rappresenta la libertà. La più alta libertà che ci è stata data è quella della conoscenza. I nostri occhi vedono il mondo, le cose che ci circondano, scrutano e vivono i rapporti umani, guardano altri occhi. Quelli sguardi, come diceva Levinas, ci obbligano ad agire moralmente, ad ascoltare la nostra coscienza etica, alla Responsabilità verso gli Altri, a non far finta di non vedere. Ho scritto la Fiaba del Gabbiano per mostrarvi, con una metafora, come la Libertà diviene Solidarietà. Nel “volo basso” del nostro Gabbiano, leggerete e spero vi identificherete, con lo spirito della battaglia intrapresa dalla Sinistra IdV. Roberto Sinico
La fiaba del gabbiano C’era una volta un gabbiano che amava la libertà. Egli volava altissimo, nell’iperuranio, nella torre solitaria degli intellettuali, dove si contemplano le idee pure, i principi, i fondamenti delle cose. Ragionando dei massimi sistemi, gli sembrò di esser giunto alla verità: “affinché la vita degli uomini abbia un senso in questo universo, c’è bisogno della morale. I Valori che presiedono alla vita della comunità umana non si sostengono da soli ma hanno bisogno, per guidarla, dell’azione dell’uomo in società. Tale azione però, se è priva di morale, se agisce cioè per interessi egoistici che trascurano l’amore e la giustizia verso l’Altro, produce la loro degenerazione materiale. Se invece l’azione è morale, non può non avere cura, senza moderazioni mediazioni o riduzioni, della vita e dei diritti umani delle persone: in questo modo tale azione degli uomini produce l’elevazione spirituale dei Valori. La storia della filosofia ha insegnato che è un errore assolutizzare un valore rispetto agli altri, ma la relatività dei valori, non significa dire che non c’è verità in questo mondo. L’assoluto che noi cerchiamo è la Persona e i Valori sono al suo servizio. Non può essere frainteso ciò che serve o spetta alla persona e quindi i Valori non possono che essere quelli. Non può essere un valore l’interesse economico ma è un valore l’economia che libera tutti dal bisogno e dalla fame”. Il Gabbiano comprese allora che la presenza o l’assenza di morale nell’uomo indica rispettivamente una elevazione od una degenerazione delle nostre tradizionali categorie politiche: la democrazia degenera in marketing e si eleva in partecipazione attiva con assunzione di responsabilità; la trasparenza degenera in irresponsabilità e si eleva in informazione completa, corretta e onesta; il liberalismo degenera in egoismo, liberismo licenzioso ed arrogante, si eleva in rispetto della Persona, libertà dal bisogno; la legalità degenera in formalismo raggirato tecnicamente, si eleva in rispetto delle regole come dovere morale; la solidarietà degenera in elemosina una tantum, costo dei bambini e degli anziani, sacrificio nel pagare le tasse, fastidio per il prossimo, si eleva in lotta per il rispetto dei diritti umani universali, nel mettersi nei panni degli Altri e della loro condizione di vita, in amore per il prossimo; la sicurezza degenera in accettazione del rischio estremo per i popoli pur di far soldi ed affari, si eleva in cura assoluta dell’Abiente, della Natura, delle Persone, in visione previdente e responsabile del futuro. Mentre articolava i suoi pensieri, assorto nella contemplazione teoretica, sentì un richiamo misterioso proveniente dalla terra e, forte delle sue conoscenze, decise di abbassare il suo volo, lasciando il mondo delle idee perfette e pure per entrare nel mondo degli uomini. Pensò, in questo modo, di realizzare concretamente i Valori che avevano acceso l’energia della Verità. Stando li, nello spirito, non poteva fare nulla. Cominciò il suo viaggio a capofitto sino a scorgere la terra. Vide, dall’alto, guerre, fame, inquinamento, ciminiere fimanti, fiumi secchi ed inquinati, sfruttamento, lusso sfrenato e misera povertà, ingiustizie, manipolazioni, furberie, fabbriche di armi, violenze e basi aeree dovunque. Capì che era necessario abbassarsi ancora per sondare chi fossero gli autori di quello scempio e per capire cosa fare. Vide, allora, scuole fatiscenti e palazzi decorati con le facciate nuove, Aziende Sanitarie accorpate per risparmiare accanto al proliferare di sontuose ville abusive, macchine enormi e luccicanti vicine a bambini soli e ipnotizzati dalla televisione, anziani maltrattati nelle Case di Riposo e giovani storditi dal non senso dell’alcol, pensionati col senso di colpa e precari impauriti e schiavizzati… La lista interminabile dell’inquietante deriva dell’umanità toglieva il fiato, già abbondantemente corrotto da un’aria irrespirabile, che a stento si insinuava tra il fumo delle ciminiere e lo scarico delle automobili.
Il Gabbiano non poteva restare impotente spettatore di quell’assurdo, drammatico spettacolo nero e decise di fare un programma, si, il solito programma politico che di solito serve solo per l’immagine pia che un partito vuole dare agli elettori. Non poteva però farlo da solo e allora volò ancora più in basso all’altezza delle case, in cerca delle Persone. Si posò sul balconcino di una scuola e scrutò dentro una classe dove vide un bambino triste. I suoi compagni lo prendevano in giro perché non riusciva, come gli altri, a fare i calcoli matematici ed a scrivere bene, il suo foglio era ancora bianco, stava rinunciando al compito assegnato, era in difficoltà, aveva bisogno di aiuto. Si accorse allora, il bambino, della presenza del gabbiano mentre gli strizzava l’occhio con un sorriso e non si sentì più solo. Il gabbiano aveva capito che il bambino aveva bisogno di un’insegnante di sostegno e volò in cerca di aiuto. Parlò con le maestre che concordarono sulla necessità, mentre i servizi territoriali psicologici nicchiavano indifferenti, chiedendo di aspettare in onore ai risparmi. Al Comune gli risposero che non c’erano le risorse perché la Regione le aveva negate, in Regione si giustificarono indicando in Roma la colpa dei tagli. Giunto a Roma fecero grandi discorsi spiegandogli che i parametri europei costringevano a dure scelte sociali. Volò, allora all’impazzata in Europa e qui teorizzarono la necessità di favorire un’economia forte e competitiva accentrando o rastrellando capitali, nello scenario della globalizzazione che non consente spese nei servizi. A questo punto il gabbiano, non trovando di fatto i responsabili, tornò veloce alla scuola, si posò vicino al bambino chiudendo le ali, chiamò a raccolta gli altri gabbiani e disse loro: “Dobbiamo aiutare questo bambino ad avere l’insegnante di sostegno che gli spetta di diritto! Decidete voi cosa fare, se tornare a volare alto o stare qui con me, io, da qui, non mi muoverò”. Roberto Sinico
29 settembre 2007 Al Presidente di Italia dei Valori Antonio Di Pietro A tutto il partito Nasce la Sinistra dell’Italia dei Valori “In assenza di un Congresso Nazionale dell’Italia dei Valori, credo sia necessario, per trasparenza e democrazia interna, raccogliere gli iscritti IdV e le Persone che hanno una sensibilità rivolta al sociale, all’ambiente, alla condizione di vita delle persone, alla solidarietà concreta e non solo affermata, per formare una corrente che esprima tali istanze, in opposizione alla parte liberale massimalista del nostro partito. La battaglia della legalità, la questione morale, la lotta alla corruzione non si discutono, ma accanto alla Giustizia in senso stretto, il partito della morale non può non perseguire la Giustizia Sociale. Le Persone non possono aspettare che in parlamento siedano politici onesti per migliorare la condizione precaria della loro vita. Non accettiamo che l’Italia dei Valori vada a destra, che Antonio di Pietro sciolga il suo partito per convergere in un nuove soggetto politico moderato. L’Italia dei Valori non è una lista elettorale, ma una visione del mondo e della politica ben definita ed in quanto tale è un bene per tutti gli italiani. Abiamo bisogno di una rinascita di Valori sani, di legalità, di moralità, di giustizia sociale, di uguaglianza, di fraternità, di solidarietà vera. Perciò dobbiamo collocarci tra Partito Democratico e Sinistra radicale, o meglio popolare, favorendo il dialogo interno alla coalizione del centrosinistra, l’Unione, dando un contributo di giustizia nelle scelte politiche economiche, sociali ed ambientali”. Queste le parole di Roberto Sinico, Responsabile Nazionale del Dipartimento “Famiglia, Minori Anziani” IdV, anima sociale e morale del partito nella fabbrica del programma di Prodi, alla vigilia dell’Incontro dei Valori “Dalla parte dei Cittadini”, che si terrà a Vasto dal 5 ottobre. “Non intendo produrre lacerazioni o scissioni”, continua Sinico, “ma lavorerò per raccogliere le Persone e gli iscritti che intendono dare piu forza alle politiche che si occupano della vita dei bambini, dei giovani, delle persone disabili, degli anziani, del rafforzamento strutturale di scuola, sanità ed assistenza sociale, della salvezza dell’ambiente, della precarietà del lavoro e della vita, della cura dell’infanzia, della condizione delle donne, della fame nel mondo. Mi appello alla forte passione ed impegno di Di Pietro per la qualità della vita delle fasce deboli e precarie della popolazione che sono in forte aumento. Il problema del nostro partito risiede nella concezione dell’economia: il liberismo come strumento di progresso sociale è una buona idea teorica ma nella realtà ha fallito. Il liberismo utilizza le persone al servizio dell’economia dei grossi capitali ed interessi finanziari. Noi crediamo invece che l’economia deve essere al servizio delle Persone. Attendere che il mercato si moralizzi nel rispetto di regole giuste e trasparenti, istituendo una concorrenza corretta e leale, è come dire campa cavallo che l’erba cresce. Rendere il liberismo ed il capitalismo umani è la battaglia che ho combattuto in anni di convinta militanza nell’Italia dei Valori, ma ormai sono convinto che praticando questa via l’umanità, i consorzi sociali, sono votati all’abisso, alle continue guerre, all’impoverimento dei popoli, alla rovina dell’ambiente, all’indifferenza globale rispetto alla drammatica sorte disumana che incombe su milioni di bambini e, nella piccola quotidianità di ognuno di noi, l’accettazione rassegnata che un bambino disabile non abbia a scuola l’insegnante di sostegno perché i budget di bilancio, le scarse risorse gestite dai managers, non lo consentono.
Se l’economia non è al servizio delle Persone, ma viceversa, allora tutti diveniamo dei questuanti, alcuni molesti, alcuni disperati, e le nostre voci sono ignorate dai politici che parlano di ascolto dei cittadini. Il liberismo non sta dalla parte dei cittadini, Un liberismo equo, solidale, sociale, non è oggi possibile, e l’Italia dei Valori deve forse ripartire dai problemi concreti e quotidiani, perché solo così deve fare e non può non fare un partito che fa della morale la sua bandiera. Stare dalla parte dei cittadini, io preferisco delle Persone, significa liberarli dalla condizione di questuanti garantendo loro il rispetto dei loro Diritti. Molti, anche nel nostro partito, parlano di Solidarietà sostenibile, quella possibile in base alle risorse di bilancio, una sorta di tassa fastidiosa, un’elemosina costosa. La Solidarietà non è un peso per la collettività ma il primo Valore dell’Umanità. I bambini non sono un costo, i pensionati non sono una zavorra che ci condurrà alla rovina economica, i lavoratori non sono un gravame ma una risorsa per un paese. Le tasse non sono un furto dello Stato ai danni del cittadino, ma lo strumento della sua Responsabilità verso gli Altri nella vita sociale di un popolo. Oggi la Solidarietà si misura con un badget, che il manager cerca di ridurre con l’aiuto di una prassi sempre più controllata da metodi scientifici. Progressivamente, subdolamente, quasi senza che nessuno se ne accorga, diminuiscono i servizi, per ridurre le tasse. Per noi, invece, Solidarietà significa mettersi nei panni di chi ne ha bisogno e in base a ciò stabilire il badget, in modo che le tasse non siano oboli fastidiosi lesivi dell’egoismo avido, ma partecipazione umana alla vita della comunità. Dove sta la solidarietà nel togliere gli insegnanti di sostegno ai bambini, o diminuendo soltanto le ore assegnate, nel lasciare cadere a pezzi le loro scuole, nel fare una legge per precarizzare il lavoro e la vita delle Persone, nel mandare in pensione i lavoratori sempre più tardi con la scusa che la vita, nelle case di riposo senza assistenza, si è allungata? Ciò che si allunga a dismisura è la sofferenza dellìItalia. Il liberismo ha fallito in questo compito di servizio alle Persone per autoalimentarsi in una spirale di vorace arricchimento brutale, che, divenuto globale, ha ridotto ulteriormente e gravemente le possibilità di vita di miliardi di Persone. Sono entrato nell’Italia dei Valori credendo che il liberismo potesse diventare umano, mettendolo alla prova, ma ho capito, ora, che ciò non è possibile nella realtà per il suo carattere utopico ed intrinsecamente malato, per le sue edulcorate proposte di un Bene per tutti, che mirano sottobanco soltanto a produrre la ricchezza opulenta di pochi. Dare vits, far nascere una corrente interna che dia enfasi al sociale è una normale prassi democratica in un partito. Non essendoci un congresso nazionale, credo sia giusto esprimere la posizione della sinistra IdV, la quale ritiene che la giustizia sociale, la solidarietà, l’assistenza non vengano, dopo la battaglia per la legalità. I lavavetri molesti disturbano molto meno il popolo italiano di chi ha ridotto l’economia italiana sul lastrico arricchendosi rubando. Riformare le pensioni va bene a patto che i pensionati non ne escano come zavorra per la collettività e che le risorse risparmiate vadano al sociale e non alle aziende private. Andare in pensione più tardi per garantire la pensione dei figli è un argomento che regge soltanto se la Repubblica Italiana fondata sul lavoro, ne garantisce ai giovani uno e sicuro, per poter guardare al futuro con serenità e costruirsi una famiglia senza paure
La Sinistra IdV è una corrente interna, normale espressione della vita democratica di un partito, portavoce di istanze che non trovano enfasi nella comunicazione dei parlamentari IdV e che invece devono a ragione trovare posto nell’identità politica dell’Italia dei Valori per esprimere con più forza le istanze sociali ed ambientali. In Italia ci sono già tanti soggetti che si occupano benissimo di economia, pochi quelli in grado di indicare un senso alla vita delle Persone, dando energie alla costruzione di un mondo fatto di Valori umani, allontanando gli idoli ingannatori del successo e del denaro, dello sviluppo economico indiscriminato e disumano, dell’avido interesse di chi conduce una vita di comodi agi, noncurante di chi soffre. Nell’Italia dei Valori ci sono molte sensibilita di destra e di centro e da queste posizioni non è previsto occuparsi con forza del sociale. Lo stesso PD dovrà fare i conti con la diminuzione della spesa che significa tagli al personale mirando ad un consenso graduale rivolto a diminuire la qualita dei servizi. A sinistra si trova una sensibilita opposta e questa deve emergere in IdV, la cui funzione deve essere quella di posizionarsi tra PD e sinistra radicale, stimolare il dialogo e dare, alla fine, sulle questioni di merito, un giudizio basato sulla morale, sul giusto. Quando entrammo in Europa, Prodi ebbe a dire che si trattava di fare un sacrificio e poi la gente avrebbe avuto dei benefici. Non mi pare che ciò sia avvenuto, anzi, i sacrifici continuano anche per gli aspetti vitali, essenziali delle Persone. Ricordo che nel programma dell’Ulivo del 2001, un capitolo parlava di “Umanizzazione della Sanità”. Poi, la Sanità, si è provveduto a spolparla di energie professionali, a risparmiare soldi, ma di umanità non vi è traccia. I pazienti sono stati buttati sul Territorio, dove marciscono in attesa dell’assistenza. In Friuli Venezia Giulia l’assessore alla sanità afferma pubblicamente che mancano in regione 800 professionisti, ma che non ci sono le risorse per assumerli. Se mancano, la posizione di IdV deve essere : trovare le risorse! Antonio Di Pietro dice spesso che il suo è il partito del fare. Io però, credo, che prima del fare dobbiamo pensare a quelle cose che non si possono non fare. Da quando siamo al governo, il partito ha subito progressivamente una svolta moderata, accentuando i tratti ideologici massimalisti del liberalismo e del liberismo, smarrendo via via la componente socialista democratica, l’attenzione reale alla condizione di vita delle persone, occupandosi invece di un astratto bene dell’Italia, tipico della destra: sviluppo, rigore, autoritarismo ma poche parole in favore di scuola, sanità, assistenza, lavoro, aiuto all’infanzia, considerazione delle donne in politica, attuando una incomprensibile violenta reprimenda della componente sinistra dell’Unione e dei sindacati, buttando via con l’acqua sporca anche il bambino. Anche la posizione della sinistra sulla Finanziaria, mi pare debba essere presa in considerazione. Come non notare che sostiene maggiormente le imprese e le aziende private rispetto alle fasce più disagiate del Paese? Quante sono le cose dette sulla scuola da Diliberto, sull’ambiente da Pecoraro Scanio, sul lavoro e sulle pensioni di Giordano che dovremmo ascoltare per riflettere prima di prendere posizione? Perché il pregiudizio a priori? Come è possibile, dico io, negare ai bambini in difficoltà scolastica l’insegnante di sostegno dicendo che mancano le risorse?. Oggi un genitore è costretto a chiedere l’elemosina per avere assistenza di suo figlio e se le persone, i cittadini, esigono di veder rispettati diritti stabiliti da leggi, diventano per i governi fastidiosi questuanti, non molesti come i lavavetri, ma rassegnati e impotenti.
Per questo motivo, l’organo informativo della Sinistra IdV, sarà un giornaletto per il momento on-line dal titolo “La Questua”. La prossima settimana invieremo il numero zero della testata, per dare voce ai cittadini questuanti. Le loro questue non si perderanno nel mare magno dell’informazione che tutto dimentica ed oblia ad arte per pilotare l’opinione delle persone e quindi le scelte politiche, ma le riprenderemo in mano ad oltranza monitorando la reazione concreta di chi governa il paese. Le tendenze psico-sociali della nostra comunità educano ad una lotta di tutti contro tutti, anche nei rapporti quotidiani. Noi ci batteremo anche a livello culturale affinchè si ritrovi l’accoglienza, l’ospitalità, la partecipazione, la solidarietà del tutti assieme, il Valore dei Valori. Nella fabbrica del programma del centrosinistra, Prodi affermò che la civiltà di un popolo si misura dall’attenzione ai deboli. Non basta per noi misurare, dobbiamo costruirla la civiltà. Roberto Sinico "La Questua" Anno 1 Numero 0 mercoledì 10 ottobre 2007 La Questua è l'organo informativo della Sinistra IdV. Come ogni numero 0 di un giornale, contiene un manifesto di idee e di propositi ammantati da aspetti fiabeschi ed a volte retorici, ma forti nell'esprimere la passione, la speranza, la fiducia nella possibilità di contribuire nella realizzazione di un mondo migliore. Qualcuno a Vasto, dove non eravamo presenti per scelta responsabile, convinti che la nostra iniziativa non è una dissidente e violenta necessità di dividere il partito, ma di nutrirlo di sensibilità sociale e morale, ha chiesto: " Ce n'era bisogno della Sinistra IdV?" rispondo senza esitazioni ed in modo perentorio : SI !!! Buona lettura a tutti, dal Gabbiano Roberto Sinico