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Retorica e realtà

Post n°156 pubblicato il 24 Aprile 2008 da orion971

Ho scoperto che ci sono persone convinte che l'Italia è stata liberata dai partigiani e che gli americani sono arrivati a guerra finita.  Purtroppo non è uno scherzo. E per quanto possano sembrare surreali a chiunque abbia un minimo di conoscenza, certe convinzioni bizzarre non devono stupire più di tanto: tutta la retorica sulla Resistenza è incentrata sul fatto che i fulgidi, eroici partigiani avrebbero liberato l'Italia e in tutte le celebrazioni non si spende mai mezza parola per americani, britannici, canadesi, indiani, franco-marocchini, zulù e chi più ne ha più ne metta, che sono saliti nella penisola combattendo metro per metro dal luglio del '43 fino all'aprile del '45. E se aggiungiamo che spesso a scuola non si finiscono i programmi e quindi non si studia quel periodo (e quando lo si studia sui testi che ci ritroviamo è anche peggio), è facile che siano in molti ad avere come unica fonte quello che distrattamente sentono dire nei pomposi discorsi in occasione del 25 aprile. Probabilmente l'ignoranza su questi temi è davvero più diffusa di quel che si crede.

Per difendersi dall'orgia di retorica più o meno fuorviante consiglio di leggere i libri di Gianpaolo Pansa. Recentemente ho letto la sua ultima fatica, "I gendarmi della memoria", dove il giornalista che fa quello che gli storici non hanno mai fatto racconta l'ostilità e l'ostracismo subiti per avere osato parlare delle atrocità compiute dai partigiani a guerra finita. E' incredibile come, ancora oggi, parlare di questi fatti significa mettere a rischio la propria incolumità personale. Pansa racconta delle innumerevoli minacce ricevute, tra i tanti episodi l'interruzione di una conferenza da parte di un gruppo di estrema sinistra che inneggiava all'eccidio di Schio: individui che nemmeno si rendono conto di costituire loro stessi, con il loro comportamento, la riprova vivente della veridicità di quanto raccontato nei suoi libri. Ma questi gendarmi della memoria si rendono ridicoli a tutti i livelli: è divertente leggere le reazioni sconclusionate di storici professionisti (si fa per dire) e intellettuali dell'establishment di sinistra: si accusa Pansa di scrivere il falso (senza tuttavia mai contestare in concreto punti specifici) oppure di raccontare fatti che erano già noti. Ma se erano già noti, come è verissimo, perché non ne hanno mai parlato? E soprattutto, che male c'è a scrivere libri su fatti già noti? Non è dato sapere...
C'è un punto del libro a mio avviso emblematico, dove si racconta di un ricercatore, Ernesto Zucconi, che osò un'affermazione molto netta: le donne uccise nel Cuneese dai fascisti potevano contarsi sulle dita di una mano, mentre quelle ammazzate dai partigiani, lungo tutta la guerra civile, erano almeno centocinquanta. La replica dell'Anpi locale fu irridente. Sostenne che "quella mattanza non c'era mai stata". E sfidò Zucconi a tirar fuori i nomi delle donne soppresse dalle formazioni partigiane. Restando "in serena e fiduciosa attesa" di conoscere un elenco che l'associazione resistenziale riteneva inesistente. A scorno dell'Anpi, i nomi uscirono subito e nessuno potè contestarli. Silenzio assoluto...

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Commenti al Post:
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 24/04/08 alle 16:25 via WEB
mah, orion, la verità, come sempre stà nel mezzo... non prenderei ciò che racconta pansa per oro colato, come non prenderei per oro colato chi dice che l'italia è stata liberata esclusivamente dall'azione dei partigiani... chi ha un minimo di conoscenza dei fatti s'è preso la briga di leggere più di un libro, cercandoli sia nelle "biblioteche" rosse che nelle nere :-)
 
 
orion971
orion971 il 24/04/08 alle 16:34 via WEB
Sì certo. Io infatti non ho aspettato Pansa per documentarmi e farmi un'idea. Quello che lui scrive lo sapevo da una vita, tuttavia lui ha fatto un lavoro encomiabile, tanto più che è un uomo di sinistra. E' vero che la verità il più delle volte sta nel mezzo, ma in questo caso è molto, molto lontana dalla vulgata che da sessant'anni santifica la resistenza. E i fatti che Pansa racconta sono lì per essere smentiti: peccato che non si può smentire ciò che è vero.
 
   
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 24/04/08 alle 16:35 via WEB
:) buffo come la verità a volte sia così diversa a seconda di chi la dice?! :-)
 
     
orion971
orion971 il 24/04/08 alle 16:50 via WEB
Non mi pare che la verità sia molto opinabile tra chi dice che i partigiani hanno liberato l'italia e chi dice che l'hanno liberata gli alleati, tra chi dice che i partigiani erano dei santi e chi dice che hanno fatto un sacco di porcate, tra chi dice che combattevano per la libertà e chi ricorda che il PCI era un partito stalinista. Non è questione di vedute: è la differenza tra realtà e menzogna. Mi spiace:-)
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 24/04/08 alle 16:57 via WEB
beh caro orion, tu dici che sono menzogne cose che altri ritengono verità... tu dici verità che per altri sono menzogne.. tu porti prove e altri portano prove... io invece non dico che i partigiani furono santi, io dico che i partigiani erano gente che era stata oppressa e hanno reagito, facendo porcate, rispondendo con violenza alla violenza subita... ed in guerra è questo il dramma... a violenza si risponde con violenza, ma dal mio punto di vista, è merda, sia la violenza dei partigiani, sia quella dei nazifascisti, sia poi pure quella degli americani.... tra l'altro, pansa, riporta che nel cuneese le donne uccise dai fascisti furono 5 quelle uccise dai partigiani 150... beh dalle mie parti è stato il contrario... e non ho dovuto leggerlo in un libro, son bastati i racconti di un nonno...
 
     
orion971
orion971 il 24/04/08 alle 17:03 via WEB
Qui non si tratta di fare le graduatorie dei morti ma di smontare una vulgata che ha generato disinformazione e intolleranza. Nessuno mette in dubbio il male che hanno fatto i nazifascisti: il problema è che c'erano e ci sono quelli che hanno negato il male fatto dai partigiani. E sono stati loro ad avere l'egemonia culturale, coi risultati che si vedono.
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 24/04/08 alle 17:17 via WEB
bah mi sembra un po' un esagerazione, ma in linea generale credo anche io che la storia che ci è stata insegnata per un periodo fosse un po' di parte... :( oggi se è per questo, nella mania di revisionismo in cui siamo, si sta facendo l'errore opposto, si tende a negare TUTTO ciò che è stato detto prima e, in quest'orgia di negazione e nuove teorie, si arriva a dire l'esatto contrario... gonfiando prove, gonfiando e sgonfiando la storia... ecco... mi piacerebbe l'obbiettività...ma nll'informazione, l'obbiettività è impossibile.. credo... :)
 
     
orion971
orion971 il 25/04/08 alle 19:43 via WEB
"Un po'" di parte? Alla faccia!:-) Il revisionismo è l'approccio mentale e culturale intelligente, non solo nella storia ma in tutte le discipline. Voler scolpire la storia sul marmo corrisponde invece ad un atteggiamento di chiusura mentale e, soprattutto, di paura. Paura della verità. P.s. non dubito della buona fede di tuo nonno, ma immagino che se si parla con un nonno fascista anche lui delle tue parti dica l'esatto contrario:-)
 
     
cristianodisinistra
cristianodisinistra il 30/04/08 alle 12:24 via WEB
il revisionismo non è intelligente, la ricerca della obbiettività è intelligente... mentre quello a cui spesso assistiamo è un revisionismo di moda, e nella storia umana tale rivisionismo c'è stato un sacco di volte... e ci sarà sempre purtroppo, proprio perchè l'obbiettività non è di questo mondo. P.S.... per quanto riguarda il mio nonno, è proprio quello che sostenevo io, ovvero sia che se parlo con un nonno fascista mi dice il contrario... e allora il risultato qual'è? che s'era in guerra e stronzi e guerrafondai c'erano a destra e sinistra ,da una parte e dall'altra...e i morti del cuneese erano in un modo e i morti toscani erano in un altro... il fatto è che sono morti uccisi... punto. o per eseguire repressioni ordinate da uno stato fascista, o per rivalsa dopo, è uguale... sono morti e questo è tutto...
 
     
orion971
orion971 il 30/04/08 alle 22:08 via WEB
Forse un certo revisionismo non è molto intelligente, anche se io preferirei parlare di reazione uguale e contraria all'altro eccesso, ma la ricerca della verità e dell'obiettività è essa stessa revisionismo. Tutte le discipline sono e devono essere revisioniste: i talebani della resistenza sono come la Chiesa che condannava Galileo Galilei.
 
Arthos_Ea
Arthos_Ea il 24/04/08 alle 16:35 via WEB
"Vae victis"...
 
 
orion971
orion971 il 24/04/08 alle 16:51 via WEB
parole sante
 
gb00053
gb00053 il 26/04/08 alle 15:01 via WEB
credo che gli ultimi libri di Pansa abbiano avuto un compito importante. come dici tu raramente a scuola si arriva a studiare il conflitto 40-45 e tantomeno quello che avvenne dopo. Se la cosa ti interessa te la studi e ti affidi al tuo spirito critico, oppure continui a berti le storie rivedute e corrette che impestano le tv specialmente attorno al 25, o (e non sempre è meglio) ti accontenti delle versioni, filtrate dalla memoria, del vissuto dei tuoi nonni. Pansa ( e tutti quelli che hanno fatto rumore attorno alui) se non altro ha reso accattivante l'argomento, senza mai essere pesante o prolisso ci offre degli sprazzi di storia visti da una angolazione differente, così la gente può leggere un saggio di storia con la leggerezza di un romanzo, ma la vonsapevolezza che è tutto fuorchè finzione
 
 
orion971
orion971 il 30/04/08 alle 21:59 via WEB
Sono d'accordo: Pansa non ha scoperto nulla di nuovo ma avuto il merito di rendere accattivante l'argomento e di portarlo all'attenzione del grande pubblico, con una prosa tra l'altro molto gradevole. Sta di fatto che i suoi libri vendono e tanto, mentre i sermoni di Bocca e degli altri sacerdoti della resistenza non se li rifila nessuno. La cosa mi fa molto piacere!
 
sonofortunata
sonofortunata il 28/04/08 alle 20:59 via WEB
cavoli, ho scritto un bellissimo commento e non mi è uscito....devi autorizzarlo?
 
 
orion971
orion971 il 30/04/08 alle 22:01 via WEB
Ti pare che io possa mettere l'autorizzazione per i commenti?:-) Capita ogni tanto che non vengano pubblicati..e dà molto ai nervi
 
sonofortunata
sonofortunata il 28/04/08 alle 21:09 via WEB
ah no, devo aver sbagliato qualcosa....va beh. Riscrivo. Sono nata e cresciuta in un paese del cuneese, Boves, per la precisione. Città martire. La storia l'ho sentita direttamente dai miei genitori. Mio padre non fù un partigiano bensì un soldato, spedito in jugoslavia e tornato quando tutto era finito. Guardato male dai suoi amici proprio per non aver preso parte alla resistenza. Mia madre c'era, sia quando ci fu lo sbando della 4a armata, sia quando i tedeschi bruciarono il paese. Mi disse che tra coloro che andarono in montagna c'erano persone motivate e persone spaventate...e persone che avevano necessità di risolvere problemi personali. La popolazione subì sia i partigiani che gli invasori. I primi per le razzie di cibo, i secondi per le razzie di persone. Mia madre ebbe paura di entrambi. Ci furono uomini coraggiosi ed eroici tra i partigiani, e ci furono uomini beceri. Esattamente come in tutti gli eserciti. Il bene e il male. L'umanità!!! (l'altro commento era migliore, ma devo aver fatto un casino...complimeti per la nuova faccia del blog)
 
 
orion971
orion971 il 30/04/08 alle 22:04 via WEB
Molto interessante la tua testimonianza. E' vero che la popolazione subì sia i partigiani che i nazifascisti, spesso temendoli allo stesso modo. E con ragione, visto che bastava un sospetto, un'accusa falsa o anche solo farsi vedere con la persona sbagliata per essere esposti ai terribili atti di violenza del dopo liberazione. Tutto molto diverso dalle celebrazioni dei partigiani eroi e paladini del popolo.. Il colore del blog l'ho cambiato perché ormai sono un ex-fascista anch'io:-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 13/05/08 alle 12:33 via WEB
io credo che l'impostazione del post vada a sminuire un ruolo comunque fondasmentale che hanno avuto i partigiani per la liberazione dell'italia...io non negherò mai la imprenscindibile importanza degli alleati nella lotta e nella cacciata dei nazi-fascisti..ma il sentimento di oppressione che ha contraddistinto la resistenza e rivolta partigiana è stato fondamentale sebbene abbia avuto dei picchi di ferocia non negabili!ma credo che non sono io a dire che l'invasore e l'oppressore vada cacciato anche in mala maniera.com'è la frase che sento sempre?se vieni a casa mia e oltretutto rompi i co...ni ti prendo a calci negli zebedei...o no?non la sentite spesso da qualche parte?
 
 
orion971
orion971 il 14/05/08 alle 21:58 via WEB
Sì, certo: va a sminuire questo ruolo perché io a differenza tua non lo riconosco. Senza i partigiani la guerra sarebbe finita esattamente come è finita, magari un giorno più tardi, e con molti meno morti. In parte sono d'accordo con te invece sui picchi di ferocia: si possono capire in una certa misura durante una guerra, mentre si possono capire meno a guerra finita e non si possono capire per niente quando vanno a colpire persone senza colpe, come i preti o i familiari di chi è stato dalla parte sconfitta. Vedi, il punto però non è tanto il fatto in sé che i partigiani abbiano commesso dei crimini e delle atrocità: è l'aureola che gli è stata attaccata dopo che non va. I crimini li commettono tutti in guerra, d'accordo: ma perché non ammetterlo? E poi perché prendersela tanto, a distanza di oltre sessant'anni, con chi come Pansa racconta questi fatti?
 
biscotto82
biscotto82 il 14/05/08 alle 23:24 via WEB
io nn me la prendo con pansa...ma a differenza tua io credo che la rivolta partita dal basso contro un regime di oppressione sia stata fondamentale e che nulla la sminuirà mai...e non è un discorso di chi ha studiato o no...ho studiato e letto molto..e nn solo libri di storia...diciamo che sono punti di vista!
 
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