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Post n°175 pubblicato il 15 Novembre 2008 da orion971
Mi sarebbe molto difficile non condividere la sentenza della Cassazione sul caso di Eluana Englaro. Sinceramente non penso si possa ritenere vita quella che la povera ragazza ha subito negli ultimi sedici anni e, soprattutto, la dignità umana viene prima di qualsiasi ideologismo. Ma al di là della diversità di opinioni che naturalmente ci può essere, un caso come questo deve essere approcciato soprattutto con tanto pudore e tanto rispetto: per questo trovo del tutto fuori luogo quelli che parlano di "assassinio". Mi sembra che il padre di Eluana abbia già sofferto troppo: adesso i talebani di casa nostra potrebbero anche farsi un paio di chili di fattacci loro a testa. Molto bene anche la sentenza sui fatti della scuola Diaz: per una volta i giudici non sono andati dietro ai teoremi della sinistra. E non si capisce cosa ci sia di scandaloso in questa sentenza: è stato riconosciuto che in quell'edificio sono state commesse delle violenze e degli atti illegali, cosa si vuole di più? Non si può mica pretendere di stabilire al posto dei giudici chi è colpevole e chi no. Il problema è che era stato costruito tutto un teroema che vedeva coinvolti i vertici della polizia, del governo di allora, magari pure della Cia (che non guasta mai)... e come spesso accade, a sinistra prima iniziano a raccontarsi le belle storie e poi finiscono per crederci davvero. Ma a un certo punto arriva il brusco risveglio... |
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- lo stato vegetativo non è equiparabile alla morte cerebrale
- sul caso di Eluana Englaro, il ricorso della Procura di Milano (poi respinto dalla Cassazione) era motivato dal fatto che il Ministero della Sanità aveva sottolineato che gli stati vegetativi non si possono definire scientificamente permanenti
- non è più accettato dalla comunità scientifica la definizione di "permanente" perché non si sa in realtà quando e come lo stato vegetativo possa permanere.
Non si sa se c’è la possibilità di ripresa o non c’è.
Non si sa neanche a distanza di tantissimi anni.
Per queste ragioni non è condivisibile la sentenza della Cassazione che si basa “sull’impossibilità di tornare indietro dallo stato vegetativo”
- l’argomentazione secondo cui lo stato vegetativo permanente è paragonabile alla morte cerebrale va respinta in quanto la morte cerebrale è assicurata da una serie di criteri scientifici riconosciuti a livello internazionale da circa 40 anni che non ricorrono nela caso di Eluana
- lo stato vegetativo di Eluana Englaro è totalmente differente dalla morte cerebrale, tanto è che nessuno potrebbe autorizzarne l’espianto degli organi; non è attaccata a nessuna macchina, respira per conto suo, ha normali ritmi di sonno e veglia, ed è semplicemente alimentata e idratata.
Non avevo alcuna intenzione di essere "didattico", vogliate crederlo.
Ma credo che occorra valutare con attenzione questo caso così delicato sulla base di notizie scientifiche esatte.
Evito naturalmente argomentazioni "cattoliche" di carattere etico, pur condivisibili, ma che non verrebbero tenute in alcuna considerazione dai lettori non credenti per ovvi motivi pregiudiziali.
Non per censura, ma come forma di rispetto verso di loro.
Concordo con l'autore del post quando parla del vuoto legislativo.
Ma questo vuoto non può e non deve essere riempito dai tentativi di poteri non eletti di trasformare una visione di parte in un dogma etico per tutti, a colpi di sentenze.
Vorrei anche dire a chi parla di "dignità" che far morire una ragazza disabile di fame e di sete con un'agonia che non sarà inferiore ai 15 giorni non mi sembra affatto dignitoso.
Ho anche letto tra i commenti che Eluana sarebbe già morta.
Perchè allora durante la sua agonia sarà necessario sommonistrale dei sedativi?
Perchè sedare un morto?
E non sono io a dirlo, ma il neurologo che dovrà farla morire.
Il discorso mi pare, quindi, più articolato.
Concludo ricordando che il concetto di morte "pietosa" ci riporta a dei periodi bui del secolo precedente:
"Si garantisca una morte pietosa ai pazienti considerati incurabili secondo il miglior giudizio umano".
E' il passo più significativo di una lettera scritta nel 1939 dal Fuhrer al suo medico personale Karl Brandt, nella quale Hitler incaricava Brandt di reclutare medici di provata fede nazista disposti a realizzare il famigerato Piano T4.
Un progetto che avrebbe portato alla eliminazione di 70.000 tedeschi di "pura razza ariana", colpevoli solo di essere malati, inutili, dementi, mutilati della Grande guerra. Per loro furono inaugurate le mostruose camere a gas.
Ho cercato solo di dare il mio contributo.
Grazie a tutti per l'attenzione e Buon Natale.
E’ vero, siamo (e certamente resteremo) agli antipodi.
E’ giusto che sia così.
Il dialogo non deve risolvesi in un pentolone nel quale, per non scontentare nessuno, tutto fa brodo.
La sua risposta è lunga ed articolata, vorrei puntualizzare su alcuni aspetti la mia posizione senza alcuna pretesa di convincerla ma solo per offrirLe un altro punto di vista, nel pieno rispetto del suo.
Scrivo in maiuscolo al fine di distinguere le sue considerazioni dalle mie risposte.
Inizierei dalla fine quando dice:
“non cerchi di imporre questi SUOI convincimenti - etici e religiosi - a chi non li condivide”.
IN PRIMO LUOGO NON OCCORRONO “CONVINCIMENTI RELIGIOSI” PER BIASIMARE L’EUTANASIA.
NON E’ UNA PRATICA CONTRARIA ALLA “MORALE CATTOLICA“, MA ALLA “MORALE UMANA” O, SE PREFERISCE, ALLA “LEX NATURALIS“.
IL DIRITTO ALLA VITA E’ SCRITTO NELLA NATURA STESSA DELL’UOMO, NON L’HA INVENTATO LA CHIESA.
SE LE PRATICHE EUTANASICHE FOSSERO MORALMENTE LECITE DOVREMMO DIRE CHE IL PROCESSO DI NORIMBERGA HA SBAGLIATO A CONDANNARLE?
E’ LEI CHE DICE CHE VOGLIO IMPORRE I “MIEI CONVINCIMENTI“.
MI PARE, INVECE, SIA IL PAPA’ DI ELUANA, COADIUVATO DAI GIUDICI, CHE INTENDA IMPORRE LA PROPRIA VISIONE ALLA FIGLIA, ED A QUALE PREZZO.
LEI DIRA’ CHE LA COSA NON MI RIGUARDA, CHE E’ UN FATTO PRIVATO.
NON E’ ESATTAMENTE COSI’.
C’E UN PROBLEMA CULTURALE SERIO, UNA SFIDA ASSOLUTAMENTE DECISIVA PER IL NOSTRO TEMPO.
SI TRATTA DI DIFENDERE IL PRINCIPIO - LAICO - DELLA SACRALITA’ DELLA VITA DAL SUO CONCEPIMENTO FINO ALLA MORTE NATURALE (CHE NON E’ PER FAME E PER SETE).
E POI SIAMO LIBERI DI ESPRIMERE (NON IMPORRE) LA NOSTRA OPINIONE O NO?.
AGGIUNGO CHE E’ UN LUOGO COMUNE TRITO E RITRITO QUELLO SECONDO CUI LA DIFESA DI ELUANA SIA UN “CAPRICCIO” DELLA CHIESA.
NEL MIO INTERVENTO, NE CONVERRA’, NON HO USATO “ARGOMENTAZIONI CATTOLICHE” MA DATI OGGETTIVI.
LEI LI INTERPRETA DIVERSAMENTE. E’ UN SUO DIRITTO.
...l’elogio al Ministro Sacconi per il suo intervento, che io ho trovato invece abbastanza vergognoso.
MI PARE SIANO VERGOGNOSA UNA SENTENZA CHE SI BASA SU UN FALSO: L’IRREVERSIBILITA’ DELLO STATO VEGETATIVO PERSISTENTE.
Intervenire in quel modo su quello che, dopo che la Cassazione ha posto la parola FINE, A CHE TITOLO LA CASSAZIONE DIREBBE LA PAROLA FINE SULLA VITA DELLE PERSONE?
….. A questo punto posso immaginare l’obiezione, cioè che somministrare delle sostanze nutritive non costituirebbe trattamento sanitario.
INFATTI NON LO E’
Ma, a parte il fatto che una tale obiezione mi ricorda i cavilli a cui ricorrono gli avvocati per fare assolvere degli assassini della cui colpevolezza sono convinti loro per primi,
CAVILLO? DIREI DIFFERENZA SOSTANZIALE.
SE MANGIO, MANGIO.
SE MI CURO, MI CURO.
vorrei ricordare quando, quache mese fa, le condizioni della ragazza si erano aggravate a seguito di una emorragia interna: vogliamo dire che in quella circostanza non è stata oggetto di un trattamento medico? “
ELUANA ENGLARO, CHE IN SEDICI ANNI NON HA MAI AVUTO NEANCHE UN RAFFREDDORE, CHE RESPIRA DA SOLA, CHE NON FA NESSUNA TERAPIA MA SI NUTRE CON UN SONDINO, HA AVUTO UN'EMORRAGIA INTERNA IMPROVVISA E ABBONDANTE, CHE L'AVREBBE POTUTA PORTARE IN POCO TEMPO ALLA MORTE SE NON SI FOSSE ARRESTATA, ALL'IMPROVVISO, COSÌ COME ERA COMINCIATA, SENZA NESSUN INTERVENTO ESTERNO.
SE NON MI CREDE PUO’ LEGGERE IN PROPOSITO QUESTO LINK:
http://blog.libero.it/sceglierelavita/5697635.html
CHE PARLA PROPRIO DI QUESTO PARTICOLARE
Gli stati vegetativi non si possono definire scientificamente permanenti”: la sfido a trovare un neurologo serio che le dice che uno si può risvegliare dopo diciassette anni di stato vegetativo.
NE HO GIA’ SCRITTO NEL MIO INTERVENTO. AUTOREVOLI FONTI MEDICO-SCIENTIFICHE (NON IL PAPA) DICONO CHE NON E’ POSSIBILE DIMOSTRARE L’IRREVERSIBILITA’ DELLO STATO VEGETATIVO PERSISTENTE.
PER AMORE DI VERITA’ NON NASCONDO CHE LE PROBABILITA’ DI RISVEGLIO DIMINUISCONO CON IL PASSARE DEL TEMPO.
MA NON SI POSSONO ESCLUDERE COMPLETAMENTE, TANTO E’ VERO CHE NON VIENE CONSENTITO L’ESPIANTO DEGLI ORGANI COME AVVIENE NEI CASI DI MORTE CEREBRALE.
PER QUESTO DOVREBBE PREVALERE UN “LAICO” PRINCIPIO DI PRUDENZA.
La questione è probabilmente malposta, perché la prima regola nella scienza è non avere certezze ma dubbi: se lei chiede ad uno scienziato se è sicuro che se uno si spara un colpo di pistola alla tempia muore, le risponderà di sì. Ma se lei rincalza chiedendo se ne è sicuro al 100%, la risposta sarà no.
PROPRIO NON VEDO IL NESSO.
Il livello della questione è questo, tanto per intenderci. E quand’anche ci fosse una possibilità teorica di “ripresa” (mai riscontrata in letteratura dopo un certo periodo di tempo), questa si tradurrebbe verosimilmente nel muovere un braccio a comando o poco più, immagino. Che vita sarebbe?
TOCCA UN PUNTO CENTRALE: LA “QUALITA’ ” DELLA VITA.
MENTALITA’ EUGENETICA!
AL RIGUARDO PUO’ DISPIACERE IL RIFERIMENTO AD HITLER, MA L’HANNO "INVENTATA" LORO.
NON E’ COLPA DEL SOTTOSCRITTO
Per tornare al caso in oggetto, non una vita che Eluana avrebbe voluto vivere, secondo quanto è stato appurato. “Ho anche letto tra i commenti che Eluana sarebbe già morta”: dipende da cosa si intende per morte e per vita. Se per morte si intende la fine di una vita umana, lo è di sicuro; se parliamo di vita vegetale allora è viva. Quanto alla possibilità che Eluana possa soffrire durante l’interruzione dell’alimentazione, essa non ha alcun fondamento scientifico per via dei danni irreversibili subiti dalla sua corteccia cerebrale, ma è proprio per sgombrare il campo da ogni dubbio (d’obbligo nella scienza, come ricordato sopra) che le verranno somministrati i sedativi.
NON E’ VERO. QUI MI RIPETEREI
Su questo punto, però, si apre una parentesi interessante: ammettendo che esista la possibilità che lei potrebbe soffrire durante quelle fasi,
ALLORA SOFFRE O NON SOFFRE?
chi ci dice allora che lei non soffra anche in altri momenti?
In altre parole, chi ci dice che lei non stia provando una sofferenza ininterrotta da diciassette anni?
ELUANA NON HA ALCUNA SOFFERENZA FISICA.
SE SI RIFERISCE ALLA SOFFERENZA PSICOLOGICA, FORSE SOFFRE MOLTO, QUESTO E’ OVVIO.
MA NON E’ DETTO CHE PER QUESTO DESIDERI MORIRE.
SOFFRIRE = DESIDERIO DI MORIRE E’ UN’EQUAZIONE DISCUTIBILE.
MA QUI TOCCA UN ALTRO PUNTO ASSOLUTAMENTE DECISIVO: IL DIRITTO DI “AUTO-DETERMINAZIONE” DI UNA PERSONA, LA FACOLTA’ DI DECIDERE DI VIVERE O DI MORIRE.
CREDO CHE LA VITA SIA UN BENE INDISPONIBILE.
OPPURE DOVREMMO DIRE CHE IL SUICIDIO E’ LECITO?
E CHI STABILIREBBE QUANDO E’ LECITO E QUANDO NON LO E’?
I GIUDICI?
Converrà che non è il caso di condannare una persona ad una tortura per anni e anni in nome di un principio astratto, voglio sperare.
CONVERRA’ CHE NON E’ IL CASO DI CONDANNARE UNA PERSONA A MORTE.
E SE INVECE ELUANA VOLESSE VIVERE?
LEI PUO’ ESSERE ASSOLUTAMENTE CERTO CHE DESIDERI MORIRE?
Ed è una conclusione alla quale si giunge usando le sue stesse argomentazioni. Gentile Insorgente, nella malaugurata ipotesi in cui ( con tutti i dovuti scongiuri, beninteso) si venisse a trovare in una situazione come quella di Eluana, lei sarebbe liberissimo di rinunciare alla sua dignità,
MA CHI DICE CHE UN DISABILE RINUNCI ALLA SUA DIGNITA?
ANCHE QUI RIAFFIORA LA MENTALITA’ EUGENETICA.
LA SUA RISPOSTA, MOLTO CIVILE E RISPETTOSA, MI PARE VIZIATA DAL PREGIUDIZIO ANTI CATTOLICO.
E’ UN PREGIUDIZIO DIFFUSO, MA SBAGLIATO.
CREDO CHE LE COSE VADANO ESAMINA NEL MERITO, NON IN BASE A CHI LE DICE.
LA RINGRAZIO E LE RINNOVO I MIGLIORI AUGURI PER UN 2009 SERENO.
E’ VERO, NON L’AVEVO CAPITO.
Detto questo, vedo che lei continua a ripetere le medesime argomentazioni del primo intervento
PROBABILMENTE ANDREMMO AVANTI ALL'INFINITO....
senza tenere conto del punto fondamentale che io avevo portato alla sua attenzione: che la volontà di Eluana era quella di non subire una situazione di questo genere, che piuttosto avrebbe preferito morire.
EVITO DI RIPETERMI SUL PRINCIPIO - LAICO CHE PIU’ NON SI PUO’ - DELL’INDISONIBILITA’ DELLA VITA UMANA.
DESIDERO SOLO PRECISARE CHE CON IL MIO POST NON HO INTESO ESPRIMERE ALCUN GIUDIZIO NEI RIGUARDI DI BEPPINO ENGLARO, LA PREGO DI CREDERLO. NON SONO UN GIUDICE.
HO ESPRESSO IL MIO PARERE SUL FATTO IN SE’, NON SULLE PERSONE.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE.
TORNERO’ A “DISTURBARLA” NEI PROSSIMI POST. ;-)