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Uno dei miei primi post riguardava le battaglie condotte dalle star della musica per la cancellazione dei debiti dei Paesi poveri. Sostenevo che, nonostante le apparenze, era una grandissima cavolata. Per un motivo molto semplice: il debitore che non onora i propri impegni si viene poi a trovare in una situazione in cui non avrà più accesso al credito, perché nessuno regala i soldi in questo mondo. Provare per credere: non pagate il mutuo della vostra casa, o anche solo il finanziamento della vostra auto, e poi tornate in banca a chiedere prestiti. E' difficile che vi dicano: "O caro fratello, sappiamo che non volevi mettercelo in quel posto, ti sei trovato in difficoltà e non sei riuscito a pagarci, povero. Visto che tu in cuor tuo avresti voluto rimborsarci, i soldi te li diamo un'altra volta".
Solo i Don Benzi dell'economia e della finanza, tanto per richiamare il post precedente, possono ritenere valide le campagne di Bono & CO. Senza contare il fatto che, in mancanza di investimenti ed interventi strutturali, queste cancellazioni si traducono in costosi regali per i vari governi dediti all'arricchimento personale dei loro membri, alle guerre e ad affamare i propri popoli.
Naturalmente, quasi nessuno era d'accordo con me: come si fa ad essere talmente "cattivi" da non voler azzerare i debiti dei paesi poveri? E guai a dire qualcosa di non bellissimo su Bono e sugli U2: ricordo un blog del giorno dove chi non si inchinava dinanzi alla loro suprema generosità, o magari adombrava il sospetto che si facessero pubblicità a buon mercato, veniva subito zittito: "Ma tu non sai, come ti permetti!....Bono qui, Bono lì.."
Ma il tempo rende giustizia ed ecco che ora, proprio come le grandi imprese e i grandi ricconi, il caro vecchio Bono, da sempre in prima fila nella richiesta di cancellare quei debiti, sta trasferendo parte del suo impero milionario in Olanda per ragioni fiscali, come già fecero i Rolling Stones nel 1972. Nei Paesi bassi non vengono applicate tasse sulle royalties e la U2 Ltd, la società che amministra i diritti d'autore della band - il cui valore è stimato intorno 690 milioni di euro - ha trovato lì il suo paradiso fiscale.
Singolare notare come lo stesso presunto filantropo, non molto tempo fa, era tornato alla carica presso il governo irlandese con le sue pedanti richieste. E chi avrebbe dovuto pagare? Evidentemente non lui!!
E io che pensavo di non avere la sua stessa generosità e la sua nobiltà d'animo........
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