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Ho dato un'occhiata nei vari blog di destra alle critiche per la manifestazione di Roma nella quale è riecheggiato lo slogan "10, 100, 1000 Nassiriya". Si parte dai giudizi non propriamente lusinghieri sulle capacità intellettive dei manifestanti per arrivare agli attacchi contro la sinistra istituzionale, contro Prodi, la sua Finanziaria, la sua faccia ecc. ecc. Tutto più che legittimo, ma anche tremendamente scontato e prevedibile, più o meno come l'abbaiata di un cane quando qualcuno passa davanti al suo cancello.
Vediamo se mi riesce di essere un po' meno banale.....
Tutta questa esecrazione generalizzata (quindi anche a sinistra) mi pare fuori luogo. Più che altro perché siamo nella Repubblica nata dalla gloriosa Resistenza: da sessant'anni ci fanno una testa così con "Una mattina, mi son svegliato...e ho trovato l'invasor". Mi spiego: la destra, che ha appoggiato l'azione militare in Iraq, considerando in particolar modo la presenza italiana un intervento umanitario a sostegno della popolazione civile da un lato e una missione di peace keeping dall'altro, ha tutto il diritto di indignarsi per quello slogan infame e demenziale. Ma il versante opposto dello schieramento politico? Quante volte abbiamo sentito gli esponenti del centro-sinistra (non della sinistra radicale, si badi bene) dire che siamo andati a fare la guerra, che siamo lì come truppe di occupazione di un Paese che era sovrano e via dicendo? Non si contano. La conseguenza diretta, logica e naturale di quelle che sono sempre state le posizioni del centro-sinistra è che gli iracheni hanno tutto il diritto e il dovere di compiere attentati e azioni militari contro i nostri soldati. Del resto, non è forse l'Italia il Paese che ha onorato e decorato gli attentatori di Via Rasella, portandone anche uno in Parlamento? Via Rasella e Nassiriya: due attentati compiuti da chi lottava per il proprio Paese contro degli occupanti stranieri ritenuti illegittimi. A questo punto, o si scherza nella glorificazione dell'uno o si scherza nell'esecrazione dell'altro, altrimenti si è di fronte ad un'evidente contraddizione.
I manifestanti che hanno scandito quello slogan sono solo coerenti con se stessi e con tutto quello che è stato insegnato loro dalla nascita e che hanno assorbito acriticamente: più che rabbia dovrebbero suscitare compassione. Molto più esecrabile è l'esecrazione (ripetizione voluta) del centro-sinistra, che parla di guerra, occupazione militare e mani grondanti di sangue quando c'è da prendere i voti dell'elettorato pacifista o pacifinto, e piange poi lacrime da coccodrillo nel momento in cui c'è da assumersi la responsabilità di queste posizioni, quando cioè i nostri soldati vengono uccisi o la loro memoria vilipesa come è successo sabato.
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