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Garantisti finti imbecilli veri

Post n°139 pubblicato il 14 Giugno 2007 da orion971

Mi è capitato, stamattina, di sentire alla radio un'ascoltatrice che ha chiamato dicendo di essere, "come tutti gli italiani", "inorridita" per la libertà (?) concessa a Erich Priebke: già una che pensa di parlare "per tutti gli italiani" si qualifica come la prova provata della straordinaria fertilità della madre dei cretini... sta di fatto che sentendo mi è tornata voglia di scrivere sul mio trascuratissimo blog...
La vicenda giudiziaria dell'ex capitano delle SS è con ogni probabilità la più surreale che si ricordi, ma ciononostante il livello di assurdità sembra non toccare mai il fondo... probabilmente anche quando morirà ci saranno polemiche perché bisognerà fare uscire la bara dalla sua abitazione romana.
La sua condanna all'ergastolo era stata non solo ingiusta ma assurda (parole non mie ma di Indro Montanelli, che di credenziali "resistenziali" ne aveva un tantino di più degli eroi da salotto del 2007), tuttavia non voglio entrare nel merito: chiunque abbia un minimo di conoscenza dei fatti in questione, del nazismo e della seconda guerra mondiale, sa benissimo che non eseguire quell'ordine avrebbe significato farsi fucilare. Ed è per questo motivo che nel 1948, al primo ed unico serio processo per le Fosse Ardeatine, fu condannato il solo Kappler mentre vennero assolti tutti i suoi subordinati, i quali si trovavano nella medesima posizione di Priebke. Questo perché nel 1948 si conoscevano i fatti ed il contesto, sicché le scemenze che si dicono oggi non erano nemmeno lontanamente immaginabili.

L'Italia è il paese nel quale nessuno sconta la pena per intero, il paese dell'indulto e delle sue tragiche conseguenze, della legge Gozzini, dove ognuno fa quel cavolo che gli pare in nome del "garantismo": ebbene, nello stesso paese ci si indigna e si solleva un polverone perché, udite udite, ad un vecchio fantasma di 94 anni viene concesso di uscire dagli arresti domiciliari per andare a lavorare come traduttore nello studio del suo avvocato!!! E' forse sbagliato notare in questo una certa schizofrenia?
E' curioso notare come in prima fila tra gli "indignatori" ci sono i politicanti che ci hanno regalato... l'indulto. Gli stessi che hanno messo in libertà fior di assassini e di delinquenti, condannando di fatto degli innocenti ad essere uccisi, rapinati o stuprati, adesso strillano perché Priebke potrà uscire di casa... Servono commenti? No, a parte il fatto che i criminali da loro favoriti, a differenza di Priebke, hanno ucciso per loro liberissima scelta, senza costrizioni e senza trovarsi in un contesto più grande di loro come una guerra mondiale.
Ma i politicanti non devono stupire, dal momento che le parole senza aderenza alla realtà sono il loro mestiere... vivono di quello. L'incredibile è che c'è gente che gli va dietro... come appunto quell'ascoltatrice. Sono gli stessi che, in nome di un garantismo peloso, bollavano come forcaioli quelli che non gradivano che Erika De Nardo, la graziosa signorina che poco tempo prima aveva ucciso con novanta coltellate la madre e il fratellino, andasse in giro in permesso premio: contemporaneamente manifestavano con veemenza contro un analogo permesso concesso a Priebke un paio d'anni fa...
Sono anche gli stessi che insistono per la grazia a Sofri e chiedono l'amnistia per gli anni di piombo perché "bisogna finalmente voltare pagina"... evidentemente per loro la seconda guerra mondiale è più recente degli anni di piombo, mentre Biagi e D'Antona non sono stati assassinati dalle Brigate Rosse ma dalle nuove SS...
Se qualcuno di questi pozzi di scienza dovesse leggere queste righe, vorrei aiutarlo a capire la demenzialità delle polemiche di questi giorni: dicono loro e li convincono che "Priebke è un simbolo e che va mantenuta la memoria", ma esiste una valida ragione, giuridica o morale, per la quale ad un condannato, in quanto "simbolo", non si debbano applicare i benefici previsti dalla legge e concessi a tutti gli altri detenuti, anche meno meritevoli di lui? E quanto alla memoria, qualcuno crede forse che questa venga messa in discussione se un novantaquattrenne mette il naso fuori casa? O che un secondo Olocausto sia più vicino e probabile se questo prende una boccata d'aria?
Questi "indignatori" sarebbero probabilmente i primi che, se nel 1944 si fossero trovati nelle stesse condizioni di Priebke, avrebbero fatto come lui e magari anche molto peggio. E' questo il genere di persone che costituiscono il terreno fertile di ogni dittatura: privi di autonomia intellettuale sono soggetti alla retorica più patetica, influenzabili, manovrabili, fanatizzabili (queste polemiche sono dettate da puro fanatismo misto a isterismo), vili, incapaci di riflettere con la propria testa. Un gregge di pecore.
Ignoranza, ristrettezza mentale, infantilismo, incoerenza, meschinità e cattiveria (ce ne vuole non poca per accanirsi contro un quasi centenario): questo è il mix alla base della vicenda Priebke e dei suoi ultimi sviluppi.
 

 
Rispondi al commento:
orion971
orion971 il 20/07/07 alle 18:24 via WEB
Personalmente io non sono affatto contrario ai benefici concessi agli ex-brigatisti (beninteso a certe condizioni). Detto questo, qui si evidenziava una contraddizione macroscopica e non è corretto cercare una contraddizione uguale e contraria proprio nella sottolineatura di questa contraddizione (scusa il gioco di parole). Perché i termini delle due questioni sono molto diversi: da un lato abbiamo delle persone ancora giovani (50-60 anni in media e anche meno), colpevoli di delitti commessi in tempi relativamente recenti e che rientrano in una stagione ancora non del tutto conclusa (vedi Biagi e D'Antona); dall'altra invece abbiamo un vecchio di 94 anni, a più di sessant'anni di distanza dai fatti ascritti e relativi ad una vicenda, la seconda guerra mondiale, che "forse" sarebbe ora di storicizzare. Sono convinto che, se fra 30 o 40 anni venisse concesso un permessino all'ultimo brigatista ormai ultranovantenne rimasto in detenzione (ipotesi scolastica perché saranno tutti fuori da un pezzo), nessuna delle persone che hanno commentato qui si sognerebbe di gridare alla fine del mondo: sarebbe miserabile e ridicolo, al pari di chi fa così oggi per Priebke. C'è una bella differenza, come vedi. Aggiungo che, come ha scritto Mario Cervi, della vicenda Priebke se ne parla spesso senza conoscerla: ho notato che i più accaniti forcaioli sono quelli che non ne sanno niente e che semplicemente associano questo vecchio a tutti i misfatti del nazismo, mentre chi la vicenda la conosce (dal suo ruolo specifco e dal contesto nel quale erano avvenuti i fatti fino alle modalità incredibili con le quali si è giunti alla condanna all'ergastolo) hanno un'opinione molto diversa, come la mia o comunque molto più sfumata. Un nome su tutti: Indro Montanelli, che a differenza di quelli che oggi strillano sapeva ciò che diceva perché l'aveva vissuto e che scrisse anche una lettera di solidarietà a Priebke. Si può dire che mai come in questa vicenda la stupidità è figlia dell'ignoranza.
 
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