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Terzo Mondo e luogocomunismi

Post n°189 pubblicato il 26 Agosto 2009 da orion971

Molti, moltissimi sono convinti che la situazione dell'Africa e degli altri Paesi del Terzo Mondo sia stata creata dagli occidentali... che la colpa sia per così dire "nostra", e che saremmo quindi a maggior ragione obbligati ad accogliere i migranti. Ma è davvero così?
I capisaldi di questa posizione sono principalmente due: il colonialismo di ieri e le multinazionali di oggi che "sfruttano".
Riguardo al primo punto, verrebbe da dire che anche l'Italia allora, colonizzata ed occupata per secoli più o meno da tutti, dovrebbe essere un Paese arretrato e in miseria, invece di essere uno dei più sviluppati del mondo. In realtà il tempo passa e le giustificazioni del passato non reggono. E passa anche molto in fretta: si pensi ad esempio alla Germania nel 1945. Un paese smembrato, mutilato di estesi territori a est, un unico cumulo di macerie, milioni di morti e decine di milioni di senzatetto: eppure, pochissimi anni dopo l'ovest era già la principale potenza economica d'Europa.
Altrettanto bene funzionano gli esempi di segno contrario: lo Zimbabwe, quando si chiamava Rhodesia ed era amministrato dai bianchi, era un Paese prospero che veniva chiamato la "Svizzera d'Africa". Cacciati i bianchi all'insegna dello slogan "l'Africa agli africani", è diventato uno dei più poveri al mondo, e la speranza della vita dal 1990 ad oggi si è addirittura dimezzata, scendendo a 34 anni! Qualcuno arriva a dire che anche questo è colpa del colonialismo? Interessante è anche notare che in qualsiasi paese europeo uno come Mugabe sarebbe in prigione da tempo, mentre lì continuano ad eleggerlo Presidente nonostante gli immani disastri. Anche questo è colpa degli occidentali?
Si può chiudere il primo punto con una domanda: qualcuno è davvero tanto ingenuo da credere che se non ci fosse stato il colonialismo quei Paesi sarebbero oggi più prosperi, democratici e con societa civili avanzate? Non sarà invece che quel poco che hanno lo devono proprio al lascito di quel  passato coloniale? Che senza quello molte di quelle genti sarebbero ancora oggi con foglia, arco e frecce?
Il secondo punto non merita che vengano spese troppe parole, essendo il Leitmotiv no-global: chi in quei Paesi lavora per le multinazionali se la passa meglio di chi è sotto un datore di lavoro locale.
La realtà è che non tutti i popoli hanno le stesse capacità e le stesse attitudini: al mondo esistono le differenze. Ma questo da un lato non suona bene e dall'altro non è facile da ammettere. Molto più facile è trovare il capro espiatorio.


 
Rispondi al commento:
orion971
orion971 il 03/09/09 alle 15:18 via WEB
Io non penso che le multinazionali siano la continuazione in chiave moderna del colonialismo: sono semplicemente l’espressione di un mondo globalizzato, oggi più che mai, e liberista sotto il profilo economico. Tant’è che ci sono multinazionali di paesi più ricchi che investono e creano filiali in altri paesi meno ricchi e multinazionali di questi ultimi che fanno lo stesso nei primi. Le multinazionali sono in linea di massima un fattore positivo di sviluppo: è una certa visione più o meno vetero-marxista che le ha trasformate nel demonio. "L’Italia fu invasa da popoli simili": è vero fino ad un certo punto, e comunque non vuol dire molto. La dimostrazione è che, come ho scritto nel post, quello che di buono quei paesi hanno è stato assimilato proprio dalle culture così diverse degli occidentali. Prova davvero ad immaginare cosa sarebbero oggi se non fossero mai entrati in contatto con il mondo occidentale… “L'Europa usci dal disastro della guerra grazie agli aiuti americani e non grazie alla sua intelligenza”: mi spiace ma non potresti sbagliarti di più. Certamente il piano Marshall fu un bell’aiuto, ma non fu così determinante: credi che se non ci fosse stato l’Europa oggi farebbe la fame? Semplicemente la ricostruzione e la ripresa avrebbero ritardato di qualche anno. Quello che è stato determinante è il fatto che gli europei si sono rimboccati le maniche e hanno dapprima ricostruito mattone dopo mattone, poi con abilità, inventiva e voglia di lavorare hanno dato vita alle industrie che per prime hanno ridato il benessere. Per restare al caso della Germania, come spieghi che anche l’est si è ripreso in fretta nonostante che non avesse avuto nessun Piano Marshall e anzi, i sovietici e i polacchi hanno depredato tutto, dalle fattorie alle case fino ai resti degli impianti industriali? E senza contare le riparazioni di guerra che le due Germanie hanno dovuto pagare e che erano probabilmente maggiori del Piano Marshall! Non soltanto non sta in piedi il discorso, ma avvalora proprio il contrario di quello che tu vorresti dimostrare: tutti gli aiuti in denaro che comunque sono stati erogati da decenni al Terzo Mondo non dovrebbero fare scopa proprio col Piano Marshall? E come mai invece lì non funziona niente, mentre l’Europa secondo te sarebbe uscita dal disastro proprio grazie agli aiuti? Non credo che il problema immigrazione dipenda dalla volontà di pochi gruppi che hanno tutto l’interesse affinchè le popolazioni rimangano divise: mi sembrano visioni ideologiche superate, come il discorso sulle multinazionali e il pensare che i ricchi siano tali perché aiutati o perché hanno rubato ai poveri, senza considerare il lavoro, la volontà, le attitudini e le abilità, tutti fattori diversi da persona a persona e da gruppo a gruppo.
 
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