Creato da orion971 il 19/12/2005

Idee

Pensare con la propria testa non fa male

 

 

14 aprile: Festa della Liberazione

Post n°155 pubblicato il 15 Aprile 2008 da orion971

Considerazioni lampo:

- Prima di tutto: qualcuno ha capito a che cacchio servono gli exit pool e chi li paga?

- Gli italiani hanno finalmente dato prova di ragionevolezza, restituendo il governo a quella che è oggettivamente l'unica parte in grado di governare il Paese. 

-  La sinistra di governo non esiste. Finché c'è da protestare va bene, ma appena va al governo si sfalda. Se si guarda la compattezza del governo di centro-destra nel 2001-2006 e la maggioranza netta di queste elezioni viene ancora più da ridere pensando a Prodi che fino a non molte settimane fa si ostinava a ripetere che il suo esecutivo era "coeso"... Riposi in pace.

- Finalmente al nord si inizia a capire che bisogna votare il partito che tutela gli interessi del nord, cioè la Lega. Si spera che sia solo un inizio e che la Lega arrivi al 100% nelle regioni settentrionali.

- A quasi vent'anni dal crollo del Muro di Berlino il comunismo è finalmente scomparso anche dal Parlamento italiano. Gli italiani raggiungono gli altri popoli del mondo nell'età adulta e abbandonano le utopie adolescenziali, imbucando il comunismo nella pattumiera della storia. Che il 14 aprile diventi la nuova Festa della Liberazione! 

 
 
 

Misteri veltroniani

Post n°154 pubblicato il 08 Aprile 2008 da orion971

Se Berlusconi ne spara di grosse, tutti non mancano di sottolinearlo con sarcasmo.
Ma quando lo fa Veltroni tutto passa più o meno in sordina. "Abrogheremo 5000 leggi entro il 2008" significa più di 30 per giorno lavorativo... Per non parlare del salario minimo di 1000 euro per ogni precario con integrazione da parte dello Stato. A parte il fatto che contemporaneamente l'ossimorico cineoperatore romano riesce anche a parlare di "riduzione delle tasse", la domanda è: ma se un datore di lavoro può pagare un precario 700 o 800 euro, perché mai dovrebbe alzargli lo stipendio se tanto ci pensa lo Stato a integrare la differenza??? Mi sa che se si vuole evitare una ulteriore precarizzazione del lavoro bisogna votare... Berlusconi!
Ma non bisogna essere cattivi: quando si parla di Veltroni bisogna sempre tenere presente il suo curriculum di studi non propriamente "brillante" e la sua scarsa esperienza nel mondo del lavoro. Gli mancano le basi e l'esperienza. Deve crescere, poverino.

Però rimane il mistero... Chi può seriamente pensare di mandarlo al governo? Chi può pensare di affidare proprio a lui il rilancio dell'Italia? Quali sono le sue competenze? Cosa ha fatto nella vita, a parte inaugurazioni e mostre cinematografiche?

 
 
 

Di chi è la colpa del precariato?

Post n°153 pubblicato il 25 Marzo 2008 da orion971

Domanda da un milione di dollari...
Tanto per cominciare, in un'epoca in cui ci si trova a fronteggiare la concorrenza di paesi come la Cina e l'India, pretendere il contratto a tempo indeterminato come mezzo secolo fa è abbastanza anacronistico. Viene da ridere a pensare ai no-global che strillavano e strillano contro la globalizzazione che "affama i paesi del terzo mondo": in realtà per quelli si aprono nuove opportunità, mentre a rimetterci sono proprio i lavoratori dei paesi sviluppati.
Assodato che la globalizzazione è la prima causa, che oggi il posto fisso non esiste più e che bisogna essere tutti un po' imprenditori di se stessi, la cosa migliore da fare sarebbe creare un sistema flessibile come negli USA, dove si può venire licenziati ma il giorno dopo si trova subito un nuovo posto. In questa direzione andava la richiesta del precedente governo di abrogare il famoso articolo 18, ma come noto i sindacati e la sinistra non lo hanno reso possibile. Il risultato è che abbiamo da un lato i contratti a tempo indeterminato che sono puramente teorici, dal momento che se le imprese falliscono non c'è contratto che tenga, e dall'altro la precarizzazione del lavoro soprattutto giovanile, perché se non puoi licenziare, assumere un lavoratore con i crismi tradizionali diventa una scelta molto rischiosa. I responsabili in seconda analisi, quindi, sono proprio quelli che a parole vogliono combattere il lavoro precario.
Tutto qui? No, c'è di peggio. Quante volte si sente parlare di giovani laureati che sono disoccupati o precari in posizioni lavorative assai diverse da quelle per le quali hanno studiato, tipo i famosi call-center?  Chi non conosce il mondo del lavoro potrebbe pensare che trovare un posto in Italia sia impossibile e che le qualità dei singoli non vengano valorizzate. Ma non è così, perché le persone valide (almeno la maggior parte) il lavoro lo trovano, a condizione che abbiano fatto degli studi che hanno un senso (quindi, non il laureato in filosofia che però non vuole andare a fare l'insegnante, tanto per capirsi). E sono le aziende stesse che hanno tutto l'interesse a stabilizzare, nei limiti del possibile, la posizione degli elementi validi per non perderli.  Il problema vero è un altro. E' che la scuola italiana ha subito, dal Sessantotto in poi, un processo di decadimento in termini qualitativi e di produttività che continua irreversibile ancora oggi. Una delle ultime genialate, ad esempio, i "debiti formativi" del Ministro Berlinguer (un nome una garanzia) che hanno sostituito i disumani esami di riparazione che costringevano i poveri ragazzi a studiare d'estate le materie nelle quali erano carenti. Risultato: non si boccia più nessuno. Quasi tutti arrivano alla maturità e un numero sempre maggiore anche alla laurea. Ma molti, troppi, non hanno minimamente la formazione teoricamente certificata dal titolo di studio. In generale, non è azzardato affermare che i laureati di oggi valgono quanto i diplomati di una volta, e i diplomati quanto la vecchia terza media.
Molti, però, non sono consapevoli di questo, o non lo vogliono accettare. E pretendono, anche comprensibilmente, di trovare un lavoro che ritengono consono con il loro percorso di studi, col risultato che si crea un sovraccarico di aspettative per i lavori di livello più elevato, impossibili da soddisfare anche solo per ragioni di numero di posti, mentre non si riesce a trovare personale per quelli di minor "prestigio sociale". Una società equilibrata avrebbe bisogno del laureato, del diplomato e di quello con la terza media, mentre qui si regalano pezzi di carta a destra e sinistra.  E sarà sempre peggio: si immagini quando l'ideologia del "tutti devono studiare" avrà portato l'obbligo scolastico a diciotto anni... E' l'eccesso di buonismo, nella scuola come nella società, che porta ulteriormente alla precarizzazione del lavoro.
Al di là delle colpe di "sistema", sarebbe bene che molti precari smettessero per un attimo di lamentarsi e facessero un serio esame di coscienza. Magari con una semplice domanda prima di tutto: "Ma io quanto valgo?" 

 
 
 

Miserabili

Post n°152 pubblicato il 15 Marzo 2008 da orion971

Ma non era il cineoperatore romano quello secondo cui la campagna elettorale doveva essere fatta "per" e non "contro"? Quello che doveva parlare di programmi e dei problemi concreti del Paese?
A che cosa non ci si attacca invece pur di raggranellare qualche voto in più cercando di screditare gli avversari. Non bastavano le polemiche ridicole sul "caso" Ciarrapico, ci mancava tutto questo:

Dura la reazione alla battuta sulla precaria del vicesegretario del Pd, Dario Franceschini: «Come italiano mi vergogno delle parole di Berlusconi. Di fronte a centinaia di migliaia di giovani italiani, che vivono la precarietà del loro rapporto di lavoro come un'ipoteca sul loro futuro, rispondere ad una ragazza precaria che il modo di uscire dalla sua situazione è sposare il proprio figlio, o il figlio di un milionario, suona come un'offesa insopportabile». Sempre dal Partito Democratico, Antonio Boccuzzi - l'operaio sopravvissuto della Thyssen candidato in Piemonte - afferma in una nota che «Berlusconi dovrebbe vergognarsi per quanto detto alla giovane precaria, prendere in giro chi non può difendersi a volte è molto facile. Servirebbe più rispetto. Probabilmente da chi ha fatto di tutto per rendere più precario il lavoro non ci si può aspettare che facili ironie». Critico anche Fausto Bertinotti, candidato premier della «Sinistra-L'Arcobaleno»: «Anche se resa in forma di battuta scherzosa - spiega Bertinotti - questa dichiarazione di Berlusconi è allarmante, perché indicativa di una cultura che tende a proporre ai giovani la loro realizzazione fuori dalla loro condizione ordinaria di vita: può essere il matrimonio come la televisione o la lotteria».

Si direbbe che a sinistra abbiano un senso dell'umorismo e un'allegria paragonabile a quella delle mummie che sulla Piazza Rossa salutavano le sfilate militari...
Ma scopate un po' di più, imbecilli

 
 
 

Un favore: mai più Mastella!

Post n°151 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da orion971

E' certamente un gran bene che il Governo Prodi, ridicolo quando non osceno, sia caduto. Tuttavia, non si può fare a meno di pensare a come e perché questo è successo. Quand'è che cade un governo in un paese normale? Semplice e naturale: quando c'è dissenso sulla sua politica. E di certo per Prodi non mancavano i motivi. Invece no: è caduto per i cazzi privati di un signore di nome Clemente Mastella. Si è offeso perché, secondo lui, "non ha ricevuto abbastanza solidarietà"... e  non si è nemmeno preoccupato di trovare una scusa migliore, dimostrando un'arroganza e una faccia tosta più che scandalose.
Il bello è che di solidarietà ha ricevuto persino quella, vomitevole, di parte dell'opposizione... E poi basta con queste stronzate di rito, è indagato dalla magistratura e deve dimostrare la propria innocenza nelle sedi competenti, mica è stato rapinato e sodommizzato per strada: perché bisognerebbe essere solidali a prescindere???
Provate a fare un esperimento: visualizzate la figura di Mastella e tutto quello che questa suggerisce alla vostra mente. Poi provate a pensare se un individuo del genere potrebbe esistere in Germania... in Olanda... in Belgio... in Gran Bretagna... in Danimarca... in Svezia... E se l'assetto politico di uno solo di questi paesi potrebbe dipendere da uno così e dal suo ristretto clan di clientele...
Sarebbe bene che per un momento la si smettesse di dividersi tra destra e sinistra e che si trovasse piuttosto una soluzione (legge elettorale e regolamenti parlamentari) che ci permetta di dire basta a queste schifezze. Proprio quello che il signore in questione ha cercato di evitare con la scusa delle indagini della magistratura e la mancata solidarietà.
Non saremo mai un Paese serio, normale e civile fino a quando il Mastella di turno avrà il potere di decidere le sorti di tutti.

 
 
 

Laicismo e cretinismo

Post n°150 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da orion971

Una costante degli intellettuali di sinistra sembra essere la tendenza a sottoscrivere "appelli": si ricordi quello infame contro il Commissario Calabresi, "torturatore ed assassino di Pinelli", oppure quello di alcuni mesi fa, sottoscritto da duecento "eminenti" personalità contro Magdi Allam. Quest'ultimo, poi, semplicemente meraviglioso: dinanzi ad un giornalista già nel mirino dei terroristi e per questo sotto scorta, quello di cui c'era bisogno era sicuramente un appello del genere... Chissà come mai, però, questi guru non partoriscono mai un appello parallelo contro gli imam che incitano alla guerra santa, oppure contro Bin Laden, o magari contro il leader di Hezbollah che si vanta di avere pezzi di corpi dei soldati israeliani... mah. Tutto fino ad arrivare all'ultimissa genialata dei 67 illuminati e aspiranti illuminatori della Sapienza...
La prima osservazione che sorge spontanea è che gli intellettuali di sinistra sono incorreggibili: sbagliavano ieri quando si innamoravano del "paradiso dei lavoratori" dell'est, quando esaltavano Mao e quel colossale massacro accompagnato da lavaggio del cervello collettivo passato alla storia come "rivoluzione culturale cinese"; sbagliano oggi a puntare il dito contro Magdi Allam e a impedire le visite di Benedetto XVI.
La seconda è che il coraggio non sembra essere esattamente la prerogativa di questi signori: tutti abbiamo le nostre idee ma per sentirci più forti mica ci mettiamo a raccogliere appelli, oltre tutto rivolti non di rado contro singoli individui. In pratica la logica del branco da salotto.
La terza è che in Italia la maggioranza silenziosa deve sempre subire la minoranza rumorosa e intollerante: non so quanti siano i professori della Sapienza, ma a naso direi che 67 rappresentano una percentuale decisamente esigua sul totale. Per non parlare degli studenti: quanti ce ne saranno di normali per ognuna di quelle facce da reperti archeologici del '68 che abbiamo visto in televisione?

Tuttavia, i fatti della Sapienza rappresentano solo l'episodio più eclatante: è sempre più grande, ultimamente, la confusione che regna sovrana quando si parla di laicità dello Stato. Lo si può vedere qui sui blog: basta che il Papa o qualche personalità di rilievo della Chiesa dicano mezza parola che subito fioriscono post allarmati che parlano di "ingerenze" e di "attacco alla laicità dello Stato". A parte il fatto che su temi di carattere etico la Chiesa ha non solo il diritto ma anche il dovere di dire la propria, non si capisce per quale ragione il Cardinale Ruini o Monsignor Bagnasco, personalità pubbliche e cittadini italiani, non possano esprimere la loro opinione come tutti gli altri.
Tutte considerazioni di una ovvietà disarmante, ma che smettono di essere  tali nel momento in cui, invece di pensare con la propria testa (o di provare a farlo), si gioca a fare i pappagalli dei 67 della Sapienza o dei tanti politicanti da strapazzo che ci ritroviamo.

 
 
 

Massimo rispetto per Napoli e i suoi abitanti

Post n°149 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da orion971

Troppe persone in questi giorni tendono a lasciarsi andare a commenti poco carini verso i napoletani per la questione dei rifiuti. Ma questo è profondamente sbagliato: bisogna capire che non siamo tutti uguali. Se a loro piace l'immondizia, ebbene questo loro  gusto va rispettato; se loro vogliono il colera, questa loro legittima aspirazione va riconosciuta e non ostacolata; se loro ritengono di dover premiare gli amministratori che hanno la resposabilità politica di questo scempio con trionfanti rielezioni su rielezioni (Bassolino e Jervolino), devono essere tutelati in questo loro elementare diritto democratico.
Allo stesso modo, però, bisogna tutelare il diritto del resto della popolazione italiana di non essere confusa nel mondo con l'immagine della spazzatura nelle strade e di non essere costretti a cacciare fior di milioni di euro per darli a Bassolino coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Per tutte queste ragioni, nell'interesse di tutti l'unica vera soluzione è che lo Stato italiano si ritiri dalla Campania: si dia la possibilità ai napoletani con normale grado di civilizzazione di abbandonare la regione e si proceda con la creazione di una Repubblica partenopea per tutti quelli che restano, che saranno quindi liberi di vivere secondo i loro usi, costumi e standard igienici così diversi da quelli del resto del mondo, ma che proprio in ragione di questa diversità vanno rispettati.
Come contropartita per la perdita territoriale, lo Stato italiano potrebbe acquistare una provincia del Congo.

 
 
 

Dove può succedere che una donna viene seviziata e uccisa?

Post n°148 pubblicato il 06 Novembre 2007 da orion971


- Ad esempio, in una città che ha un Sindaco le cui priorità sono nell'ordine: il Partito Democratico, i festival del cinema, le notti bianche. 
- In un Paese nel quale le forze politiche litigano su tutto ma riescono a mettersi d'accordo sull'indulto.
- In un Paese nel quale capita, proprio il giorno stesso  della morte di Giovanna Reggiani, di vedere una tale Emma Bonino piangere di commozione per l'approvazione in sede Onu della "moratoria sulla pena di morte". Una stronzata alla quale solo in Italia si può dare tutto questo peso: qualcuno si immagina gli USA, la Cina o l'Iran, solo per citarne alcuni, che sospendono le esecuzioni perché all'Onu hanno detto che non è carino?
- In un Paese nel quale c'è gente che invece di inorridire per il fatto che una donna viene seviziata e uccisa inorridisce perché si rendono più facili le espulsioni. Che non si preoccupa della criminalità dilagante ma per presunte "derive fasciste" (sembra una barzelletta, ma in giro si leggono queste cose, giuro!). Che dinanzi a episodi così gravi e dinanzi ad un problema reale come la criminalità si lamenta del fatto che i media darebbero meno risalto ai delitti commessi da italiani rispetto a quelli commessi dagli stranieri (pensare che una volta le hit-parade c'erano per i dischi)... Forse è per questo che del delitto di Garlasco si è parlato così poco... che sveglione, non ci ero arrivato!
Ma che cosa differenzia questi benpensanti progressisti dal resto del mondo? Che le persone normali, per prendere coscienza dei problemi, non hanno bisogno di sperimentarli sulla propria pelle; loro invece sì. Tutto qui. Se capitasse loro in prima persona, oppure ai relativi familiari, di essere stuprati o uccisi avrebbero ancora voglia di fare le supercazzole riempiendosi la bocca con l'accoglienza, l'integrazione di chi non vuole integrarsi, le "deportazioni", il fatto che "ci sono anche tanti delinquenti italiani"?


 
 
 

Governo Prodi=Governo del grande capitale

Post n°147 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da orion971

In questi giorni le imprese italiane sono alle prese con una folle corsa contro il tempo per adempiere, entro il 15-10, ad una delle più grandi genialate del fisco: l'invio telematico dell'elenco clienti e fornitori. Si tratta di un adempimento giudicato assolutamente inutile da tutti gli operatori, non a caso soppresso già nel 1994, ed ora reintrodotto dal boia dell'economia italiana:  Vincenzo Visco. Il genio, per chi non lo sapesse, che ha introdotto l'IRAP, l'imposta più assurda che mai sia stata concepita: l'imposta che colpisce non il reddito ma la produzione (la colpa di produrre!), che ha tassato gli oneri finanziari e del personale. Gli oneri il cui sostenimento - soprattutto quelli del personale - qualsiasi governo al mondo cerca di incentivare, sono stati incredibilmente tassati da Visco e dal primo governo di centro-sinistra, col risultato che molti giovani non trovano lavoro proprio grazie a questa imposta, unanimemente considerata un freno allo sviluppo. Gli stessi giovani e meno giovani che se la prendevano con Berlusconi, che piangono perché sono precari... Se solo qualcuno avesse spiegato loro qualcosa in più della propaganda... 
Tornando all'elenco clienti e fornitori, si stanno spendendo un mucchio di soldi per aggiornare i software per il nuovo adempimento e le imprese stanno sprecando un sacco di tempo prezioso per richiedere ai propri partner commerciali la conferma dei dati anagrafici, pena sanzioni pesantissime in caso di un codice fiscale mancante o con una lettera sbagliata (i più riprovevoli dei crimini!). Tempo e soldi sprecati per dare una montagna di dati inutili in mano ai burocrati dell'Amministrazione finanziaria: questi sono i fatti che seguono le belle parole come  "semplificare",  "ridare slancio e competitività alle imprese" e palle varie. Nell'epoca della globalizzazione, le imprese italiane si trovano nella surreale situazione di essere costrette a fronteggiare anche un nemico interno pericoloso quanto la spietata concorrenza.

Ma c'è un'altra chicca partorita dal duo Padoa Schioppa-Visco: il progetto della Legge Finanziaria prevede da un lato un abbassamento delle aliquote dell'IRES e dell'IRAP in capo alle imprese, che consente loro di riempirsi la bocca con la "riduzione della pressione fiscale", ma dall'altro, guarda caso, si prevede un allargamento della base imponibile attraverso l'estensione della non deducibilità per tutta una serie di costi. In sostanza, con una mano ti danno e con l'altra si riprendono tutto e con gli interessi pure. Una presa per i fondelli tipicamente italiana: inimmaginabile all'estero, dove serietà vuole che se si aumentano le tasse si aumentano, ma se si riducono si riducono davvero. Punto.
Dicevamo che si riprendono tutto con gli interessi: in tutti i sensi. Perché viene introdotta una drastica limitazione alla possibilità di dedurre proprio gli interessi passivi anche ai fini IRES: si passerebbe dalla attuale deduzione integrale ad una limitazione nella misura del 30% del margine operativo lordo. Ora, non occorre essere un genio per capire che, se uno ha delle idee ma non ha i soldi per realizzarle, ha bisogno di ricorrere ai prestiti. Che se l'idea funzionerà darà lavoro ad altre persone e alimenterà la crescita economica. E che cosa fa quindi lo Stato? Cerca di aiutarlo? Macché: sugli interessi salati che questo paga alle banche gli fa pagare anche le tasse! In pratica, per il governo di sinistra solo chi è ricco  e dispone di grandi capitali può fare impresa: gli altri devono essere ostacolati in tutti i modi. E in un contesto come quello italiano caratterizzato da un vasto tessuto di imprese medio-piccole e piccolissime, perlopiù fortemente indebitate, non è difficile immaginare quali saranno gli effetti devastanti qualora dovesse passare questo progetto.

Non sappiamo perché Padoa Schioppa e Visco odiano così tanto  l'economia e le imprese italiane. Forse hanno fatto loro qualcosa di male quando erano piccoli... Quello che si sa per certo è che, per il bene dell'Italia, prima vanno a casa e meglio è. Anche e soprattutto per quelli che li hanno votati.

 
 
 

Fatti e parole

Post n°146 pubblicato il 30 Settembre 2007 da orion971

Il Presidente della Camera Bertinotti ha stigmatizzato le parole di Bossi sulla necessità di una lotta di liberazione per il Nord, sottolineando come queste generino odio. Tutto regolare, per carità: da copione non avrebbe potuto pronunciarsi diversamente. Peccato però che proprio il caro Fausto sia l'orgoglioso alfiere di una ideologia tutta basata sull'odio, che diffonde la menzogna che chi ha di più ha rubato a chi ha di meno.

Tra l'altro, è da anni che Bossi le spara grosse ma alle parole non sono mai seguiti i fatti: mai, neppure episodicamente, i militanti della Lega si sono resi protagonisti di episodi di violenza. Purtroppo non si può dire lo stesso circa gli effetti  nefasti della propaganda di una certa sinistra: senza andare lontano tirando in ballo i cento milioni di morti causati dal comunismo (che pure sarebbe legittimo), basta ricordare i nomi di Biagi e D'Antona. Non sono forse stati vittime della propaganda che ha fatto credere che oggi i precari esistono perché ci sono i cattivi che li sfruttano, negando che il mondo non è più quello di un secola fa? E i manifestanti che sfasciano le città per protestare contro la globalizzazione sono per caso leghisti?
A proposito, ma la Legge Biagi non doveva essere abrogata appena la sinistra sarebbe andata al governo? Non avevano fatto credere ai loro elettori che il lavoro "sicuro" si poteva creare per legge? 
Troppe domande. E' evidente che, al di là delle parole e fino a prova contraria, i fatti dicono che quanto a fomentare odio la sinistra ha molto da insegnare alla Lega.

 
 
 

Santa subito? 

Post n°145 pubblicato il 04 Settembre 2007 da orion971

Nei giorni scorsi si è tanto parlato del decennale della morte di Lady Diana... 
Ma è stata davvero tanto sfortunata e infelice? Aveva il marito che la cornificava, d'accordo, ma quante donne ci sono nella stessa condizione, che magari subiscono anche delle violenze fisiche e che non hanno la fortuna di vivere in una reggia con tutti gli agi di questo mondo? Poi bisogna dire che, se il marito la cornificava, anche lei si è difesa bene, anzi: mentre lui la tradiva con la donna che aveva sempre amato, lei ha cambiato diversi uomini. E ha avuto anche il discutibile gusto di raccontarlo ai giornalisti... Com'è che si direbbe tra uomini in questo caso...?
E' andata a trovare i bambini malati di Aids e ha partecipato alla campagna contro le mine anti-uomo, d'accordo, ma che tipo di sacrifici le è costato questo? Magari una pausa tra una vacanza e l'altra sul panfilo. Si può forse paragonarla a Madre Teresa di Calcutta, come ha azzardato qualcuno?

E' stata sfortunata perché è scomparsa a trentasei anni, ma morire in giovane età non basta a trasformare le persone in eroi. La sua popolarità postuma si spiega solo con il bisogno della gente di avere delle icone da idolatrare.

 
 
 

Giusto punire i lavavetri?

Post n°144 pubblicato il 29 Agosto 2007 da orion971

Il Comune di Firenze ha deciso un giro di vite contro i lavavetri ai semafori: per effetto di una ordinanza urgente, d'ora in avanti chiunque venga colto sul fatto finisce davanti al giudice e rischia una pena che può arrivare fino a tre mesi di reclusione o una multa da 206 euro.

Sì con riserva, secondo me. Perché sono dei grandissimi rompicoglioni, intralciano la circolazione e contribuiscono non poco al degrado delle nostre città. Tuttavia la reclusione mi pare eccessiva, quantomeno in assenza di comportamenti violenti che andrebbero sanzionati di per sé. Bisogna anche dire che la maggior parte di questi fanno un lavoro (se così si può chiamare) tutto sommato onesto e che di certo non sono i peggiori tra gli extracomunitari in circolazione: dubito che chi rapina o spaccia droga sia disposto a passare le giornate in un incrocio al freddo prendendosi i vaffa degli automobilisti.
Il problema è probabilmente molto più complesso e riguarda il fatto che, se è vero che di immigrati ne abbiamo bisogno, altrettanto vero è che ce ne sono obiettivamente troppi. E che di qualcosa devono pur vivere...  Non ci si può stupire di questo fin quando si concede loro di rimanere in Italia.

 
 
 

Giustizia e giustizie

Post n°143 pubblicato il 14 Agosto 2007 da orion971

La Giustizia è, come noto, qualcosa di molto diverso dalla Giustizia dei vincitori di una guerra; peggio ancora, infinatamente peggio, è la Giustizia di chi vincitore non è ma tale si è autoproclamato.
La Cassazione ha confermato la condanna de Il Giornale per diffamazione nei confronti di Rosario Bentivegna, stabilendo che l'attentato di Via Rasella fu un legittimo atto di guerra e sottolineando alcune inesattezze degli articoli di Feltri del 1996, come il fatto che i militari caduti erano tedeschi e non italiani, che non è vero che furono affissi i manifesti per invitare gli attentatori a costituirsi e che i civili morti furono due e non sette.
Per carità, le sentenze vanno rispettate, tuttavia ci sono non poche stranezze: ad esempio, i militari caduti erano altoatesini, che fino a prova contraria significa italiani... mah, diciamo che certi giudici avrebbero bisogno di una ripassatina di geografia...
Per quanto riguarda i manifesti che non sarebbero stati affissi, bisogna dire che ci sono persone che giurano di averli visti: d'accordo, non gli si potrà credere sulla parola ma nemmeno dare loro dei bugiardi a priori... anche perché almeno di morti sulla coscienza non ne hanno (loro). E in ogni caso si tratta di un dettaglio irrilevante, dal momento che era dall'inizio della guerra, ovverosia da quattro anni e mezzo, che le rappresaglie avvenivano in tutta Europa (e anche prima e dopo, dal momento che la rappresaglia era una consuetudine di tutti gli eserciti occupanti, prevista dalle leggi di guerra, e che di certo non avevano inventato i tedeschi). Insomma, tutti sapevano delle puntuali e spietate rappresaglie tranne, guarda caso, gli attentatori di Via Rasella: diciamo allora che quei signori avevano la testa un po' tra le nuvole...
I civili morti erano due e non sette: quindi, se ho capito bene, non c'è nessun problema a causare la morte di due persone. Basta che non sono sette!
Legittimo atto di guerra. Che ha colpito dei poliziotti, non dei soldati. E che, visto che si vuole essere pignoli, non erano volontari e non appartenevano alle SS come si ripete spesso. Erano altoatesini richiamati alle armi nella polizia: solo successivamente il battaglione di polizia Bozen fu incorporato nelle SS.  Ma dire che erano temibili volontari delle SS fa tutt'altra scena... quindi si continua a farlo. Detto questo, le Convenzioni di Ginevra stabiliscono che i civili hanno l'obbligo di non arrecare danni all'esercito occupante, il quale ha a sua volta l'obbligo del mantenimento dell'ordine pubblico.  L'eccezione è costituita da quei civili che indossano una divisa o i distintivi dello Stato di appartenenza, che a queste condizioni possono essere considerati dei combattenti; Bentivegna indossava quel giorno una tuta da netturbino. A quanto pare i giudici hanno ritenuto che quella fosse un distintivo dello Stato italiano...  va bene, va bene. Inoltre le stesse convenzioni prescrivono l'obbligo di non mettere in pericolo la popolazione civile: mettere una bomba in una via di Roma piena di passanti rispetta questo dettame? Buono a sapersi!

"È la quarta sentenza di un'alta corte italiana, militare penale o civile che ci dà ragione con le stesse motivazioni - commenta Bentivegna - ma il mondo è pieno o di imbecilli o di faziosi ancora disposti a sostenere il contrario."  Chissà se tra gli "imbecilli" vi sono anche quei familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine che lo avevano denunciato ritenendolo responsabile della morte dei loro congiunti, oppure quel bambino di 13 anni dilaniato dalla bomba di Via Rasella, visto che difficilmente potrà considerarlo un leale ed eroico combattente. Un bambino che avrebbe potuto vivere e diventare adulto se solo gli attentatori avessero avuto una considerazione diversa della vita umana.

 

 
 
 

Un atto di dignità

Post n°142 pubblicato il 01 Agosto 2007 da orion971

Gustavo Selva, parlamentare di AN adesso emigrato in Forza Italia, prende un'ambulanza fingendo un malore per raggiungere in fretta uno studio televisivo, magari condannando qualcuno che del soccorso ne aveva bisogno davvero a rimanere senza o ad aspettare. Sulla scia dell'indignazione dell'opinione pubblica, si finge uomo di un certo "onore" e annuncia le proprie dimissioni dal Parlamento, ma non appena il sipario sembra calare sulla vicenda, ecco che "casulamente" ci ripensa e ritira le dimissioni. Continuerà quindi a fare la bella vita da parlamentare e a percepire il suo lauto stipendio.

Cosimo Mele, deputato dell'UDC, due volte sposato, padre di tre figli e in attesa del quarto, viene sorpreso con ben due prostitute d'alto borgo e con tanto di contorno di droga. Cavoli suoi o al limite di sua moglie e della sua prole, si potrebbe dire: peccato solo che il nostro integerrimo Onorevole faccia parte di un partito che ha promosso il family day, che ha fatto una crapa tanta contro i Dico "in difesa della famiglia". Di questo signore si conoscono solo le gesta come puttaniere e non come politico: sarebbe interessante sapere qualcosa dei suoi interventi appunto sul valore della famiglia, sui  Dico che l'avrebbero distrutta...

Visto che chiedere le dimissioni da parlamentari, cosa scontata per un Paese con un minimo di senso dello Stato, sembra chiedere la luna, rimane una sola azione che questi due individui potrebbero compiere per riscattarsi: togliersi la vita. Sarebbe l'unico atto di dignità possibile nei confronti di loro stessi e delle istituzioni.

 
 
 

Lezione di educazione civica per il Ministro

Post n°141 pubblicato il 13 Luglio 2007 da orion971
Foto di orion971

PALERMO - I bambini extracomunitari non possono visitare gratuitamente la Valle dei Templi. Il 5 luglio scorso è stato infatti vietato l'ingresso gratuito a quindici alunni (dai 6 ai 12 anni) su un totale di 38 provenienti dalle scuole elementari e medie «Cascino» e «Nuccio» del quartiere Ballarò di Palermo che volevano visitare il sito archeologico. Per loro la gita ad Agrigento, organizzata dall'associazione «Ziggurat» che si occupa, con i finanziamenti del Comune di Palermo, di gestire alcuni laboratori ludico-manipolativi in quartieri «a rischio», si è trasformata in una «lezione di discriminazione istituzionale». Non appartenendo alla Comunità Europea, i bambini di Ballarò, figli di immigrati, non hanno potuto usufruire del ticket per l'accesso gratuito al sito archeologico riservato ai minori di 18 anni.

BRUTTA SORPRESA ALLA BIGLIETTERIA - Una rigidissima addetta alla biglietteria ha applicato alla lettera la circolare dell'assessorato regionale. Quest'ultima prevede che i visitatori che vogliono usufruire dei ticket gratuiti siano in possesso dell'attestazione della nazionalità. «I bambini in effetti sono tutti italiani, anche se sono figli di genitori extracomunitari - spiega Gabriele Tramontana, dell'associazione Ziggurat -. L'addetta alla biglietteria chiedeva un elenco completo con la certificazione della nazionalità vidimata dalla Regione e siamo stati costretti ad andarcene, senza poter far ammirare i Templi ai bambini». Per l'ente Parco Valle dei Templi, l'addetta alla biglietteria ha agito secondo le norme dettate dalla Regione, anche se si sarebbe potuto ovviare al problema con una richiesta precisa dell'associazione qualche giorno prima.
IL MINISTRO: «RAZZISMO» - Non risparmia invece critiche sull'accaduto Paolo Ferrero. «Sarebbe sbagliato sottovalutare quanto accaduto ad Agrigento, è un atto di razzismo che mina le basi del futuro del nostro paese» ha commentato il ministro della Solidarietà sociale. «Il fatto che bambini la cui unica colpa è di essere figli di immigrati - spiega il ministro - vengano discriminati rispetto ai propri compagni di classe, crea risentimento ed emarginazione.
Ferrero, Ferrero mio: ma lo vuoi capire che non puoi parlare come un qualsiasi rifondarolo del piffero? Sei un MINISTRO DELLA REPUBBLICA! Quello che mina il futuro del nostro paese non è il razzismo immaginario che abbonda sulla bocca degli stolti ma il NON RISPETTO DELLE REGOLE, il male endemico dell'Italia! Se non ti piace il regolamento di quell'ente, che a sua volta risponde alla Regione Sicilia, è un problema tuo. Fai pressione per cambiarlo, se proprio ci tieni. Oppure cerca di fare approvare in Parlamento una nuova legge sulla cittadinanza per fare in modo che venga concessa a chiunque. Fai quello che vuoi ma non dire stronzate e cerca di dare il buon esempio come dovrebbe fare un Ministro. In attesa di questo, gli extracomunitari paghino tutto quello che devono pagare e non facciano gli scrocconi. Grazie

 
 
 

I problemi della Giustizia in Italia

Post n°140 pubblicato il 09 Luglio 2007 da orion971

PALERMO - Il pm di Palermo ha presentato appello contro la sentenza di assoluzione dell'insegnate processata per avere punito, obbligandolo a scrivere 100 volte sul quaderno «sono un deficiente», un alunno, che aveva dato del «gay» a un compagno di classe. «Il sistema adottato dalla docente per correggere lo studente - ha scritto il magistrato - è consistito nel costringerlo a insultarsi e rendere pubblica la propria autocritica: un metodo da rivoluzione culturale cinese del 1966». La professoressa, che insegna in una scuola media, era stata imputata di abuso di mezzi di correzione e lesioni. Il sostituto procuratore, nelle 37 pagine dell'impugnazione, fa riferimento anche all'articolo 3 della Convenzione di Ginevra «che tra l'altro dice che nessuno può essere sottoposto a trattamenti degradanti». «La Convenzione - scrive Cartosio - non si applica solo ai comportamenti sui detenuti dovendosi interpretare il termine nessuno come riferito a qualunque essere umano sottoposto al potere o all'autorità di qualcuno».

La Giustizia in Italia è ingolfata, anni e anni per arrivare a delle sentenze con conseguenti prescrizioni a volontà, persone innocenti in carcere in attesa di giudizio, cause civili alle quali si è costretti a rinunciare perché vanno alle calende greche, ma tutto ciò non conta: è di vitale importanza prolungare questa vicenda e scriverci sopra 37 pagine (diconsi trentasette) per tirare in ballo addirittura la rivoluzione culturale cinese del 1966... E se il principale problema della Giustizia non fosse tanto la carenza di organici e strutture quanto la carenza di  attività sessuale dei magistrati?

 
 
 

Garantisti finti imbecilli veri

Post n°139 pubblicato il 14 Giugno 2007 da orion971

Mi è capitato, stamattina, di sentire alla radio un'ascoltatrice che ha chiamato dicendo di essere, "come tutti gli italiani", "inorridita" per la libertà (?) concessa a Erich Priebke: già una che pensa di parlare "per tutti gli italiani" si qualifica come la prova provata della straordinaria fertilità della madre dei cretini... sta di fatto che sentendo mi è tornata voglia di scrivere sul mio trascuratissimo blog...
La vicenda giudiziaria dell'ex capitano delle SS è con ogni probabilità la più surreale che si ricordi, ma ciononostante il livello di assurdità sembra non toccare mai il fondo... probabilmente anche quando morirà ci saranno polemiche perché bisognerà fare uscire la bara dalla sua abitazione romana.
La sua condanna all'ergastolo era stata non solo ingiusta ma assurda (parole non mie ma di Indro Montanelli, che di credenziali "resistenziali" ne aveva un tantino di più degli eroi da salotto del 2007), tuttavia non voglio entrare nel merito: chiunque abbia un minimo di conoscenza dei fatti in questione, del nazismo e della seconda guerra mondiale, sa benissimo che non eseguire quell'ordine avrebbe significato farsi fucilare. Ed è per questo motivo che nel 1948, al primo ed unico serio processo per le Fosse Ardeatine, fu condannato il solo Kappler mentre vennero assolti tutti i suoi subordinati, i quali si trovavano nella medesima posizione di Priebke. Questo perché nel 1948 si conoscevano i fatti ed il contesto, sicché le scemenze che si dicono oggi non erano nemmeno lontanamente immaginabili.

L'Italia è il paese nel quale nessuno sconta la pena per intero, il paese dell'indulto e delle sue tragiche conseguenze, della legge Gozzini, dove ognuno fa quel cavolo che gli pare in nome del "garantismo": ebbene, nello stesso paese ci si indigna e si solleva un polverone perché, udite udite, ad un vecchio fantasma di 94 anni viene concesso di uscire dagli arresti domiciliari per andare a lavorare come traduttore nello studio del suo avvocato!!! E' forse sbagliato notare in questo una certa schizofrenia?
E' curioso notare come in prima fila tra gli "indignatori" ci sono i politicanti che ci hanno regalato... l'indulto. Gli stessi che hanno messo in libertà fior di assassini e di delinquenti, condannando di fatto degli innocenti ad essere uccisi, rapinati o stuprati, adesso strillano perché Priebke potrà uscire di casa... Servono commenti? No, a parte il fatto che i criminali da loro favoriti, a differenza di Priebke, hanno ucciso per loro liberissima scelta, senza costrizioni e senza trovarsi in un contesto più grande di loro come una guerra mondiale.
Ma i politicanti non devono stupire, dal momento che le parole senza aderenza alla realtà sono il loro mestiere... vivono di quello. L'incredibile è che c'è gente che gli va dietro... come appunto quell'ascoltatrice. Sono gli stessi che, in nome di un garantismo peloso, bollavano come forcaioli quelli che non gradivano che Erika De Nardo, la graziosa signorina che poco tempo prima aveva ucciso con novanta coltellate la madre e il fratellino, andasse in giro in permesso premio: contemporaneamente manifestavano con veemenza contro un analogo permesso concesso a Priebke un paio d'anni fa...
Sono anche gli stessi che insistono per la grazia a Sofri e chiedono l'amnistia per gli anni di piombo perché "bisogna finalmente voltare pagina"... evidentemente per loro la seconda guerra mondiale è più recente degli anni di piombo, mentre Biagi e D'Antona non sono stati assassinati dalle Brigate Rosse ma dalle nuove SS...
Se qualcuno di questi pozzi di scienza dovesse leggere queste righe, vorrei aiutarlo a capire la demenzialità delle polemiche di questi giorni: dicono loro e li convincono che "Priebke è un simbolo e che va mantenuta la memoria", ma esiste una valida ragione, giuridica o morale, per la quale ad un condannato, in quanto "simbolo", non si debbano applicare i benefici previsti dalla legge e concessi a tutti gli altri detenuti, anche meno meritevoli di lui? E quanto alla memoria, qualcuno crede forse che questa venga messa in discussione se un novantaquattrenne mette il naso fuori casa? O che un secondo Olocausto sia più vicino e probabile se questo prende una boccata d'aria?
Questi "indignatori" sarebbero probabilmente i primi che, se nel 1944 si fossero trovati nelle stesse condizioni di Priebke, avrebbero fatto come lui e magari anche molto peggio. E' questo il genere di persone che costituiscono il terreno fertile di ogni dittatura: privi di autonomia intellettuale sono soggetti alla retorica più patetica, influenzabili, manovrabili, fanatizzabili (queste polemiche sono dettate da puro fanatismo misto a isterismo), vili, incapaci di riflettere con la propria testa. Un gregge di pecore.
Ignoranza, ristrettezza mentale, infantilismo, incoerenza, meschinità e cattiveria (ce ne vuole non poca per accanirsi contro un quasi centenario): questo è il mix alla base della vicenda Priebke e dei suoi ultimi sviluppi.
 

 
 
 

Libertà di espressione sinistra

Post n°138 pubblicato il 18 Maggio 2007 da orion971

Dopo una prolungata assenza constato che nulla è cambiato. Persino un blog defunto come questo non perde la sua funzione di terreno di scontro per gente frustrata, mentre in giro divampano le solite polemiche... In particolare mi ha fatto senso leggere in giro della mobilitazione dei blogger di sinistra per far riaprire un blog che era stato bannato da Libero perché, se ho ben capito, aveva un banner in cui l'autrice si faceva una canna  con tanto di scritta "questo blog è in favore della droga" e invito a diffondere tale artistico banner. Apriti cielo! Censura! Fascismo!!
E sì che sono di questi giorni le notizie dei due bambini morti nell'incidente del pullman il cui autista si era fatto le canne... o del quindicenne morto a Milano sempre dopo uno spinello. Tutto quello che si vuole: non è provato che siano proprio le canne all'origine di questi fatti di cronaca ma... certo che ci vuole proprio tutta per pretendere che ci sia la libertà di diffondere la "cultura" della droga. Proibizionisti o antiproibizionisti, la droga è e resta una brutta cosa. E non occorre essere degli scienziati per arrivarci.
Altrettanto singolare la mobilitazione di segno contrario degli stessi illuminati blogger contro un blog di marca fascista, accusato di reati che, tra l'altro, nemmeno esistono nel nostro Codice Penale.
Pare che a sinistra ci sia una certa confusione in materia di libertà di espressione.

 
 
 

Incredibile a Milano!

Post n°137 pubblicato il 11 Marzo 2007 da orion971

Il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha promosso una manifestazione contro la criminalità ed il degrado del capoluogo lombardo con le seguenti motivazioni e parole d'ordine:
«La Milano che lavora, che produce, che accoglie ora dice basta. Basta alla prostituzione. Basta allo spaccio di droga. Basta alla violenza sulle donne. Basta alle occupazioni abusive delle strade, delle case, dei palazzi. Basta alle rapine nei negozi e nelle botteghe. Basta ai maltrattamenti dei bambini. Basta alle sopraffazioni da parte di immigrati irregolari. Basta al degrado. Basta truffe agli anziani».

Una manifestazione, evidentemente, che non potrebbe non trovare il consenso di tutte le persone perbene... Invece no: la sinistra insorge. Il segretario provinciale dei Ds, Franco Mirabelli, è duro: «Un appello inaccettabile, chi governa una città deve assumersi le proprie responsabilità senza strumentalizzare i drammi di tante donne e bambini. Certe proposte populiste accrescono solo preoccupazioni e alimentano paure».
Logico, no? Sono le manifestazioni come questa ad alimentare le paure, mica lo stillicidio di episodi di violenza ed il degrado crescente nelle nostre metropoli!

E' interessante notare come, per la sinistra, le manifestazioni siano il sale della democrazia quando sono i suoi militanti a scendere in piazza, magari anche con pretese demenziali come quella di sottoporre gli accordi internazionali presi dal nostro Paese alla ratifica di improbabili referendum in provincia, mentre sono "demagogia e populismo" quando vengono promosse dagli altri.
E ancora più sconsolante è il fatto che per la sinistra la legalità non sembra essere l'ovvia aspirazione di tutte le persone normali ma una sorta di preoccupazione borghese da trattare con sufficienza quando non con malcelato disprezzo. Si batte compatta per far passare l'indulto, in alcune sue componenti arriva addirittura a chiedere la chiusura dei CPT in nome del diritto dei clandestini di muoversi liberamente senza dover fornire le proprie generalità e, in compenso, si oppone ad una manifestazione contro la criminalità. Questa è la sinistra di governo.

 
 
 

La tragicommedia

Post n°136 pubblicato il 02 Marzo 2007 da orion971

Che la politica in Italia non fosse una cosa sera era noto, ma ora si sta davvero superando il limite...  D'Alema che prima si gonfia il petto dicendo "o si vota la fiducia sulla politica estera o si va tutti a casa" e poi rimane lì (nessun intervistatore che gli domanda con quale faccia si mostri ancora in pubblico come Ministro degli Esteri); per votare la fiducia si aspetta che l'incartapecorita Rita Levi Montalcini ritorni da Dubai e che Scalfaro guarisca dall'influenza; si ottiene una "maggioranza politica" solo grazie all'immorale voto del voltagabbana Follini, e l'ormai famoso Turigliatto vota la fiducia ma si affretta a ribadire che voterà contro la maggior parte dei provvedimenti futuri. Un comics, praticamente. Già il solo far dipendere il destino dell'Italia da uno che si chiama Turigliatto fa un certo senso, ma tutto questo è veramente troppo. E sembra essere troppo anche per molti di quelli che lo scorso aprile avevano esultato sperando in chissà quale cambiamento: tutti sembrano aver capito che questo Governo sta solo prolungando la propria agonia per puro attaccamento alle poltrone.

Ma c'è dell'altro, più divertente e interessante sotto il profilo antropologico e sociologico:  le congetture degli elettori della sinistra radicale sui presunti mandanti e sui moventi della crisi di Governo. Vale a dire i "poteri forti", il Vaticano, gli americani, magari anche gli UFO: tutti che hanno complottato contro il fulgido e stabilissimo governo di centro-sinistra! Capito bene? Mica il fatto che, dopo anni di "pacifismo senza se e senza ma" qualcuno ha ben pensato che era il caso di essere semplicemente coerente! Ma come si fa ad essere ridotti così?:-)
La dietrologia è un tipico atteggiamento delle persone poco intelligenti: d'accordo non prendere tutto per oro colato perché talvolta le cose sono diverse da come ci vengono propinate, ma spesso sono proprio tali e quali. Il dietrologo, incapace di leggere la realtà anche quando è semplice semplice, finisce per dare credito alle spiegazioni più fantasiose e assurde, solo perché "qualcosa sotto deve per forza esserci". Per voler sembrare più intelligente degli altri dimostra di essere un perfetto cretino. Sarà forse un caso che i comunisti sono maestri nelle dietrologie e nelle teorie dei complotti inesistenti, oggi come cinquant'anni fa?

 
 
 

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