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Post n°424 pubblicato il 27 Maggio 2007 da io_deifobe
OCCULTISMO: SCIENZA MAGICA? La Scienza dei Maghi, è vero, ha come prerogativa di rimanere segreta, ma è pur certo che nell’Antichità rappresentava la Scienza "tout court". |
Post n°423 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe
Andando avanti negli anni e nella conoscenza ci si rende sempre più conto di come sia difficile nella realtà avere la giusta percezione del tutto e di come spesso ci si soffermi sul dettaglio tecnico, sulla definizione, su quella regola che ci era tanto piaciuta o che aveva attratto cosi bene la nostra attenzione. Arroyo e Rudhyar sono sempre stati i miei Autori preferiti. Per quella loro ecletticità, per quel gusto creativo che hanno saputo dare della lettura energetica nel campo caratteriale di ogni individuo. Perchè la casistica con la quale si formano e si individuano i vari aspetti non deve essere la tendenza incasellante e nozionistica con la quale si devono trattare le persone. Questo è cosa è avvenuto negli ultimi anni all'Astrologia. Incontro sempre più persone che mi portano i loro temi fatti al computer con tanto di relazione di venti, trenta pagine. Che hanno pagato, letto e mai compreso. E mi chiedo a cosa può servire l'Astrologia in questo modo. Arroyo scriveva che una volta letti i libri bisogna buttarli via e ascoltare la propria sensibilità di fronte a un tema natale o quadro astrale o carta stellare. I modi di definirli sono tanti e variopinti ma cosa rappresenta un Tema Natale? E' la fotografia del Cielo del momento in cui un individuo è nato. E a cosa serve questa rappresentazione se non a conoscere l'Uomo stesso ed aiutarlo alla comprensione dei suoi conflitti che tra il desiderio e la Realtà si formano? E' la conoscenza che guida l'Amore per lo Studio. E la comprensione dell'Uomo. Non come individuo specifico ma come essere vivente. E' solo questo che si dovrebbe fare. Se oggi all'Astrologia ancora si associa una risatina ironica o una credulonità non ragionata, non è dovuto alla diffamazione di illuministi tra cui il Cicap, ma solo alla cattiva predisposizione di chi con poca conoscenza e senza Amore, cerca solo di riportare un utile rendiconto al suo vivere. |
Post n°422 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe
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Post n°421 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe
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Post n°420 pubblicato il 26 Maggio 2007 da io_deifobe
I Crops Circles sono tornati d’attualità ed hanno invaso anche l’Italia. Tra questi anche il "Crop di Sabaudia", in provincia di Latina, del quale pubblichiamo alcune foto mandateci da Cristiano Samassa, che le ha scattate dal suo aereo, uno Storm 280, con l'amico ed ex istruttore di volo Gabriele Rossini, anche lui in corrispondenza con noi. |
Post n°419 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe
Dalla notte dei tempi, cioè da quando l'uomo conquistò la sua individualità, la ricerca della Verità che rende liberi, rappresenta un tema universale verso il quale tanti pellegrini hanno dedicato la propria esistenza. |
Post n°418 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe
Come ha insegnato il matematico poeta Herman Weyl, mai si deve rinunciare troppo presto a una tesi affascinante senza prima dare Battaglia sino al trionfo della Fortuna. Quel(cosa)che de auricolar il signo (signore) ore tiene (orologio) Portando (doe) e deti l'un a l'altro appresso in fortunato secolo(siclo) Veggio expresso (Mer)curioso astuto nemico del bene (58-15) La cosa (oggetto, strumento) che d'auricolare sia il segno Ore (tempo, orologio) di chi tiene, segna, marca il Portale? Portante le due dita l'una all'altra appresso dettando digitando in questo fortunato secolo che io vedo celere, espresso, veloce... (To press, stampare) esprimere, trasmettere (messaggio) messaggero (Mercurio l'alato del linguaggio, commercio e business) ma anche curioso (latino spione) ed astuto avversario del bene o del Wellfare - Benessere, del quieto e dolce vivere! Ecco le straordinarie anticipazioni che si svelano nell'incredibile poema. Di fatto viene alla Luce in maniera qui resa manifesta e "visibile" ("fantazo" in greco) che non è più possibile ignorare tale geniale ingegnere della Serenissima, preposto alle difese di Venezia, che a buona ragione era dotato di cognizioni geografiche dei vari domini veneti, possibile solo con un astuto servizio di intellighenzia (servizi segreti) per disporre di simile bagaglio informatico e commerciali sul tutte le altre regioni del mondo conosciuto e quello sconosciuto ai più nel 1526! Quanti a fondo, conoscono la vita di Leonardo da Vinci? Se si trascurano i suoi stessi scritti, lettere e dichiarazioni sulle conoscenze riferite alle regioni turco orientali, che alcuni invece giustificano come solo frutto di fervida immaginazione e non come narrazioni relazioni i reali di eventi da Lui vissuti attorno ai suoi (21/24 anni - 1473/1477, 1481). Lettere e resoconti che da "Carta Canta" sono del genio rinascimentale e n dei compagni di avventura, che nessuno più ricorda, quanto è accaduto di così stupefacente poiché il tutto fu scritto di suo pugno proprio sull'Oriente dal Monte del Tauro all'Eufrate a servizio del Sultano Turco. Questi sono gli esempi, le stranezze e vuoti storici della vita del grande Leonardo, che qui si rivela vagare di città in città prima da marinaio, sia da esploratore, scalatore e navigatore di regioni e inesplorati oceani (?); se tanta scienza marinara infatti trasuda da tutti i suoi ricordi e disegni e poi geniali invenzioni, impossibile che tutto ciò sia solo frutto di fantasia o senza un minimo di esperienza diretta. Le sue invenzioni ed esplorazioni non avrebbero conosciuti i marosi e le tempeste in tali viaggi? Troppo dettagliate ed evocanti appaiono le sue narrazioni su tale viaggio nelle regioni della Mezzaluna. Di certo scrivendo quanto è riferito, lui voleva con ardimento e fatica non comuni, ostinata perseveranza, occhio vigile e fisso alla luce della stella, quella stella che in un disegno tracciato sotto il superbo motto che maggior senso simbolico sta alla sua Bussola (famoso disegno). Navigare dunque come passione che deve aver vissuto se tanto da tanto nella sua perizia di scafi, fondali, mezzi navali e palombari disegnati ad arte. Leonardo ha celebrato in questi suoi appunti (altri sono andati persi) lo sforzo dell'umanità ad allargare il campo delle cognizioni e delle esperienze, aprire alle generazioni future un cammino nuovo prevedendo gli sviluppi e gli esiti con ogni possibile strumento realizzabile. Ecco un magnifico destino grazie a chi aveva il dono di questa lungimiranza. Fu considerato fantastico il suo progetto di Ponte sul Bosforo, per il Sultano Turco o meglio come lui stesso elenca nel documento che più validamente sorregge la ipotesi d'un viaggio in Oriente, consiste nelle famose lettere al Diodario di Siria. Lettere che contengono la descrizione del Monte Tauro e del fiume Eufrate e nelle sue carte il progetto di ponte su cui è scritto: Ponte da Pera a Costantinopoli, largo quaranta braccia, alto dall'acqua braccia settanta, lungo braccia seicento, cioè quattrocento sopra il mare e duecento sopra la terra, facendo di sé spalla a sé medesimo. Le sue navigazioni includono anche una descrizione dell'isola di Cipro (frammento nella biblioteca di Windsor) tutto questo senza esserci mai stato? Qui diventa probante che Leonardo sia stato chiamato intorno agli anni 1473/1477 in qualità di ingegnere dal Diodario di Siria ("devadar" o "dervadar" = "ministro"), il luogotenente del Sultano di Babilonia (l'attuale Bagdad, allora Siria) Kait Bai! C'è un lungo resoconto che Leonardo non avrebbe mai terminato, l'inclinazione che è nota per tante altre sue opere (incompiute). Dalle regioni greche dell'Erminia, alla città di Calindra sino al Tauro ed all'Eufrate, sono chilometri di spostamenti compiuti con quali compagni? Le sue pagine sono vivide di descrizioni che appare impossibile che non abbiano una altra descrizione salvo che gli storici non abbiano il lume di andare a scovare questi dimenticati documenti. Qui casca l'asino, se davvero Leonardo sia stato da giovane pure mozzo e marinaio, forse con quel Santi o Fanti nelle sue peregrinazioni nella Mezzaluna Turca. Un incredibile viaggio e assimilazione di dati e nozioni geografiche ed etniche che si sono sommate a tanta cognizione naturale del mondo marinaresco, come bene trabocca dai suoi appunti, sul mare, sulle onde e marosi e sulle navigazioni, la forma degli scafi, lo studio di cose sommerse e difese per la città di Venezia da un attacco turco. Palombari e altre macchine marine quali anticipazioni ma anche prove suggestive di una esperienza che lo ha coinvolto e di cui narra incursioni che non saranno solo virtuali, ma bensì così rare memorie che hanno visto viaggiare. Leonardo giovane sino a cercare l'arca di Noè sul monte Ararat! Incredibile eroe che ha anticipato la nostra archeologia fantastica all'Indiana Jones. Sinora nessuno ha preso per veritiere tali narrazioni e catastrofi (terremoto descritto nelle sue carte) che lo stesso Leonardo ha vissuto durante le sue peregrinazioni in tali regioni a rischio della sua stessa vita. Una parabola leonardesca che cita anche il divieto di bere vino, che così mostra quanta conoscenza avesse dei costumi maomettani, oltre a quanto nei suoi disegni si riferiscano a cose d'Oriente. Tante descrizioni e lettere che si è pensato ad un suo romanzo immaginario (la più futile delle spiegazioni innanzi a simile incredibile teoria) come quello dell'episodio della scalata e Ricerca dell'Arca. E se tutto questo invece ha un sua cruda Verità? Chi sono stati i suoi compagni di avventura? Quante informazioni sono riscontrabili dei suoi scritti e disegni che avvalorano il viaggio... È forse davvero tutto perduto e smarrito? O invece questo puzzle è ricomponibile con un sano dubbio che "troppe cose narrate da Leonardo siano state considerate fantastiche" e per questo dai soliti censori valutate impossibili ed allora taciute, ignorate ad arte, come le sue varie letterali pronosticazioni su una futura Ninive con il suo protagonista profeta (Giona); giunge a anticipare che "Li Omini andranno 'androni' più veloci delle stelle e della luce e che parleranno senza muoversi con materia e cristallo (vetri) a distanza..." Molte sue fantasticherie, anche unite ai progetti ideali di una Nuova Milano, che i soliti ritrosi vogliono solo considerare pure lungimiranze, ignari di quanti invece attorno al Maestro altri suoi discepoli in Italia o all'Estero della sua Cerchia abbiano forse lasciato uno scritto e non proprio nulla? Questi avveniristici scritti letterari, noti da anni, hanno fatto dire a Telecom ed affini Compagnie, che il genio del rinascimento aveva così previsto i telefonini... In queste sentenze letterarie ci sono così nozioni e lungimiranze tecnologiche che si sposano solo con quanto ha lasciato scritto invece il Fanti o lo stesso "Dranole D. Ranole" ovvero una sigla per celare il nome di Leonardo, così scritto all'incontrario come Lui sempre faceva! DRANOLE e ELONARD o maestro Elonardo fiorentino, perché così altri lo nominavano. Quindi così possiamo arguire che il Fanti e Leonardo possono quali protagonisti e contemporanei nell'esercizio professionale che va analizzato a 360° per considerare quanto ancora di Loro... sia rimasta lettera morta. Cinque secoli da tenere conto e considerazione, ma che non sono bastati a far smarrire del tutto queste suggestioni affascinanti che hanno acceso la "lampada eterna", quella favoleggiata esistere dal tempo degli Egizi e della civiltà greca, di cui il grande Giovanni Boccaccio dà prova e resoconto nella sua "Genealogia degli Dei", descrivendo la scoperta in una montagna dell'Amiata, durante il taglio di un frontone di marmo, di una caverna entro cui venne trovata la tomba con tale sorprendente oggetto (lampada eterna), corredo per il corpo incorrotto di un eroe mitico, il cui nome fa eco persino con il poema del grande Virgilio. Questa luminosa torcia impossibile, rimasta accesa da secoli, solo come dalla descrizione di essere una "Cosa tubolare metallica" che emetteva luce fredda e che poi l'intervento del vescovo del tempo, provvide subito a distruggere perché considerata "opera demoniaca"! Sono passi che devono essere debitamente analizzati per leggere questo paradosso da troppo trascurato - ma non da ora in poi - grazie al Fanti, che ci propone tante cose antiche che hanno il merito di essere state sepolte poiché "Solo ciò che giace sepolto dura in eterno" per l'opportunità e la curiosità degli archeologi alla ricerca di nuove affascinanti scoperte che ancora bussano alle nostre porte e attendono, secondo varie quartine scoperte in merito, tutte sulle pagine della Trilogia della "Summa Arte Prophetica", in cui tutte le maggiori lungimiranze umane sono rinchiuse ed elencate. La Mano del Fanti che regge la Sfera Celeste cosmica nella sua posizione innaturale, difficile da assumere salvo un apposito allenamento o segnale voluto "cosmico", che se analizziamo quale gesto manuale diventa carico di significazioni, incominciando dal protagonista di Star Treck, Leonard Nimoy (Spock) che egli stesso spiega ispirato alla tradizione ebraica sacerdotale dei discendenti maschi di Aronne (Cohanim), quale gesto di benedizione stendendo le palme di entrambe le mani con i pollici allungati fuori e il medio e l'anulare separati in modo da formare la nota "V", segno indicante pure la lettera ebraica SCHIN, prima lettera del parola "Shaddai: Signore". Prova ne sia che nel cimitero ebraico di Beregovo, in Ucraina, tale gesto delle mani appare inciso sulle lapidi mortuarie. Il rituale richiede - con il Volto diretto all'Arca Santa (Celeste) - dire: "Benedetto il Re del Mondo... Padrone dei grandi mondi... guardaci dalla santa residenza nel cielo e benedici il tuo popolo Israele!" Benedizione cosmica per eccellenza, quindi, divenuta oggi saluto di "Lunga vita e prosperità!" (nel film). Mentre scopriamo che Raffaello ha usato tale gesto nella persona del Fanti, che ci mostra inequivocabilmente che Chi regge la sfera delle stelle ha una sua diretta origine con la tradizione ebraica dei grandi architetti del tempio, ovvero dei sacerdoti del tempio di Salomone e quindi ogni conoscenza che dell'architettura dell'arte antica si collega agli architetti del Tempio (in greco "tempio" "Naos" e "Nave", "Arca" sono logo affini) primigenio di cui parlano le Sacre Scritture in riferimento alla pietra d'angolo (Il messia) e alla Chiave di Volta rigettata, rifiutata dai sacerdoti costruttori che alla Fine dei Tempi verrà rimessa al suo giusto posto. Dell'origine ebrea non ci sono dubbi alcuni se ricordiamo che il Fanti è nato a Ferrara, città sede di importante comunità ebraica rinascimentale. Ogni altra cultura è quindi decisamente amalgamata se pensiamo all'influenza dell'Ermete tre volte grande che ha ispirato lo stesso Leonardo nutritosi alla cerchia fiorentina die Medici. Quante altre cose e segnali sono stati lasciati per comunicare al resto del Mondo a ragione di quanto i Compagni dell'Arte, esattamente dell'ARTE e sia di ogni Iconografia sacra o profana, hanno trasmesso ai posteri, ai quali resta il dovere di non ignorare, ma reggere la sfera, il cosmo, come il Fanti imponentemente mostra di fare. Occorre capire senza altro "cerchio in testa", o benda sugli occhi o negazione a priori, tanto facile ai tanti odierni tuttologi che impediscono agli altri di sognare, o meglio liberare tutte le forze interiori in alto o in basso della sfera cosmica, entro cui tutti siamo partecipi coscienti o incoscienti, come pesci tra i fili della rete del destino. |
Post n°417 pubblicato il 19 Maggio 2007 da io_deifobe
Glastonbury: la leggendaria AVALON?
Ergendosi sulle uniformi pianure dei Somerset Levels, la collina di Glastonbury, o Glastonbury Tor, con in cima il suo campanile rovinato, costituisce il simbolo inconfondibile di uno dei luoghi più misteriosi d'Inghilterra. Questa piccola cittadina di campagna attrae ogni anno visitatori di ogni genere. I semplici curiosi vi sono richiamati dai miti e della leggende riguardanti Re Artù e il Santo Graal; i pellegrini dalla sua antica eredità cristiana; infine gli astrologi subiscono il richiamo dello zodiaco che, a quanto si dice, è tracciato nei terreni vicini. |
Post n°416 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe
Per ringiovanire |
Post n°415 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe
Sul meditare e sulla meditazione "...se hai intenzione di meditare, non sarà meditazione ... se assumi deliberatamente un atteggiamento, una posizione, per meditare, allora la meditazione diventa un giocattolo, un trastullo della mente. Se decidi di districarti dalla confusione e dall'infelicità della vita, allora diventa un'esperienza dell'immaginazione — e questa non è meditazione. La mente conscia o la mente inconscia non debbono aver parte in essa; non devono neppure essere consapevoli dell'estensione e della bellezza della meditazione. Nella totale attenzione della meditazione non c'è alcuna conoscenza, alcun riconoscimento, né il ricordo di qualcosa che sia già avvenuta. Il tempo e il pensiero sono totalmente cessati, poiché sono il centro che limita la propria visione ... la meditazione non è la semplice esperienza di qualcosa al di là del pensiero e del sentimento di ogni giorno, né la ricerca di visioni e beatitudini ... La meditazione non è fuga dal mondo; non è un isolarsi e chiudersi in sé, ma piuttosto la comprensione del mondo e delle sue vie ... Meditare è deviare da questo mondo ... Dalla negazione nasce lo stato affermativo. Il semplice ottenere l'esperienza, o vivere nell'esperienza, nega la purezza della meditazione. La meditazione non è un mezzo per un fine ... La meditazione è la cessazione del pensiero ... Tutto ciò che il pensiero formula ha in sé il limite dei suoi confini, il pensiero ha sempre un orizzonte, la mente meditativa non ne ha, l'uno deve cessare perché l'altro possa essere. La meditazione apre la porta ad una vastità che trascende ogni immaginazione o congettura. Il pensiero è il centro intorno al quale c'è lo spazio dell'idea, e questo spazio può essere allargato da ulteriori idee. Ma tale allargamento mediante stimoli di ogni sorta non è la vastità in cui non c'è alcun centro. La meditazione è la comprensione di questo centro e quindi il suo superamento. Il silenzio e la vastità vanno insieme. L'immensità del silenzio è l'immensità della mente in cui non esiste un centro. La percezione di questo spazio-silenzio non procede dal pensiero. Il pensiero percepisce soltanto la sua proiezione, e il riconoscimento di essa è il suo confine ... La meditazione non è un'attività dell''isolamento, ma l'azione nella vita quotidiana che esige cooperazione, sensibilità ed intelligenza. Senza il fondamento di una vita retta la meditazione diventa una fuga e non ha alcun valore. Una vita retta non è l'obbedienza alla morale sociale, ma la libertà dall'invidia, dalla cupidigia e dalla ricerca del potere — che generano inimicizia. La libertà da questi mali non passa attraverso la consapevolezza che di essi si acquista mediante l'autoconoscenza. Senza conoscere le attività del sé la meditazione diviene esaltazione dei sensi e perde ogni significato ... La meditazione non è una continuazione o una espansione dell'esperienza. La meditazione, al contrario, è quella completa inazione che è la cessazione di tutta l'esperienza. L'azione dell'esperienza ha le sue radici nel passato ... la meditazione è lo svuotarsi dell'esperienza, è la totale inazione che proviene dalla mente che vede ciò che è, senza l'ostacolo del passato né del testimone che vive legato alla memoria del passato ... Se non c'è meditazione, sei come un cieco in un mondo di grande bellezza, luci e colori ... Meditare non è ripetere parole, sperimentare visioni o coltivare il silenzio. Questa è una forma di autoipnosi. Meditare non è chiudersi in un pensiero ideale, nell'incanto del piacere. Se tu dici: "Oggi comincerò a controllare i miei pensieri, a sedere quieto nella posizione del meditare, a respirare regolarmente" — allora sei preso nei trucchi con cui inganniamo noi stessi. La meditazione non è l'essere assorti in qualche idea o immagine grandiosa ... La mente meditativa è vedere, osservare, ascoltare senza la parola, senza commento, senza opinione — attentamente e costantemente — il movimento della vita in ogni suo rapporto; allora sopraggiunge un silenzio che è negazione del pensiero, un silenzio che l'osservatore non può richiamare. Se ne facesse esperienza, riconoscendolo, non sarebbe quel silenzio. Il silenzio della mente meditativa non è nei confini dell'individuabilità, e non ha frontiere ... Una piccola mente squallida e immatura può avere, ed ha, visioni ed esperienze che riconosce secondo il proprio condizionamento ... La meditazione non appartiene a gente come questa, né ai guru. Non è per il cercatore, perché costui trova ciò che vuole, e il conforto che ne deriva è la morale delle sue paure. Per quanto faccia, l'uomo di credenza o di dogma non può entrare nel regno della meditazione. La meditazione necessita della libertà — che è totale negazione della morale e dei condizionamenti sociali — la libertà viene prima della meditazione, ne rappresenta il primo movimento. Non è una pratica pubblica dove in molti si uniscono e offrono preghiere. Sta a sé ed è sempre al di là dei confini della condotta sociale. Infatti la verità non è nelle cose del pensiero o in ciò che il pensiero ha costruito e chiama verità. La negazione totale di questa struttura del pensiero è la realtà della meditazione. La meditazione è un movimento incessante. Non si può mai dire che si sta meditando, o dedicare un periodo di tempo alla meditazione. La meditazione non è ai tuoi ordini. La sua benedizione non ti viene perché conduci una vita per così dire sistematizzata o segui una particolare routine o morale. Viene solo quando il tuo cuore è veramente aperto. Non aperto dalla chiave del pensiero, non reso sicuro dall'intelletto, ma quando è aperto come il cielo senza nuvole; allora viene senza che tu lo sappia, senza che tu la chiami. Ma non puoi mai custodirla, possederla, adorarla. Se cercherai di farlo, non verrà più, ti eviterà. Nella meditazione tu non sei importante, non occupi un posto; la sua bellezza non sei tu, la sua bellezza è in sé. E non puoi aggiungervi nulla. Non devi spiare dalla finestra sperando di prenderla di sorpresa, né sederti in una stanza buia ed attenderla; viene soltanto quando tu non sei là, e la sua benedizione non ha continuità..." |
Post n°414 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe
Sempre più numerosi gli studi che ne sostengono l’utilità per i malati di cuore e di cancro, e per recuperare dopo un ictus |
Post n°413 pubblicato il 17 Maggio 2007 da io_deifobe
ENERGIA DAL NUCLEARE? NO! Non possiamo ignorare le evidenti reazioni di insopportabilità degli Elementi Planetari verso la recrudescenza delle opere umane che causano sofferenze inesprimibili ad ogni essere vivente ed al Pianeta stesso. |
Post n°412 pubblicato il 16 Maggio 2007 da io_deifobe
La maggior parte di queste strutture si trova in Europa, e sono state edificate a partire dal tardo Neolitico fino alla prima età del Bronzo (4000 - 1000 a.C.); ma complessi del genere sorgono anche in India, in Giappone, in Africa Occidentale. I menhir rappresentano soprattutto un luogo di riunione. Essi sono il segno di un'organizzazione sociale e di riti collettivi. Potevano dunque avere funzioni legate ai riti funebri, alla fertilità, alle divinità, o semplicemente rivestire il ruolo di ceppi litici direzionali. Il trasporto e la collocazione di questi immensi blocchi di pietra implicano tecniche relativamente specializzate. I termini che definiscono i misteriosi monumenti megalitici sono di origine celtica: men = pietra, hir = lunga, menhir = pietra lunga; dol = tavola, men = pietra, dolmen = lastra di pietra; crom = tondo o cerchio, lech = blocco, cromlech = blocchi disposti in cerchio. Stonehenge è senza dubbio il "luogo misterioso" più conosciuto d'Europa; l'effetto generale, per chi visita il luogo, è quello di una magica arena in cui non è difficile immaginare antichi sacerdoti Druidi intenti a misteriose pratiche. A Stonehenge i menhir sono disposti in modo da segnalare il solstizio d'estate e la posizione più settentrionale della luna ogni 18 anni, al solstizio d'inverno. Probabili indizi inducono a pensare a calcoli abbastanza esatti sulle eclissi di sole e di luna. Anche se si può discutere su questioni di dettaglio, bisogna riconoscere a progettisti come quelli di Stonehenge una conoscenza dei movimenti del sole e della luna e una capacità di predizione tanto più ammirevoli in quanto essi si basavano su osservazioni che non avevano certo il sussidio dei teoremi di un'era più tarda e più sofisticata. Dal punto di vista strutturale non si sa cosa ammirare di più, se l'abilità nel trasportare e nell'innalzare blocchi di pietra del peso di più di cinquanta tonnellate - i blocchi di pietra della Grande piramide di Giza pesavano in media circa tre tonnellate - o l'eleganza con cui gli architravi del cerchio descrivono un anello mantenendo alla sommità una linea quasi orizzontale. Ma da dove derivano le conoscenze, così approfondite, che hanno permesso una simile realizzazione? Euan Mac Kie, direttore del museo di Glasgow, sostiene che esisteva una sorta di "scuola" nei dintorni di Durington Walls, dove i discepoli venivano iniziati ad antiche misteriose discipline in cui erano incluse probabilmente precise nozioni di astronomia.
Il volume Archeoastronomia Italiana di Giuliano Romano (l'ARCHEOASTRONOMIA è la scienza che si occupa dei rapporti tra i complessi neolitici e la misurazione del moto degli astri) identifica varie "stazioni astronomiche", costituite da menhir disposti in un certo modo, nel Triveneto: in Alto Adige sui colli Joben e San Pietro, a Castello di Godego e a Oderzo, presso Treviso, a Veronella Alta, a Mel, presso Belluno. Da questi siti, osservando il punto dell'orizzonte sui quali sorgevano e tramontavano il Sole e la Luna, i nostri antenati riuscivano così a individuare i momenti più propizi per affrontare il lavoro dei campi. |
Post n°411 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe
E SE LA MALATTIA FOSSE UN MESSAGGIO? Credere che la malattia sia esterna all’individuo e che quest’ultimo sia impotente di fronte ad essa, senza cure e medicine, è falso. |
Post n°410 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe
La Scienza dei Maghi, è vero, ha come prerogativa di rimanere segreta, ma è pur certo che nell’Antichità rappresentava la Scienza "tout court". |
Post n°409 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe
Le rune sono un'antichissima scrittura germanica, che compare in iscrizioni del II o III sec. d. C. presso gl'Islandesi, i Norvegesi, i Danesi, gli Svedesi, gl'Inglesi e i Goti. Se ne trovano in Romania, a Venezia, in Grecia, in Bosnia e altrove. Deriverebbero da un alfabeto etrusco settentrionale, di tipo chiusino. Questo venne conosciuto al nord attraverso l'alfabeto venetico del VI sec. a. C., derivato dalla scrittura etrusca. L'uso magico restò in funzione, e la parola RUNA mantenne il suo significato di "segno misterioso". Questi segni magici venivano incisi per esempio sulle punte delle frecce, per renderle più efficaci; o sugli elmi di bronzo, perché proteggessero il loro padrone. Spesso un popolo che ha appena imparato a scrivere considera che i segni sono belli, decorativi, misteriosi e magici. Le rune ritennero sempre questa forza magica, fino a tempi quasi moderni. Le donne avevano un talento particolare nell'impiego delle rune, come attesta il nome, assai frequente ancora in Germania e in Inghilterra, di Gudrun, "Buona Runa". L'impressione che le donne fossero specialmente rispettate in questo campo è confermata da Tacito, che dice nella Germania: «Considerano poi che le donne hanno un dono inspiegabile e profetico; non si vergognano di consultarle e prendono sul serio i loro responsi». Anche l'ambra, considerata magica e medicinale, veniva in varie culture riservata alle donne. Ne sono state trovate grandi quantità in tombe di donne in Etruria, nella Slovenia e in altre regioni dove veniva importata dal Baltico. Una perlina di ambra trovata a Weimar che recava incisa un'iscrizione runica è interessante in questo contesto. Nel corso dei diciotto secoli durante i quali furono usate le rune - si adoperavano ancora nel secolo scorso in Scandinavia - ne sono stati creati degli esemplari bellissimi, alcuni molto curiosi (come il Codex Runicus, un manoscritto scritto interamente con i segni runici). Oggi sappiamo che questa fioritura culturale ha la sua origine nell'Italia antica, presso gli Etruschi. |
Post n°408 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe
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Post n°407 pubblicato il 15 Maggio 2007 da io_deifobe
Le rune sono un'antichissima scrittura germanica, che compare in iscrizioni del II o III sec. d. C. presso gl'Islandesi, i Norvegesi, i Danesi, gli Svedesi, gl'Inglesi e i Goti. Se ne trovano in Romania, a Venezia, in Grecia, in Bosnia e altrove. Deriverebbero da un alfabeto etrusco settentrionale, di tipo chiusino. Questo venne conosciuto al nord attraverso l'alfabeto venetico del VI sec. a. C., derivato dalla scrittura etrusca. L'uso magico restò in funzione, e la parola RUNA mantenne il suo significato di "segno misterioso". Questi segni magici venivano incisi per esempio sulle punte delle frecce, per renderle più efficaci; o sugli elmi di bronzo, perché proteggessero il loro padrone. Spesso un popolo che ha appena imparato a scrivere considera che i segni sono belli, decorativi, misteriosi e magici. Le rune ritennero sempre questa forza magica, fino a tempi quasi moderni. Le donne avevano un talento particolare nell'impiego delle rune, come attesta il nome, assai frequente ancora in Germania e in Inghilterra, di Gudrun, "Buona Runa". L'impressione che le donne fossero specialmente rispettate in questo campo è confermata da Tacito, che dice nella Germania: «Considerano poi che le donne hanno un dono inspiegabile e profetico; non si vergognano di consultarle e prendono sul serio i loro responsi». Anche l'ambra, considerata magica e medicinale, veniva in varie culture riservata alle donne. Ne sono state trovate grandi quantità in tombe di donne in Etruria, nella Slovenia e in altre regioni dove veniva importata dal Baltico. Una perlina di ambra trovata a Weimar che recava incisa un'iscrizione runica è interessante in questo contesto. Nel corso dei diciotto secoli durante i quali furono usate le rune - si adoperavano ancora nel secolo scorso in Scandinavia - ne sono stati creati degli esemplari bellissimi, alcuni molto curiosi (come il Codex Runicus, un manoscritto scritto interamente con i segni runici). Oggi sappiamo che questa fioritura culturale ha la sua origine nell'Italia antica, presso gli Etruschi. |
Post n°406 pubblicato il 14 Maggio 2007 da io_deifobe
Una decina di anni fa, durante una conferenza internazionale, il Dr. Brian O’Leary, docente di fisica astronomica all’Università di Ivy League, negli USA e autore di vari libri, dichiarò che alcuni inventori e ricercatori "indipendenti" avevano dimostrato di poter sfruttare la ZPE, o "Zero Point Energy" (Energia a Punto Zero) che si trova nello spazio che circonda la Terra. |
Post n°405 pubblicato il 14 Maggio 2007 da io_deifobe
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il 25/10/2008 alle 22:07