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cronache d'arte a cura di Angelo Reccagni

 

 

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a proposito delle centrali di stoccaggio gas: rischi e incidenti

Post n°56 pubblicato il 07 Luglio 2012 da lascuolalsole
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Situazioni di emergenza, incidenti. Dal 1915, quando per la prima volta inCanada un giacimento di gas naturale esaurito veniva riutilizzato per lostoccaggio, fino a tempi recenti molti sono stati gli incidenti e le situazionidi emergenza che hanno coinvolto le centrali di gas in diverse zone delpianeta.

Ciò che deve essere chiaro e che deve essere sottolineato è che ogniepisodio ha una storia a sé stante con dettagli e condizioni diversi l’unodall’altro. Anche perché le tecniche di stoccaggio del gas naturale non sonotutte uguali.

La forma più utilizzata, da quasi cento anni, è quella deigiacimentisotterranei esauriti di gas (è lo stesso caso che si registra a San Benedetto).Alternativamente si utilizzano lecavità sotterranee d’acqua chedevono però essere trattate e riconvertite per immagazzinare il gas. Infine, inpercentuale minore, le cave sotterranee di sale, delle vere eproprie caverne.

Ciascuna delle tecniche comporta una serie di rischi connessi: rotturenel giacimento esistente, danni al cemento esterno o di riempimento, problemidurante le operazioni di manutenzione o riparazione, problemi dovuti aicambiamenti di volume del gas e molto altro.

Tra i recenti incidenti presenti nella letteratura disettore, relativi a centri basati sulla tecnica dello stoccaggio neigiacimenti esauriti di gas, nominiamo solo quello del 1987 nell’Illinois, Usa,dove un’improvvisa esplosione del gas ha ferito tre dipendenti dellostabilimento; poi quello nel 2006 su una piattaforma nel Mare del Nord dovea seguito di un guasto a un’unità di raffreddamento sono rimaste ferite duepersone e altre trentuno salvate dal soccorso aereo; sempre nel 2006 quellonello stato del Colorado, Usa, dove a seguito della fuoriuscita di gas da unpozzetto, sono state evacuate tredici famiglie.

Quanto allo stoccaggio in cavità sotterranee di acqua citiamo, tra glialtri, l’incidente di Spandau, in Germania, del 2004, quando un’esplosione,causata forse da attività di manutenzione, ha ferito nove persone, delle qualitre in modo grave, e ha causato l’evacuazione di circa cinquecento persone nelraggio di un chilometro dall’incidente.

Da ultimo, tra gli incidenti occorsi ad impianti che insistono su cavernedi sale ricordiamo giusto quello del 2004 nel Texas, Usa, dove, a seguito diuna fuga di gas, un’esplosione con fiamme alte fino a sessanta metri ha causatol’evacuazione di tutti gli abitanti nel raggio di circa cinque chilometridall’area dell’incidente.

Quanto agli eventi pericolosi accaduti nel nostro Paese c’è quello occorsonel mese di dicembre 2010 a Ripalta Guerina, in provincia di Cremona, dove larottura di una valvola di sicurezza ha causato lafuoriuscita di una nube dimetano “alta sei metri, lunga cinquanta metri, che galleggiavaquattro-cinque metri da terra” per usare le parole di Ezio Corradi,vice presidente del Coordinamento comitati ambientalisti della Lombardia.

La riflessione circa la possibilità di incidenti nelle centrali distoccaggio gas deve essere quanto mai prudente considerato il fatto che possonoessere causati non solo da agenti esterni all’attività dell’uomo (eventisismici, inondazioni, trasformazioni chimiche nelle cavità sotterranee ecc.),ma soprattutto da attività connesse con il lavoro dell’uomo(errore umano, infortuni sul lavoro, imperizia ecc.).

Questo dovrebbe portare, non tanto ad una sorta di allarmismo irrazionale,quanto piuttosto ad adeguate e scrupolose valutazioni, da parte di esperti,delle procedure di lavorazione, di sicurezza e della gestione deidisastri negli impianti.

 

 
 
 
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