me...

Vaniglia e mirra


   
La tua pelle sulla mia era pane appena sfornato....La tua pelle sulla mia era un paese straniero da scoprire...era terra sconosciuta....percorsi da esplorare....strade nuove....scoperta infinita...ma nonostante il mistero era come nei miei sogni più arditi,dove già avevo fatto l'amore con te....Eri il caldo che mi assaliva nelle notti buie quando ancora non ti aveva toccatoma già ti avevo avuto.Stavi sopra di me con la sicurezza di uomo ed io perduta nel mio mondo sentivo il mio odore di fumo, di vaniglia e di mirra, il mio sudore di donna....ma tu eri pulito, con un buon odore di bimbo.Eri sopra di me con la calma costante dell'onda che sbatte sulla sabbia: senza paura, senza crisi, senza inquietudini. Eri tu. Presente. Lì e nel mondo intorno a noi, nell'umidità di quella notte,nel tepore dei vetri appannati, nei rumori attutiti della città addormentata.Ma io non ero con te.Ero persa nei meandri bui della mia inquietudine triste e ribelle.Ti vedevo attraverso il velo distorto dei miei tarli, la città intorno a me non esisteva.Ero io nel buco nero della mia solitudine e non empaticamente con te.Ricordo solo l'odore di vaniglia e mirra misto al fumo delle troppe sigarette fumate.Il sapore della tua bocca dolce, il fluido che proveniva da essa, la tua saliva che si confondeva con la mia amara.Tu eri la salvezza ma io non volevo essere salvata..ero già troppo lontana,nel buco nero della mia inquieta solitudine.