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La favola del maiale

Post n°735 pubblicato il 15 Settembre 2011 da odette.teresa1958

Si racconta che c’erano una volta un vecchio e una vecchia. Lui aveva cento anni e lei novanta. Erano bianchi come l’inverno e tristi come una giornata grigia perché non avevano bambini. Dio come desideravano almeno un figlio! Tutto il giorno stavano soli e gli fischiavano le orecchie per il silenzio della solitudine. Non avevano nessun motivo di essere contenti: una baracca mal ridotta arredata con stracci su assi di legno. Da un po di tempo nessuno bussava più alla loro porta.
Un giorno la vecchia dopo un profondo sospiro disse:
-Vecchio, mai nessuno ci ha chiamato Mamma o Papà. Forse non c'è ragione di vivere ancora in questo mondo...ormai da noi non si sente neanche un PADRE NOSTRO.
-Hai ragione nessuno dice una preghiera per noi...cosa faremo di fronte a Dio?
-Sai cosa ho pensato stanotte?
-Lo saprò se me lo dirai.
-Domani con le prime luci dell'alba alzati e cammina finche non incontri qualcosa. Qualsiasi bestiola, ma non un serpente, mettila nel sacco e portala a casa: Lo alleveremo come un figlio.
Il giorno dopo, il vecchio stufo di tanta solitudine e con tanta voglia di avere figli, usci presto di casa e camminò dritto davanti a sè fino a che arrivò ad una pozzanghera nella quale vide una scrofa con dodici maialini che si crogiolavano al sole. Quando si accorsero dell' arrivo del vecchio, scapparono tutti. Soltanto un maialino malridotto fece fatica ad uscire dalla pozzanghera. Il vecchio lo prese di corsa e lo mise nel sacco, così com’era coperto di fango.
“Sia lodato il Signore che posso portare alla mia Vecchia un conforto.”
Non ho idea se sia stato Dio o il diavolo a mettergli in testa questo pensiero! Arrivato a casa disse:
-Ecco che bel giovanotto ti ho portato…Somiglia tutto a te! Adesso abbi cura di lui poiché come vedi è mal ridotto!
-Non prenderlo in giro, anche lui è una creatura di Dio disse la vecchia e con l’agilità di una bambina si mise ad accudire il maiale.
Grazie alle cure ricevute il maiale crebbe e scoppiava di salute.
La vecchia era tanto felice di avere un figlio così grande, grosso e prestante. Non ascoltava la gente che diceva di lui che era brutto e maleducato. Era suo figlio e non c’era un altro come lui. La vecchia aveva un solo dispiacere: il maiale non li chiamava Mamma e Papà.
Un giorno il vecchio tornato dal mercato raccontò alla moglie le ultime notizie: l’imperatore aveva deciso di far sposare sua figlia a chi sarebbe stato capace di costruire un ponte magnifico tra la città e il castello. Doveva essere fatto in oro con addobbi in pietre preziose. Chi fosse riuscito nell’impresa oltre alla sposa avrebbe ricevuto anche metà del reame...ma chi non fosse riuscito avrebbe avuto la testa mozzata.
Il maiale stava ascoltando e all’improvviso si sentì una voce:
- Mamma, Papà lo costruisco io!
La vecchia fu felice di sentirlo parlare, il vecchio spaventato, sapendo che già molti principi avevano perso la testa nell’impresa.
Allora il maiale rassicurò i due vecchi e mandò il padre a dare la notizia all’imperatore.
Arrivato al portone del castello il vecchio venne fermato da una guardia :
-Cosa vuoi?
– Devo parlare con l’imperatore. Mio figlio s’impegna di fare il ponte.
Senza fare altre domande il guardiano accompagnò il vecchio dall’imperatore.
-Cosa posso fare per te vecchio mio?
-Lunga vita a te Imperatore!!Avendo saputo del ponte, mio figlio mi ha mandato per dirti che lui è capace di costruirlo.
-Allora lo costruisca se è capace e fallo venire al palazzo. Ma se non è capace si ricordi dei principi che non sono riusciti nell’impresa.
Dopo un profondo inchino il vecchio riprese la strada verso casa.
Dopo aver sentito la risposta dell’imperatore il maiale non vedeva l’ora di andare al castello.
La vecchia era triste sapendo che sarebbe restata un’altra volta da sola. Il maiale invece era impaziente.
-Andiamo Papà che mi deve vedere l’imperatore!- grugnì il maiale.
Arrivati al castello le guardie non riuscirono a trattenere le risate:
-Ma vecchio cos’è questa cosa?
-Ma è mio figlio che s’impegna a costruire il ponte! Un soldato anziano disse: -O ti manca qualche rotella, o sei stanco di vivere!
-Non è compito vostro di giudicarci- rispose il vecchio.
Allora l’imperatore venne informato della comitiva che chiedeva di entrare. Una volta dentro il vecchio timidamente non si allontanava dalla porta. Il maiale invece scorrazzava per la reggia in modo impertinente.
-Ma vecchio mio, quando sei venuto la volta scorsa sembravi lucido! Ma adesso non mi sembri con tutte le rotelle a posto.
L’imperatore non sapeva se doveva ridere o arrabbiarsi:
-Ma vecchio stai prendendo in giro proprio me, tuo imperatore!
-Non sia mai detto, ma è questo il figlio che si era impegnato a fare il ponte.
-E lui costruirà il ponte?
-Con l’aiuto di Dio così speriamo.
-Va porta fuori il tuo maiale e se entro domani non vedrò il ponte, la sua testa sarà all’altezza delle suole delle tue scarpe.
Il vecchio e il maiale ripresero la strada verso casa inseguiti da una compagnia di soldati incaricati dall’imperatore di sorvegliarli.
- Cosa hai fatto per venire coi soldati?- disse la vecchia.
- Ho fatto quel che volevi tu quando mi hai mandato in giro a cercare il nostro figlio sui campi.
Mentre i vecchi litigavano, il maiale girava per cercare di mangiare. Verso mattina, quando i genitori ormai si erano addormentati, il porcello si arrampicò sull’armadio e con una pedata ruppe il vetro della finestra e soffiando dalle narici due vampate di fuoco unì la casetta dei vecchi con il palazzo imperiale. Spento il fuoco, il ponte era fatto.
La capanna dei vecchi era diventata un palazzo più grande e luccicante di quello dell’imperatore.
Il vecchio e la vecchia si ritrovarono vestiti di porpora e tutte le ricchezze del mondo si trovarono nel loro castello. Il porcello ruzzolava in mezzo ai tesori.
Tutti questi prodigi spaventarono l’imperatore e i suoi consiglieri. Dopo un consiglio della corona si decise di inviare la principessa al palazzo del maiale senza perdere altro tempo.
Alla ragazza piacquero molto il palazzo e i suoceri. Restò di sasso alla vista dello sposo ma poi si disse: “Se questo è il volere di Dio e dei miei genitori…Così sia!” e si mise ad accudire il palazzo
Il maiale durante il giorno, come al solito girava per la casa. La sera, prima di andare a letto si toglieva la pelle di maiale e diventa un bellissimo principe.
La sposa si abituò. Dopo una, due settimane sentì nostalgia dei suoi genitori. Decise di fare visita al palazzo imperiale da sola vergognandosi di far vedere il marito.
I genitori chiesero informazioni sull’andamento della nuova coppia. Il padre consigliò la figlia di non contrariare il marito, visto che egli aveva dimostrato di avere poteri fuori dal comune.
La madre e la figlia andarono a passeggiare in giardino. La madre diede alla figlia dei consigli diversi da quelli dati dal padre.
-Devi accendere un gran fuoco nel camino e quando tuo marito si addormenta fai bruciare la pelle di maiale.
Tornata a casa la giovane eseguì ciò che aveva consigliato sua madre.
La pelle bruciò con molta puzza e rumore che svegliarono il marito. Per punizione egli racchiuse il ventre della moglie in un cerchio di ferro che sarebbe stato tolto solo quando lui vi avrebbe passato sopra la mano destra e solo allora sarebbe nato il loro figlio.
Si chiamava “Belfiglio” e andò a vivere nel monastero dell’Incenso! Un gran vento lo portò via.
Il ponte e il palazzo dei suoceri sparirono. Questi sgridarono la nuora. La ragazza non voleva tornare dal padre che non aveva ascoltato e decise di partire per il mondo alla ricerca del marito.
La ragazza camminò un anno per luoghi sconosciuti. Finalmente arrivò in un deserto mai visto prima. Bussò alla porta di una vecchissima casetta tutta coperta di muschio. Una voce di donna chiese
-Chi è?
- Sono una viandante!
– Se sei una brava persona vieni avanti, altrimenti ho un cane cattivissimo!
– Sono brava.
La porta si aprì e la ragazza entrò.
-Come hai fatto arrivare qui dove non viene nessuno?
-Cerco il monastero dell’INCENSO” e nessuno sa dirmi dove trovarlo.
- Forse sei fortunata…io sono Santa Mercoledì.
La Santa interrogò tutti gli esseri viventi nel suo regno ma nessuno conosceva il monastero. Prima di ripartire la ragazza ricevette un cornetto e un bicchiere di vino e inoltre un arcolaio d’oro.
Dopo un altro anno la ragazza giunse alla casa di Santa Venerdì e ricevette un fuso d’oro.
Dopo un altro anno arrivò alla casa di Santa Domenica e anche qui nessuno conosceva il monastero. Alla fine una vecchia cicogna si fece avanti: conosceva la strada ma era molto difficile seguirla. La Santa la pregò di accompagnare la ragazza.
Con l'aiuto della cicogna che ogni tanto la portava sulle sue ali, dopo aver attraversato luoghi pieni di pericoli, la ragazza arrivò all'ingresso di una grotta: la strada per il Paradiso. Qui la luce era abbagliante e la ragazza faceva fatica a vedere. Quando gli occhi si abituarono alla gran luce vide il ponte e il palazzo dove per troppo poco era vissuta con suo marito.
-Ecco il monastero dell'Incenso. Lì si trovava Belfiglio...ma aspetta a precipitarti verso il palazzo.
La cicogna le mostrò una fontana dove doveva andare a sedersi tre giorni di seguito portando con se i doni delle tre Sante. La cicogna la salutò e tornò da dove era partita.
La principessa si sedette sul bordo della fontana, e cominciò a filare un filo d'oro finissimo. Alla fontana vennero le cameriere del palazzo e una di loro, vista la strana ragazza, corse ad avvertire la governante del palazzo che era una strega.
La strega mandò a chiamare al palazzo la donna sconosciuta.
-Ho sentito che usi attrezzi magici d'oro. Sono forse in vendita?
-No, ma se mi lasci passare una notte nella camera dove dorme l’imperatore, l’arcolaio sarà tuo.
La seconda notte successe lo stesso con il fuso, ma la vecchia strega aveva fatto bere all’imperatore un potente sonnifero. La terza notte la ragazza riuscì finalmente a parlare a suo marito. Belfiglio la liberò dal cerchio di ferro e subito nacque un bellissimo bambino.
Si scopri che la strega era la scrofa che aveva trasformato il principe in maiale tramite un incantesimo e l’imperatore ordinò di tagliarle la testa.
I due giovani vissero per tantissimi anni felici e contenti.

 
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