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La città dei sogni intrappolati

Post n°1005 pubblicato il 17 Ottobre 2011 da odette.teresa1958

In un lontano passato, in una terra di cui ormai nessuno si ricorda il nome, gli uomini, ogni volta che facevano i sogni, di notte o a occhi aperti, li trasformavano in uccelli coloratissimi che poi tenevano in casa con loro, per illuminare la propria vita.
Ce n’erano di tutti i colori e forme e ogni volta che li guardavi il tuo animo si riempiva di felicita’.
Succedeva pero’ che dopo poco tempo gli uccelli tendevano a volare via, magari a breve tornavano oppure a volte non tornavano più.
Gli uomini di quel paese allora cominciarono a chiuderli in gabbie, attraverso le quali avrebbero potuto continuare ad ammirarli ma in modo esclusivo e continuo.
Tempo dopo, nel paese vicino, altri uomini e donne cominciarono a non sognare più. Si addormentavano e facevano sonni bui e vuoti. Anche la loro immaginazione stava morendo, la fantasia andava perdendo tutti i suoi colori. Le persone cominciarono ad ammalarsi e i dottori non riuscivano a capire che malattia fosse. Avevano fatto tutte le analisi possibili ed erano ancora al punto di partenza solo con una certezza in più: quelle persone non potevano continuare a vivere così.
Nel ”paese dei sogni intrappolati”, intanto, quei bellissimi uccelli colorati all’interno delle gabbie cominciarono a diventare tristi, con la tristezza cominciarono a sbiadire i colori e guardandoli non provavi più quel senso di felicita’.
Una notte, un bambino, di nascosto dai suoi genitori, si avvicino’ a una delle gabbie e libero’ il bellissimo uccello colorato che questa intrappolava .
Appena fu libero, l’uccello si diresse verso il cielo, riprendendo graduatamente i suoi colori e i suoi contorni cominciarono a sfumare mentre saliva sempre più in alto nel cielo, fino a che non si vide che una massa informe, ma dai colori stupendi.
Allora quel bambino la osservo’ e pianse lacrime di gioia, poiché stava sognando.
Contemporaneamente, anche nel ”paese dei sonni bui”, un altro bambino che dormiva nelle braccia di Morfeo, vide quei colori e sorrise nel buio ormai colorato.

 

 
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