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Perdono

Post n°1033 pubblicato il 21 Ottobre 2011 da odette.teresa1958

C’erano una volta due bambini: fratello e sorella: uno era un giovanotto bello e robusto, di nome Gif.
L’altra era Fila, una bimba sempre allegra e gaia.
-Perché mi hai rubato i pennarelli? - disse tutta sconvolta Fila, mentre riordinava i cassetti della sua scrivania.
Nella loro stanza non mancavano i materiali per costruire, disegnare e comporre. Era un locale da lavoro assai allegro.
I due ragazzi trascorrevano i pomeriggi a fare collage, a pitturare quadri e costruire castelli di cartone.
Gif, alla domanda della sorella, non seppe cosa rispondere.
Fila non era disposta a perdonarlo, e da quel momento cominciò a essere dura con il fratello. Non gli parlava più.
-Vieni a giocare con me! - la invitava Gif, ma la bambina faceva il muso duro e non rispondeva.
Il sole batteva forte in giardino.
Gif faceva rimbalzare il pallone e chiamava Fila; questa però insisteva a non rispondere. A tavola taceva, oppure rispondeva male. Il clima era assai triste.
Gif soffriva.
Anche Fila, però, non si sentiva affatto bene nell’insistere a essere sgarbata con il fratello. La tristezza assaliva entrambi.
I due non assaporavano più la bellezza delle giornate.
Erano incapaci di godere della luce del giorno, del profumo dei fiori, del sapore dei frutti. Nella loro storia si erano sempre voluti tanto bene, ma adesso i loro rapporti erano degenerati assai.
Quel pomeriggio una brezza dolce, di scirocco, riscaldava i due fratelli che se ne stavano muti sul prato. Fila si dondolava sull’altalena, mentre Gif giocava con le bilie.
Di tanto in tanto Gif chiedeva a Fila, tutto dolce:
-Vuoi qualcosa? Hai sete? Ti porto un succo di frutta! -
Ma Fila non rispondeva. Non voleva proprio perdonare il fratello.
D’un tratto, sui rami del melo, si posarono un uccellino e una farfalla.
Era un volatile fantastico: con le piume iridate e il cinguettio soave. Cominciò a cantare, e siccome era magico Fila lo capiva:
-Vieni con noi! - dissero i piccoli volatili variopinti.
La spruzzarono con un liquido magico e la resero capace di volare.
Insieme salirono in cielo:
-Adesso ti farò vedere il tuo comportamento! - riferì l'ucellino.
Dall’alto Fila vedeva il fratello presso la fontana del giardino. Gif piangeva e si lamentava:
-Voglio tornare a giocare con mia sorella: sono tanto triste! -
Fila vide anche sé stessa, tenere il broncio e rinunciare a perdonare Gif.
Vide che anche lei era triste, a non poter più divertirsi con Gif.
-Adesso faremo un salto nel passato! - annunciò l’uccellino alla bimba.
Fila vide i vecchi tempi: il giardino appariva un luogo assai giocondo, con i due fratelli che ci giocavano. I fiori sembravano incantati, il loro cancello era sempre aperto all’amore, il tetto della casa appariva dorato, mentre le antiche risa di Gif e Fila contornavano quelle ore.
Un angelo invisibile suonava a un pianoforte magico.
Le note salivano dolci al cielo, mentre i fratelli si amavano e si trastullavano gioiosi.
Fila si vide sorridere con Gif.
Nell’angolo dell’aiuola la mamma li chiamava a bere una cioccolata calda.
-Che buona! - diceva lei.
-E’ vero! - rispondeva Gif, e insieme stavano bene.
Tante stelline magiche brillavano a coronare quei momenti. Anche il loro cagnolino era contento di avere due padroni tanto uniti.
Fila vide quando andavano insieme nell’orto, e le zucche parevano facce allegre. La coppia si metteva a giocare e a parlare con le zucche, e le cucurbitacee sembravano rispondere ai loro scherzi:
-Che allegria c’era nella nostra casa! - disse Fila all’uccello.
Quando si amavano e si divertivano il loro giardino appariva incantato.
Fila si guardava ridere tra i tulipani colorati e i cespugli verdi.
Era bello vedersi correre allegra, inseguita da Gif, mentre giocavano a chiapparello.
Adesso, nel non voler perdonare il fratello, invece, la tristezza assaliva Fila.
Non si rendeva conto che il perdono guarisce.
-Devi scusare Gif! - disse l’uccello alla bambina.
-Ma il perdono non è facile! - replicò Fila.
-Il non voler graziare chi ha commesso errori porta solo odio, rancori, e amarezze!-
-E’ vero!non ci fa vivere bene! -commentò Fila.
I tre planarono sull’erba.
Il piccolo volatile continuò a parlare:
-Devi dimenticare il torto ricevuto!Anche tu a volte commetti cose poco buone!Fai ritornare l’amore! Solo così ti libererai dall’angoscia! Persino Gesù, mentre era sulla croce disse “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno!”-
Fila ascoltava,e intanto stava comprendendo.
-L’egoismo, l’odio, la paura ci portano a negare il perdono, ma noi bisogna riuscire a raccogliere le nostre forze e superare questi momenti.-
Chi non perdona soffre più ancora del prossimo al quale il perdono viene negato.
Gli uomini e le donne sono creature imperfette. Tutti possono sbagliare. Il perdono può rendere perfetta l’umanità malata.
Non si deve giudicare.
Perdono non è debolezza né sottomissione.
-Incontrare il perdono è bellissimo! - comunicò l’essere alato a Fila.
L’uccellino ela farfalla si trasformarono, e divennero due angeli Avevano ali trasparenti e capelli biondi e lunghi.
Sorrisero a Fila e le dissero:
-Ora ti regaleremo la cosa più bella del mondo: la capacità di perdonare! - poi la ricondussero al giardino.
Fila, appena atterrata sull’erba corse verso il fratello.
-Ti perdono! Ti perdono! -urlava. I due si abbracciarono. Piansero commossi. Poi cominciarono a ridere, e intanto si baciavano.
Le piante ritornarono ad apparire belle.
La vita ricominciò a essere allegra.
La nostra cultura è invasa da cinismo e prepotenze.
Si è dimenticato cosa è il perdono.

Fila si sentiva ora assai bene. Aver perdonato la faceva felice.
Non perdonare porta solo a ricordare i torti e le divisioni.
Chi è disposto a perdonare il prossimo ha capito il messaggio di Gesù, che dice nel Padre Nostro “ rimetti a noi i nostri debiti, come noi ne rimettiamo ai nostri debitori!”.
Perdonare aiuta a rimarginare le ferite.
Il perdono è un balsamo medicamentoso.
Tutti sbagliano….a volte la vita è come un castello di sabbia, da fare con l’amore:è difficile da costruire e facile a crollare. Il perdono ci aiuta a tenere il castello in piedi.
Bisogna saper guardare le cose anche con gli occhi degli altri.
Fila, da quel dì imparò a perdonare, e si accorse che in quel modo era diventata ricca.
Non smise mai più di amare Gif, e i giorni trascorsero in grande gioia e felicità.
Se vogliamo la pace bisogna partecipare alla costruzione della stessa.
Per-donare, come dice la parola è un dono, un regalo……

 
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